Macedonia, elezioni a dicembre

9 settembre 2016

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Sembra sia la volta buona: dopo l'annullamento di due tornate elettorali anticipate, prima ad aprile e poi a giugno, i principali partiti macedoni hanno raggiunto l'accordo per le nuove elezioni, che dovrebbero tenersi il prossimo 11 dicembre.

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L'intesa è arrivata anche grazie alla forte opera di mediazione portata avanti da Unione europea e Stati Uniti. Dopo un accordo interlocutorio, a fine agosto le forze politiche di governo e di opposizione hanno giudicato sufficienti le riforme implementate fino a quel momento ed hanno così dato luce verde al voto.

Ad apporre la propria firma al nuovo accordo, stipulato lo scorso 31 agosto e che si spera definitivo, i leader dei quattro partiti più importanti: l'ex premier Nikola Gruevski per la VMRO, Zoran Zaev per i socialdemocratici (SDSM), Ali Ahmeti per la DUI e Menduh Thaçi del Partito democratico degli Albanesi (DPA).

Sembrano così superate le due principali obiezioni delle opposizioni, che denunciavano condizioni non democratiche allo svolgimento delle consultazioni. Da una parte il monopolio del governo targato VMRO sull'informazione. Alla ricerca di una figura di garanzia, il 2 settembre l'ex giornalista Santa Argirova è stata nominata nuova direttrice del servizio pubblico (MTV 1) fino al termine del processo elettorale.

Risolta anche se in modo non del tutto soddisfacente, anche la questione delle liste elettorali, in cui secondo l'opposizione figuravano decine di nomi fittizi, utilizzabili dall'esecutivo per falsare i risultati elettorali. Alla stipula della nuova intesa, la Commissione elettorale ha presentato una lista di 39mila nomi che potranno recarsi alle urne solo dopo aver attivamente confermato i propri dati.

I partiti macedoni si sono poi accordati sulla creazione di un governo di transizione, che dovrà organizzare il voto. Nel nuovo esecutivo, entrato in carica il 2 settembre, i socialdemocratici detengono il ruolo chiave del ministero degli Interni, andato ad Oliver Spasovski, insieme al ministero del Lavoro, guidato ora da Frosina Remenski.

Anche la formazione del nuovo governo ha vissuto momenti di tensione, dovuta ad una girandola di nomine effettuata dal VMRO alla vigilia del rimpasto, ma nonostante le critiche del SDSM per il momento l'accordo ha tenuto.

La Macedonia conserva quindi le speranze di emergere dal baratro politico ed istituzionale in cui è precipitata da inizio 2015, con il cosiddetto “scandalo delle intercettazioni”. All'importante venticinquesimo anniversario dell'indipendenza (dichiarata l'8 settembre 1991) il paese si presenta però estremamente fragile e diviso, sia al proprio interno che a livello internazionale, con l'obiettivo storico dell'ingresso nell'UE sempre più lontano.