Il Montenegro segue con attenzione lo sviluppo della situazione politica in Serbia. Il nuovo governo di Belgrado potrebbe affrontare le questioni rimaste ancora aperte tra i due Paesi dopo l'indipendenza della repubblica adriatica

15/05/2008 -  Jadranka Gilić Podgorica

I dati preliminari delle elezioni politiche in Serbia indicano un convincente successo della lista "Per una Serbia europea", guidata dal presidente della Repubblica, Boris Tadic, con il 39% dei voti contro il 29% del Partito radicale serbo (SRS).

Secondo i risultati preliminari del Centro per le libere elezioni e la democrazia (CESID) al parlamento, composto da 250 deputati, la Lista "Per una Serbia europea" avrà almeno 102 seggi; il Partito Radicale serbo (SRS) avrà 77 seggi; il Partito Democratico della Serbia (DSS) del premier uscente Vojislav Kostunica avrà 30 seggi; il Partito Socialista di Ivica Dacic avrà 20 seggi; il Partito Liberal democratico (LDP) di Cedomir Jovanovic avrà 14 seggi e infine almeno 7 seggi dovrebbero essere assegnati ai partiti delle minoranze etniche.

Nonostante abbia vinto il blocco europeista, manca una maggioranza assoluta in Parlamento, pari a 126 seggi, e ora iniziano le non facili trattative per la formazione di una coalizione di governo. La Lista per la Serbia europea non ha i numeri minimi per formare il governo con un'eventuale alleanza con l'LDP e le minoranze, mentre dall'altra parte neanche un'alleanza nazionalista SRS-DSS riuscirebbe a formare il governo.

Una situazione che sembra rendere decisivo il peso del Partito Socialista (SPS), all'epoca il partito di Slobodan Milosevic.

Mentre si aspetta la comunicazione ufficiale dei risultati elettorali dalla Commissione elettorale repubblicana (RIK), annunciata per il 15 maggio prossimo, arrivano le prime reazioni sui risultati elettorali dai paesi della regione ed anche dal Montenegro.

Il Presidente del Montenegro, Filip Vujanovic, si è congratulato con il Presidente della Serbia e attuale leader del DS, Boris Tadic, per il risultato elettorale della sua coalizione. Vujanovic ha anche espresso la convinzione di una cooperazione più stretta con la Serbia dopo le elezioni politiche (B92, il 12 maggio).

Secondo Vujanovic, la vittoria delle forze filo europee in Serbia rappresenta un'affermazione e allo stesso tempo un incoraggiamento nella direzione di "una strada sicura" della Serbia verso l'Unione europea.

Secondo quanto riportato da Radio Free Europe il 12 maggio scorso, il leader del partito governativo del Montenegro, Partito Democratico Socialista (DPS), Predrag Sekulic, ha dichiarato, commentando i risultati delle elezioni parlamentari in Serbia, che i cittadini della Serbia hanno scelto la strada europea: "E' una buona cosa che le elezioni politiche in Serbia abbiano mostrato che i cittadini di questo paese hanno una capacità democratica quando si tratta delle regole e dell'atteggiamento durante le elezioni, e dall'altra parte, non meno importante, c'è il fatto che i cittadini della Serbia hanno scelto la strada europea e lo dimostra la vittoria della Lista per la Serbia europea. Lo trovo positivo, non soltanto per la Serbia, ma anche per l'intera regione."

Inoltre, Sekulic ha aggiunto che i risultati delle elezioni in Serbia non possono avere implicazioni significative sul Montenegro.

Dall'altra parte il leader dell'opposizione filo serba del Montenegro, Andrija Mandic, ha dichiarato che la cosa più importante è il fatto che le elezioni si sono tenute in un'atmosfera democratica e che si sono svolte anche sul territorio del Kosovo. "I partiti decideranno secondo i loro interessi ed i loro programmi e vedremmo chi potrà giungere almeno a 126 deputati per poter creare il nuovo governo della Serbia."

Il leader del Movimento per i cambiamenti (PZP), Nebojsa Medojevic, ha trovato i risultati delle elezioni in Serbia incoraggianti per tutta la regione ed ha espresso la speranza che il nuovo governo verrà formato dalla Lista per la Serbia europea, con il sostegno del LDP e dell'SPS. Medojevic ha anche interpretato il calo di forza dei radicali come una prova che la Serbia è consapevole che non si possa creare un futuro sicuro sui miti e sulle frustrazioni nazionalistiche.

Inoltre, dopo le elezioni parlamentari in Serbia e la creazione del nuovo governo, il Montenegro si aspetta il miglioramento delle relazioni tra i due paesi.

Il ministro degli Interni, Jusuf Kalamperovic, dice che le questioni più importanti da risolvere attraverso gli accordi bilaterali sono il confine e la doppia cittadinanza. Kalamperovic ha spiegato che sono stati firmati alcuni accordi nell'ambito degli affari interni con la Serbia, ma che bisogna firmare anche l'accordo sul confine, così come con le altre repubbliche dell'ex Jugoslavia, ed aprire la questione della doppia cittadinanza, un argomento attuale per i cittadini di entrambi i paesi (Radio Free Europe, 12 maggio).

Il ministro montenegrino dei Trasporti, Andrija Lompar, dice che il suo ministero non ha problemi grossi né nel settore degli aerotrasporti né nel settore dei trasporti via terra, come neppure in quello navale. Comunque, il ministro Lompar dice che un problema ci separa da Belgrado. Si tratta della ricostruzione della ferrovia a Bar (il porto del Montenegro), un progetto in possibile cooperazione con l'Italia, che ha già avanzato un'offerta, ma che dovrà aspettare la risposta ufficiale finché la Serbia non avrà dato vita al nuovo governo. "E' necessario vedere quanto sarà stabile il nuovo governo e la nostra priorità è che venga formato il prima possibile, perché ogni rallentamento potrebbe ritardare le mutue attività e questo ricadrebbe sul Montenegro e sulla Serbia non soltanto nel settore dei trasporti, ma influenzerebbe significativamente anche tutte le attività regionali dipendenti dai trasporti in questa parte d'Europa", aggiunge Lompar.

È un dato di fatto che esistono numerosi problemi e questioni riguardanti Serbia e Montenegro che da tempo aspettano una soluzione. Anche se si parla spesso della necessità di accordi bilaterali, resta il fatto che, nonostante una discreta comunicazione tra i due paesi, i rispettivi primi ministri non si sono incontrati da tempo e questo indica che un problema esiste.


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