Turbine eoliche nella regione di Dobrogea, Romania - © Dragos Asaftei/Shutterstock

Turbine eoliche nella regione di Dobrogea, Romania - © Dragos Asaftei/Shutterstock

A marzo il parlamento rumeno ha adottato una nuova legge per favorire l’autonomia energetica. Contestazioni da molte associazioni ambientaliste

14/04/2022 -  Mihaela Iordache

L’attuale contesto internazionale e le conseguenze che derivano dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia spinge l’Unione Europea a puntare su nuove strategie in cerca di una futura indipendenza energetica dei paesi membri.

La Romania è uno dei paesi europei con una minore dipendenza dal gas. Di quello utilizzato importa, quasi interamente dalla Russia, solo tra il 25 e il 28% il resto viene estratto in Romania. Per quanto riguarda il petrolio invece ne viene importato il 70%, di cui il 40% proviene dalla Russia. Il paese è il secondo produttore di gas dell’UE, secondo solo ai Paesi Bassi. Inoltre la Romania ha significativi giacimenti di gas naturale nel Mar Nero e dispone anche dalla capacita di produrre gas da argille.

Secondo LLC Gas TSO circa il 50% del gas esportato dalla Federazione Russa transita lungo i gasdotti ucraini. La Russia utilizza inoltre anche altre rotte come il gasdotto Yamal-Europe , che connette la Russia alla Germania passando da Bielorussia e Polonia e il gasdotto Nord Stream I , che collega la Russia alla Germania via Mar Baltico. C’è poi il gasdotto TurkStream che collega la Russia all’Europa via Mar Nero e Turchia.

Uno dei motivi per cui la Romania non si rifornisce di gas naturale da altre fonti è la mancanza di infrastrutture, corridoi di trasporto e interconnettori. A luglio potrebbe essere finalizzato l’interconnettore tra Grecia e Bulgaria, il che aprirà alla possibilità per la Romania di ricevere gas anche da altre fonti che alimentano la Grecia come Azerbaijan, Qatar, Arabia Saudita e altri paesi che esportano gas naturale liquefatto. La Romania punta sul gas dall’Azerbaijan o dagli USA.

“Lavoriamo  anche ad altre rotte alternative di approvvigionamento di gas e siamo in negoziati avanzati con più fonti”, ha assicurato in tal senso il presidente della Romania, Klaus Iohannis.

Intanto il ministro per l’Energia, Virgil Popescu, ha annunciato che la Romania ha iniziato lo sfruttamento del gas del Mar Nero: ”Lo sfruttamento del gas del Mar Nero è già iniziato da parte dell’azienda Black Sea Oil&Gas. Si stanno facendo test per introdurre il primo gas nelle reti di trasporto”, ha scritto il ministro su Facebook. Quindi la Romania per il prossimo inverno dovrebbe avere gas anche da altre fonti, Mar Nero incluso: circa un miliardo di metri cubi in più già da quest’anno, auspica Popescu.

Una nuova legge

Il Parlamento di Bucarest ha adottato a marzo una nuova legge nell’ambito dell’ambita indipendenza energetica. Scopo quello di aumentare la capacità energetica del paese, soprattutto per quanto riguarda “energia economica e pulita”, ha spiegato Marcel Ciolacu, presidente dei Socialdemocratici - partito parte della coalizione di governo - e autore del testo legislativo.

Il disegno di legge è stato votato da tutti i parlamentari tranne quelli appartenenti all’Unione Salvate la România (USR) che lo hanno contestato perché impattante in modo negativo sull’ambiente. D’altronde molte organizzazioni ambientaliste tra quali Bankwatch, Agent Green e  WWF contestano la legge e considerano che porterebbe all’abolizione o alla riduzione di aree protette per fare spazio “a inefficienti idrocentrali”.

I parlamentari romeni hanno individuato infatti come fonte dove reperire rapidamente energia le idrocentrali, anche quelle i cui lavori sono stati sospesi anni fa per tutelare l’ambiente: “L’elettricità è più importante di un nido di uccelli”, avrebbe dichiarato uno dei promotori della nuova legge, il senatore socialdemocratico Daniel Zamfir, citato dalla stampa di Bucarest. In particolare la legge permetterà (se passerà al vaglio del presidente della Romania) di finire la costruzione di tre idrocentrali che potrebbero produrre energia per circa 300.000 abitazioni.

Fonti rinnovabili

Nonostante abbia fatto significativi passi avanti la Romania resta tra i paesi in ritardo per quanto riguarda l’utilizzo di fonti rinnovabili. Secondo i dati rilasciati dall’Istituto Nazionale di Statistica della produzione di energia elettrica in Romania nel 2021 l’11,13% è derivata da centrali eoliche mentre lo sfruttamento dell’energia solare ha rappresentato il 2,88% della produzione totale di energia.

Fonti rilevanti di produzione rimangono l’idroelettrico , che ad inizio anno si attestava sul 25,8% della produzione totale; la centrale nucleare di Cernavoda con i suoi reattori 1 e 2, con una produzione tra il 18 e il 20% del totale e poi, oltre alle fonti rinnovabili già nominate, seguono idrocarburi e carbone.


Hai pensato a un abbonamento a OBC Transeuropa? Sosterrai il nostro lavoro e riceverai articoli in anteprima e più contenuti. Abbonati a OBCT!