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Raggiungo ieri in Kosovo l'accordo politico per un nuovo governo tra la Lega democratica e l'AAK dell'ex premier Ramush Haradinaj. Tra le priorità del nuovo esecutivo, far ripartire il processo di dialogo con la Serbia. Protesta Vetëvendosje. Francesco Martino (OBCT) per il GR di Radio Capodistria [30 aprile 2020]

C'è una nuova maggioranza nel parlamento di Pristina, basata sull'asse tra la Lega democratica di Isa Mustafa e l'Alleanza per il futuro del Kosovo di Ramush Haradinaj, che governeranno insieme ad alcuni partiti minori, tra cui la Lista Srpska, che rappresenta la minoranza serba nel paese.

Secondo l'intesa, il ruolo di premier dovrebbe andare alla Lega democratica con Avdullah Hoti, mentre il partito di Haradinaj si riserva alcuni ministeri chiave, come Esteri, Giustizia ed Economia.

Secondo indiscrezioni circolate sulla stampa kosovara, la priorità per la nuova coalizione è far ripartire il processo di dialogo con la Serbia, arenatosi del tutto nel novembre 2018 proprio dopo la decisione dell'allora premier Haradinaj di imporre dazi unilaterali sui prodotti serbi, una mossa fortemente criticata da Unione europea e Stati Uniti.

Dopo una tormentata crisi politica, pilotata dal presidente Hashim Thaçi, la nascita del nuovo governo mette in minoranza il movimento Vetëvendosje, uscito vincitore dalle elezioni dello scorso ottobre e protagonista di una breve stagione di governo insieme alla Lega democratica e con il proprio leader, Albin Kurti, a capo dell'esecutivo poi rovesciato a marzo proprio dalla Lega democratica per divergenze sui rapporti con gli Stati Uniti.

Lo stesso Kurti ha gridato al colpo di stato, promettendo battaglia e chiedendo a gran voce elezioni anticipate. Anche con i numeri in parlamento, la nuova maggioranza nasce quindi con un visibile deficit di legittimità e il Kosovo potrebbe entrare ancora una volta in una fase di forte instabilità politica.

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