Macedonia, elezioni in bilico
12 dicembre 2016
Sia il centro-destra della VMRO dell'ex premier Nikola Gruevski che l'opposizione socialdemocratica guidata da Zoran Zaev hanno dichiarato vittoria ieri sera, in chiusura delle elezioni anticipate più delicate della storia democratica della Macedonia.
Col 98% dei voti scrutinati, la VMRO è al 37, 98%, mentre i socialdemocratici sono al 36,74%, una differenza minima che al momento non permette di stabilire con esattezza quanti seggi si sono assicurati i due partiti nel parlamento di Skopje.
I socialdemocratici sono in vantaggio nella capitale e in molti dei principali centri urbani, mentre la VMRO ha ottenuto un buon successo nelle aree rurali. I dati definitivi della Commissione elettorale centrale sono attesi entro la giornata di oggi.
Ieri sera, con lo spoglio ancora in corso, entrambi i partiti hanno chiamato i propri sostenitori in piazza, reclamando il successo. “Il regime è caduto, oggi abbiamo scritto la storia di questo paese”, ha dichiarato il socialdemocratico Zaev. Parole a cui ha risposto l'ex premier Gruevski, secondo il quale “la vittoria va oggi alla VMRO e alla Macedonia”.
Novità in campo albanese, comunità che rappresenta quasi un terzo della popolazione, dove il voto si è frazionato con l'ingresso di nuovi attori politici, come la coalizione BESA, che alla prima prova elettorale ha ottenuto quasi il 5% dei voti. L'Unione democratica per l'Integrazione (DUI) - tradizionale partner della VMRO al governo - si attesta al 7,3%, mentre il Partito democratico albanese (DPA) ha subito un tracollo, ottenendo un risicato 2,6%.
L'affluenza è stata alta, oltre il 67%: alle urne i macedoni chiedevano una via d'uscita dalla profonda crisi politica che paralizza il paese da inizio 2015, quando l'opposizione ha reso pubbliche registrazioni che proverebbero corruzione e gravissime violazioni da parte del governo di Gruevski, tra cui l'aver intercettato illegalmente per anni almeno 20mila cittadini.
Speranze che, con il risultato di ieri, rischiano però di rimanere nuovamente insoddisfatte: l'esito incerto del voto rende estremamente difficile prevedere la creazione di un governo stabile, in grado di ridare normalità a un paese sempre più politicamente diviso.