Si è concluso da pochi giorni a Pjatigorsk il forum giovanile "Mašuk 2010", il primo campo estivo promosso dal governo di Mosca dedicato esclusivamente a ragazze e ragazzi provenienti dai territori del Caucaso russo. Training per favorire l'interazione culturale e sostegno all'imprenditoria giovanile sono stati al centro dell'evento

07/09/2010 -  Giorgio Comai Pjatigorsk

Il 12 novembre 2009, il presidente russo Dmitrij Medvedev nel suo discorso annuale al parlamento aveva dichiarato di voler sostenere “un campo dove giovani provenienti da tutto il Caucaso abbiano occasione studiare, conoscersi e divertirsi assieme”. Dieci mesi più tardi, poco fuori Pjatigorsk, una cittadina termale del sud della Russia, ha avuto inizio Mašuk 2010, un forum dedicato a duemila giovani provenienti da tutti i territori inclusi nel distretto federale del Caucaso del Nord (Karačaevo-Circassia, Kabardino-Balkaria, Ossezia del Nord, Inguscezia, Cecenia, Daghestan e territorio di Stavropol') più Abkhazia e Ossezia del sud.

Il campo aveva due obiettivi principali. Prima di tutto, offrire una possibilità a giovani di tutto il Caucaso di conoscersi. Molti dei partecipanti appartenevano infatti a gruppi nazionali con un passato caratterizzato da rapporti reciproci molto difficili e proprio per questo il programma includeva momenti di formazione mirati all'interazione interculturale.

L'altro obiettivo di Mašuk 2010 era quello di stimolare l'attivismo e l'imprenditorialità giovanile in una regione dall'economia particolarmente debole, e più in generale di dare speranze concrete a ragazze e ragazzi che spesso non vedono opportunità di realizzarsi nella loro terra d'origine. Nel Caucaso del nord, infatti, la disoccupazione arriva a superare anche il 50 per cento e l'instabilità politica e i frequenti attentati terroristici tengono lontani potenziali investitori.

Progetti

Tutti i partecipanti al forum avevano l'opportunità di preparare un progetto commerciale o di rilevanza sociale, di consultarsi con esperti e professori per migliorarlo e infine di partecipare ad un concorso aperto nel quale ad ognuno dei vari aspetti del progetto (realizzabilità, rischio, efficacia della presentazione, ecc.) veniva assegnato un punteggio da una commissione di esperti. Alla fine di Mašuk 2010 quindi, sessanta ragazzi sono tornati a casa con l'impegno di realizzare un progetto ideato da loro e la certezza di avere nei mesi successivi sostegno economico e consulenze garantite.

Clicca sull'immagine per visualizzare una galleria fotografica dal fourm Mašuk 2010.

I partecipanti hanno presentato i progetti più disparati. Una ragazza karačaj ha cercato senza fortuna di trovare sostegno per aprire un ristorante a Mosca che avesse come piatto principale il Chyčin, una focaccia tipica della sua regione d'origine. Hanno invece ottenuto sostegno idee come quella di Farid Magomedov mirata a costituire un'unione di apicoltori nel Daghestan che aiutasse a diffondere miele di montagna di alta qualità, o quella di Alig Nučaev, un partecipante ceceno intenzionato a costruire a Grozny un “Museo dell'insegnante” per mostrare rispetto verso chi svolge questa professione e sottolineare l'importanza sociale di questo lavoro.

Le somme concesse però non sembrano corrispondere all'aspettativa creata dagli organizzatori. Ogni progetto poteva infatti ricevere una somma tra 1200 e i 5000 euro circa: un contributo certo importante per chi vuole realizzare un piccolo progetto basato sul volontariato, ma spesso insufficiente per mettere in pratica le idee ambiziose e innovative che i partecipanti erano invitati a presentare.

Piccoli passi, non senza problemi

Queste risorse sono destinate ad aumentare. Vladimir Putin ha infatti già dato disposizione di aumentare da 10 a 100 milioni di rubli (da 250 000 a due milioni e mezzo di euro) il budget dedicato al finanziamento dei progetti realizzati dai giovani caucasici. Il budget limitato disponibile quest'anno sembra corrispondere a un'idea di cautela che ha ampiamente caratterizzato l'organizzazione del campo, a partire dalla scelta della sede: una spianata iper-protetta alla base del monte Mašuk, in un'area appartenente al Caucaso ma lontana dalle zone dove attentati terroristici e scontri sono più frequenti.

Per raggiungere il forum bisognava superare due punti di controllo, il primo dei quali a oltre un chilometro di distanza dal campo vero e proprio. I boschi circostanti il campo erano costantemente pattugliati da servizi di sicurezza armati. I bagagli dei partecipanti al campo venivano perquisiti con attenzione ed ogni strumento potenzialmente pericoloso, incluse forchette e cucchiai, veniva requisito. L'attenzione estrema alla sicurezza non è stata del tutto immotivata anche se il campo ha avuto luogo alla periferia di una cittadina termale tranquilla come Pjatigorsk; il 17 agosto è infatti esplosa una bomba nella via centrale della città causando 27 feriti e, per un caso fortunato, nessuna vittima.

Visita il dossier "Giovani e politica nel Caucaso"

Nonostante i timori, il campo si è svolto nel complesso in modo molto pacifico e in un'atmosfera amichevole, praticamente senza momenti di tensione o scontro tra i partecipanti. Ma nonostante la retorica onnipresente dell'importanza di fornire ai partecipanti occasioni di conoscenza reciproca, i giovani presenti al campo vivevano in tende raggruppate per regione d'origine e la maggior parte del programma educativo aveva luogo in gruppi divisi secondo lo stesso principio.

“Qui ci sono rappresentanti di repubbliche che tra loro hanno rapporti molto difficili e qui siedono assieme come fratelli”, ha dichiarato il capo del dipartimento per gli affari giovanili russo Boris Gusev visitando il campo. “Penso che questo cambierà nei prossimi anni e i rappresentanti delle varie regioni vivranno e lavoreranno in gruppi misti, come avveniva senza alcun problema anche ai tempi dell'Unione Sovietica”.

“Iniziative a cui partecipavano giovani di tutte le nazionalità erano molto diffuse nell'Urss... anche se la componente ideologica era molto forte, si faceva un grande lavoro con i giovani allora,” ha commentato Ol'ga Kazakova, a capo del comitato per gli affari giovanili del territorio di Stavropol'. “Lavorando con i giovani, cerchiamo di prendere il meglio dell'esperienza sovietica e di quella europea contemporanea, a partire dal ruolo sociale fondamentale che hanno organizzazioni di volontari nei Paesi dell'Ue.”

Un campo come questo, con la partecipazione di giovani provenienti esclusivamente dalle regioni del Caucaso, non aveva però mai avuto luogo né ai tempi dell'Urss né nella Russia indipendente. “È un'iniziativa molto importante che ha luogo per la prima volta”, racconta Ramzan Ugurčiev, a capo del parlamento giovanile dell'Inguscezia e partecipante al forum, “Il problema però è che questo evento è stato gestito da gente proveniente dalla Russia centrale che non capisce le peculiarità del Caucaso. Sono persone che hanno esperienza di campi anche molto più grossi di questo, ma non si rendono conto del fatto che qui serve un approccio diverso, più flessibile. L'anno prossimo dovremmo essere noi caucasici ad organizzare questo evento”.

L'estate dei forum

Il forum non è certo avvenuto senza complicazioni e problemi organizzativi. In particolare durante la seconda parte del campo il numero dei partecipanti effettivi è stato significativamente inferiore a quanto originariamente pianificato (circa 650 invece dei 1000 previsti) e le delegazioni di Abkhazia e Ossezia del sud non si sono presentate affatto. Ciononostante, per caratteristiche, dimensioni, ambizioni e anche per il sostegno politico enorme che ha ricevuto, Mašuk 2010 rappresenta senza dubbio una novità importante.

Non è però l'unico campo dedicato ai giovani della regione organizzato per l'estate del 2010. In questi ultimi anni, e in particolare nel 2010, c'è stato infatti un vero e proprio boom di campi estivi in cui momenti di formazione e attività mirate allo sviluppo dell'attivismo e dell'imprenditorialità giovanile si sono uniti a momenti di svago e divertimento. Questi campi hanno inoltre un'altra caratteristica comune: la propaganda patriottica e pro-governativa incentrata sui simboli dello Stato (inno nazionale e bandiere) e sull'attuale leadership politica (grandi poster di Putin e Medvedev dominavano il palco principale del campo e rappresentanti del partito di governo Edinaja Rossija hanno avuto occasione di presentare il proprio "club patriottico" ai partecipanti di Mašuk 2010) .

“È una vera e propria moda”, ha ammesso candidamente Anton Volodin, direttore di Mašuk 2010, “Ma è la conseguenza del fatto che la leadership del nostro Paese ha capito che investire nei giovani è fondamentale per lo sviluppo della Russia e del Caucaso del nord in particolare.”

Mai come quest'anno, infatti, si sono realizzati così tanti campi e forum dedicati in parte o in toto ai giovani del Caucaso russo. Oltre a Seliger, il forum più importante a livello nazionale che nel corso di tutta l'estate ha ospitato circa 20 000 persone, hanno infatti avuto luogo anche una serie di altri campi più specifici. Dal 18 al 23 luglio ha avuto luogo a Nal'čik, in Kabardino-Balkaria, il forum “Kavkaz 2020”, organizzato da Molodaja Gvardija, sezione giovanile del partito dominante russo, Edinaja Rossija, e dedicato a circa mille partecipanti provenienti da tutta la Russia. Dal 23 al 31 luglio, il Congresso russo dei popoli del Caucaso ha tenuto sul Dombaj, in Karačaevo-Circassia, il forum “Insieme è meglio”, a cui hanno partecipato 200 giovani leader provenienti da tutto il Caucaso del nord.

A livello regionale, diversi centri del Sud della Russia hanno organizzato dei campi di questo tipo, come ad esempio “Volga 2010” a Volgograd e “Region 93” nel territorio di Krasnodar. Persino Irex Russia, una ONG finanziata dal governo americano, ha organizzato in Kabardino-Balkaria dei campi dedicati a “giovani leader” provenienti dalle regioni del Caucaso del nord a cui hanno partecipato in totale circa 200 persone.

L'estate dei forum non è ancora finita. A settembre, infatti, avrà luogo ad Astrakhan il campo Selias 2010, dedicato a ragazze e ragazzi provenienti dall'area del Mar Caspio a cui possono partecipare anche giovani del Caucaso del nord, ma anche da Kazakistan, Turkmenistan, Iran e Azerbaijan.

L'organizzazione di campi estivi in cui viene propagandata l'idea di successo e l'importanza di essere concorrenziali sono caratteristici di questa stagione politica in Russia. Il messaggio lanciato dal governo ai giovani è chiaro: “Datti da fare per avere successo. Vai a un forum, sii attivo. Aiuti te stesso e fai crescere il Paese”.

E poi... è la moda dell'estate.


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