Due allestimenti temporanei Urnebesni Kliker marmo ghiacciato e Dada-Jok. Luca Arnaudo ci accompagna a scoprire la vitalità di alcuni gruppi di artisti belgradesi attivi nei primi decenni del '900. La seconda di cinque puntate di un reportage attraverso l'arte contemporanea a Belgrado e dintorni
Prima puntata, Petar Dobrovic
Di Luca Arnaudo*
Il rischio di ritenere esperienze e personalità geograficamente periferiche rispetto ai centri culturali più affermati quali meri epigoni di movimenti universalmente noti, sminuendo così in maniera irrimediabile il contributo dato in presa diretta agli stessi, risulta effettivamente pratica assai diffusa nella storia dell'arte. Per rendersene conto una volta di più basta spostarsi al piano inferiore del Museo e considerare la debordante vitalità di alcuni gruppi artistici attivi in Jugoslavia nei primi decenni del novecento, così come documentata negli allestimenti temporanei Urnebesni Kliker marmo ghiacciato e Dada-Jok.
Attraverso un montaggio a parete di immagini fotografiche e testi tratti da riviste del tempo - tra le quali spicca l'almanacco surrealista Nemoguce-L'impossible - la scena culturale belgradese del tempo emerge come straordinariamente cosmopolita e dinamica, caratterizzata in particolare da quegli artisti legati al movimento surrealista lanciatisi a capofitto nell'impresa di cogliere "l'immagine esatta del pensiero", secondo le parole pronunciate già nel 1920 da Milos Crnjanski (1). Tenuto conto che il Manifesto del Surrealismo è stato pubblicato da André Breton a Parigi il 15 ottobre 1924, colpisce peraltro la rapidità della sua recezione da parte degli artisti di Belgrado, come dimostra il fatto che un giovanissimo Marko Ristić (classe 1902) presenta e discute ampiamente il testo già nel numero della rivista Svedocanstva uscito il 21 novembre dello stesso anno(2). Nel circolo dei surrealisti della capitale - dove pure spiccano personalità di rilievo, a partire da Monny de Boully e Dusan Matić, tra i firmatari della dichiarazione surrealista del 1925 La révolution d'abord et toujours insieme a celebrità come Breton, Aragon, Artaud, Ernst - la figura di Ristić emerge ben presto come quella preminente (3), sia per i suoi diretti contatti con l'ambiente parigino, sia per un personalissimo dinamismo culturale che lo porta a inesauste sperimentazioni, dalla poesia al fotogramma fino alla pittura automatica e il collage. Peraltro, l'autore di testi come Nacrt za jednu fenomenologiju iracionalnog Progetto per una fenomenologia dell'irrazionale o Humor, attitude morale Umorismo, attitudine morale, si segnala anche per il suo lungimirante ruolo di tramite materiale di numerose opere di maestri del surrealismo, ora ospitate dal Museo di arte contemporanea.
Sulla parete dell'abitazione belgradese di Ristić, ricostruita all'interno del Museo sulla base di una fotografia scattata negli anni quaranta, si possono così ammirare con felice sorpresa tre disegni di Yves Tanguy, due disegni di André Masson, uno di Max Ernst: il tutto combinato con un'incombente maschera africana, fotografie sparse e furiosi collages del surrealista Stevan Živadinović (il fatto che poi, nel corso della sua vita, Ristić abbia finito per diventare stimato membro di accademie e ambasciatore a Parigi della repubblica jugoslava, viene lasciato alle considerazioni del lettore se sia ottimo esempio dell'inesorabile parabola avanguardista verso l'ordine costituito, oppure la più notevole operazione surrealista riuscita al geniale artista).
... continua
Note
1. Objasnjenje Sumatre. Srpski knjizevni glasnik, Belgrado, 16 ottobre 1920. Il riferimento è tratto dall'accuratissimo sito dedicato al surrealismo serbo dal Museo di arti applicate di Belgrado (http://www.serbiansurrealism.com). Un interessante testo di prima consultazione è anche l'articolo Il surrealismo in Jugoslavia, http://www.ecn.org/balkan/0009artesurrealismojugo.html .
2. Il Manifesto verrà poi ripubblicato nel 1930 all'interno del primo numero dell'almanacco Nemoguce-L'impossible, seguito dalla firma dei tredici componenti del gruppo surrealista di Belgrado: Aleksandar Vuco, Oskar Davico, Milan Dedinać, Mladen Dimitrijević, Vane Zivadinović Bor, Radojica Zivanović Noe, Djordje Jovanović, Djordje Kostić, Dusan Matić, Branko Milovanović, Koca Popović, Petar Popović e Marko Ristić.
3. Una simile attività comportava a quel tempo in Jugoslavia rischi non indifferenti, come dimostra la condanna al carcere che diversi surrealisti serbi subirono nel corso degli anni trenta. Le loro vicende vennero seguite con grande partecipazione da René Crevel nel suo articolo Des surréalistes yougoslaves sont au bagne (pubblicato nel 1933 sul n. 6 della rivista Le surréalisme au service de la révolution) e assunte, con innegabile lungimiranza, per lugubre avvertimento del progredire dell'ondata fascista in Europa.
* Scrittore, traduttore, giurista e critico d'arte, Luca Arnaudo è autore di numerosi saggi dedicati alla letteratura, al diritto e all'arte contemporanea. Vive e lavora a Roma
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