Una vittoria convincente per Gordana Siljanovska-Davkova, candidata della VMRO-DPMNE, che andrà al ballottaggio del prossimo 8 maggio da grande favorita. E’ questo il risultato cardine del primo turno delle elezioni presidenziali in Macedonia del Nord, tenuto ieri.
Tre quarti dei cittadini dei Balcani occidentali sostiene la cooperazione regionale perché la considera positiva per le rispettive economie e concorda sul fatto che ciò che unisce i cittadini dell'area è più importante di ciò che li divide, secondo i risultati dell’edizione di quest'anno del Barometro balcanico, pubblicato dal Consiglio per la cooperazione regionale (RCC).
Prende avvio il progetto europeo "Moj Dom": un viaggio attraverso le storie di migrazione e accoglienza a trent'anni dalla dissoluzione violenta della Jugoslavia.
Le autorità federali tedesche hanno comunicato al Bundestag che tra gennaio e giugno 2022 sono stati espulsi 6198 cittadini stranieri. Le informazioni sono state rivelate in risposta a un'interrogazione dei deputati di Die Linke.
"Oggi, l'Albania e la Macedonia del Nord aprono i negoziati di adesione con l'Unione Europea. Questo momento storico è il vostro successo. Il risultato del vostro duro lavoro. La Commissione europea vi ha sostenuto fino in fondo. Continueremo a farlo". Con queste parole la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha annunciato ieri l'apertura dei negoziati per l'adesione dei due paesi
Al termine di una liturgia di riconciliazione celebrata martedì a Skopje, nella Cattedrale di San Clemente a Ohrid, il Patriarca serbo Porfirije ha annunciato che l'Assemblea dei vescovi della Chiesa ortodossa serba ha deciso all'unanimità di rispondere alla richiesta della Chiesa ortodossa macedone - Arcidiocesi di Ohrid e di concederle l'autocefalia.
Il lago di Ohrid, tra Macedonia del nord ed Albania, è uno degli specchi lacustri più antichi al mondo - ma anche uno dei luoghi più suggestivi dei Balcani. Immerso tra natura, storia e cultura, il lago e le sue onde sono stati e continuano ad essere inesauribile fonte di ispirazione per viaggitori, pittori, scrittori e poeti.
Lo scorso mercoledì l’intervento immediato di 30 vigili del fuoco con 7 mezzi per spegnere l’incendio, scoppiato alla struttura modulare costruita durante la pandemia Covid-19 presso l’ospedale di Tetovo in Macedonia del Nord, non ha potuto evitare morti e feriti.
Un passo importante in direzione di Bruxelles, o la vittoria rassegnata della logica della “fatica da allargamento”? Lo scorso 29 luglio i premier di Albania, Macedonia del nord e Serbia hanno firmato a Skopje gli accordi che danno vita ad “Open Balkan”.
Giugno è stato il mese dell’orgoglio LGBTQ+ in tutto il mondo, un mese importante per tutti gli attivisti che partecipano alle manifestazioni e si battono per i diritti umani, ma mentre in città come Zagabria il gay pride si svolge da molti anni, con una tradizione che viene via via rinnovata, a Skopje è arrivato quest’anno, alla seconda edizione.
Rimandato ancora una volta, causa pandemia. Il censimento nazionale in Macedonia del Nord, che doveva svolgersi dal 1 al 21 aprile, dopo due decenni di attesa, verrà rinviato al prossimo settembre. La decisione è arrivata ieri dopo un incontro tra il premier Zoran Zaev e il leader dell'opposizione di centro-destra Hristijan Mickoski.
I socialdemocratici guidati da Zoran Zaev e l'Unione democratica per l'integrazione (DUI) guidata da Ali Ahmeti hanno raggiunto ieri un accordo sulla formazione di un nuovo governo che vedrà Zaev nuovamente primo ministro.
Vincono i socialdemocratici, ma il futuro della Macedonia del Nord resta incerto. Dopo lo spoglio di quasi il 90% delle schede, il partito dell'ex premier Zoran Zaev è primo con poco più del 36% dei voti, ma il centro-destra della VMRO segue vicina con circa il 35% delle preferenze.
L’11 febbraio del 2020 il governo macedone ha fatto un importante passo verso la riduzione dell’inquinamento cronico della regione: è stato infatti approvato un programma energetico nazionale che prevede l’esclusione del carbone come fonte di energia primaria ed il passaggio a fonti di energia rinnovabili, nello specifico solare ed eolica.
Sarà la volta buona? Dopo la proposta della Commissione UE di rivedere le procedure sull'allargamento e le parziali aperture della Francia, che lo scorso ottobre aveva bloccato l'apertura dei negoziati con Albania e Macedonia del Nord, l'UE e i paesi dei Balcani occidentali provano a reintrecciare i fili del dialogo.
È il film balcanico dell'anno. “Dio è donna e si chiama Petrunya” della macedone Teona Strugar Mitevska - in uscita italiana il 12 dicembre per la distribuzione Teodora e Premio della giuria ecumenica del 69° Festival di Berlino in febbraio, dove era stato tra i titoli più apprezzati del concorso - ha riscosso riconoscimenti per tutto il 2019, tra gli ultimi il premio Utopia dai giovani del festival svizzero Castellinaria. Ora è arrivato anche il prestigioso Premio Lux del Parlamento europeo, consegnato nei giorni scorsi dal presidente David Sassoli alla regista.
Il presidente francese Emmanuel Macron si è fortemente opposto ieri durante il Consiglio europeo sul via libera per Albania e Macedonia del Nord alle negoziazioni per l'ingresso nell'Ue. Alla fine ha prevalso su altri leader, tra cui il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk e la cancelliera tedesca Angela Merkel, che invece erano favorevoli.
Resta tutta in salita la strada verso l’avvio dei negoziati di adesione all’Unione europea per Albania e Macedonia del Nord. I ministri degli affari europei dei 28, riuniti ieri a Lussemburgo, hanno rimandato la decisione a data da destinarsi, essenzialmente per il rifiuto della Francia che vuole ridiscutere i criteri per entrare nell’UE. La questione finisce ora anche sul tavolo dei capi di stato e di governo, nel vertice di domani che già si annuncia molto pieno.
Incapace di trovare un accordo unanime, il Consiglio dell'UE, ha annunciato ieri di posticipare, probabilmente almeno fino al prossimo ottobre, l'apertura dei negoziati di accesso all'UE con Albania e Macedonia del nord.
Nel ballottaggio tenutosi domenica 5 maggio per l’elezione della più alta carica dello stato in Macedonia del Nord si è imposto il candidato della coalizione tra il Partito social-democratico (SDMS) e l’Unione democratica per l’integrazione (DUI).
“Nei giorni scorsi ho ricevuto numerose minacce di morte. Ora mi trovo a Budapest, dove ho chiesto asilo politico alle autorità ungheresi. Sarò sempre fedele alla causa macedone, non mi arrenderò mai”.
Sarebbe dovuto entrare in prigione oggi, ma da alcuni giorni risulta irreperibile: di Nikola Gruevski, premier macedone per due mandati (2006-2016), si sono perse le tracce venerdì scorso e da allora il telefono dell'ex leader della VMRO-DPMNE rimane muto.
Aveva bisogno di una vittoria ampia, Zoran Zaev, soprattutto nei numeri. Ne aveva bisogno per convincere parte dell'opposizione – i cui voti sono necessari nel parlamento di Skopje - a sostenere le riforme costituzionali essenziali per finalizzare gli accordi di Prespa. Un compromesso difficile, che vede cambiare il nome dello stato in Macedonia del Nord, ma che in cambio ottiene l'agognata via libera di Atene ai negoziati di adesione a Unione europea e NATO.
Alla fine l'ha spuntata il compromesso forse più scontato, sul tavolo delle trattative da decenni. “Repubblica della Macedonia del Nord”: sarà questo il nuovo nome dello stato balcanico, come annunciato ieri dai governi di Skopje ed Atene.
Il partito di centro-destra VMRO DPMNE, guidato dall'ex primo ministro Nikola Gruevski, ha subito domenica 16 ottobre una pesante sconfitta al primo turno delle elezioni amministrative.
Il 15 ottobre la Macedonia sarà chiamata alle urne per le elezioni locali con un ritardo di sei mesi causato da un’instabilità politica, dalla quale il paese sembra cominciare lentamente a uscire.
L'incendio in una discarica abusiva a Tetovo, nel nord-ovest della Macedonia, ha provocato la protesta dei cittadini: in molti sono scesi per l'ennesima volta in piazza, per denunciare come il livello di inquinamento in città, pian piano, uccide in silenzio.