Mentre Belgrado rientra tra le mete più gettonate per i week end lunghi, sul cielo della Serbia ancora non si vede volare una compagnia nazionale low cost. La prima low cost serba doveva essere la Centavia ma ha chiuso i battenti poco dopo il suo primo volo

28/11/2006 -  Sanja Lučić

La Serbia ha perso la sua prima compagnia privata 'low cost' quasi ancora prima di averla. La Centavia (Central European Aviation doo) infatti ha definitivamente chiuso i battenti poco dopo il suo primo volo charter per Corfù lo scorso 8 luglio, cui hanno fatto seguito pochi altri verso mete turistiche estive come Spagna, Turchia e Grecia.

Dopo il tira e molla ed un sito web quasi sempre in costruzione, le rotte annunciate verso Zagabria (Croazia) e Podgorica (Montenegro) sono state cancellate e i due 'jumbolino' BAe 146-200 noleggiati in Gran Bretagna e già registrati come YU-AGL e YU-AGM, rimandati indietro.

Centavia aveva scelto di avere piloti esperti (reduci dai corsi di aggiornamento in Australia) e la flotta più giovane della Serbia sotto un controllo tecnico ad altissimo livello affidato ai britannici.

Già dal 25 novembre questa compagnia avrebbe dovuto volare tre volte alla settimana verso Zagabria con un costo compreso tra i 9 e i 79 euro tasse escluse, ma l'intervento delle autorità croate, forti del fatto che il cosiddetto free sky agreement tra i due paesi non era stato firmato, ha impedito i primi decolli.

In ogni caso Centavia non poteva ancora effettuare voli low cost perché non era ancora in possesso dei permessi necessari per i voli regolari, mentre li aveva solo per servizi charter.

Le vendite via internet, il call center ed i voli previsti verso molte mete europee inclusa l'Italia (aeroporto di Bergamo) per adesso rimangono sospese e per ora il sogno dei serbi di viaggiare a prezzi bassi si può avverare solo con la German wings, compagnia tedesca che effettua i voli Belgrado-Bonn/Colonia (aeroporto Konrad Adenauer).

I proprietari di Centavia, l'ex direttore della Jat Airways Predrag Vujovic e l'ex direttore della filiale belgradese della Vojvodjanska Banka Zvonko Gobeljic, dopo il fallimento della compagnia Air Maxi avevano fondato la nuova compagnia aerea sulla base dello stesso concetto che però purtroppo ha seguito la stessa sorte di Air Maxi. Nel comunicato sulla chiusura della compagnia si fa riferimento ad una politica non liberalizzata nel campo del traffico aereo e al mercato serbo non ancora pronto ad accettare una sana concorrenza.

Il divieto di volo verso Zagabria e Podgorica è quindi solo uno dei motivi della chiusura di Centavia.

Intanto anche la Master Airways, compagnia montenegrina (proprietà di Montenegro Airlines) con sede in Serbia, che ha ottenuto le autorizzazioni nel maggio 2006 per i voli dall'aeroporto di Nis per Francoforte, Zurigo e Vienna non decolla. Dopo il primo ed unico volo effettuato da Belgrado verso Zurigo lo scorso 6 Aprile il suo Fokker 100 YU-AOM è rimasto a terra.

Si suppone che il divieto di volo decretato dal direttore dell'aeronautica civile arrivi in risposta al divieto imposto dal Montenegro a Centavia per lo scalo di Podgorica, quando il governo montenegrino dopo il primo volo di Centavia il 25 ottobre di quest'anno ha proibito l'atterraggio all'aeroporto Golubovci di Podgorica.

Nel frattempo la compagnia nazionale serba Jat Airways conta sulle promozioni verso Podgorica e Tivat con prezzi da 39 euro a partire dalla prossima estate.

I rapporti tesi tra i due stati sono anche aggravati dal fatto che il Montenegro ha ancora in sospeso con la Serbia l'estinzione del debito di 2,5 milioni di dollari per gli aeroporti di Podgorica e Tivat che la Jat Airways ha ceduto al governo locale.

Insieme alla Jat Airways in Serbia volano altre compagnie private come Air Pink (proprietà della televisione Pink) e la Prince Aviation che ha ospitato a bordo dei suoi executive molte star internazionali. Ma molte compagnie low cost estere come Ryanair e l'ungherese Wizz air sono interessate ad atterrare in Serbia. Ryanair in particolare è interessata allo scalo di Batajnica, non lontano da Belgrado, che comporterebbe costi minori rispetto all'aeroporto Nikola Tesla.

Le autorità serbe hanno già verificato la possibilità di apertura dell'aeroporto di Batajnica e hanno disposto un elenco di priorità relative alla ristrutturazione per poterlo utilizzare per i voli a basso costo.

Tuttavia esistono problemi di ordine burocratico e tecnologico che rallentano la diffusione delle compagnie aeree alternative, infatti i cittadini serbi necessitano tutt'ora di visti per viaggiare al di fuori dei confini nazionali e la diffusione di internet e l'utilizzo delle carte di credito, mezzi fondamentali per comprare biglietti low cost, non sono ancora sufficientemente capillari.

Non avendo problemi di visti gli europei non vedono l'ora che le low cost sbarchino finalmente in Serbia: Belgrado è una delle mete più gettonate per i weekend lunghi ma per adesso è quasi irraggiungibile visti i prezzi delle compagnie che attualmente servono questo scalo.

Molti forum italiani, dove si incontrano persone che hanno il fidanzato o la fidanzata a Belgrado, ogni giorno sperano nell'apertura di una compagnia low cost che diminuirebbe i costi che devono affrontare per incontrarsi.

Un biglietto medio A/R Milano-Belgrado costa circa 230 euro (salvo offerte speciali) con l'Alitalia e circa 170 euro con la JAT (in code sharing con Alitalia) tasse incluse.

Nonostante la mancanza di voli low cost il rinnovato aeroporto Nikola Tesla di Belgrado ha avuto nei primi 8 mesi di quest'anno oltre 1,5 milioni di viaggiatori, facendo segnare un +9% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso e un +17% di decolli/atterraggi rispetto al 2005.

La situazione delle compagnie a basso costo si dovrebbe sbloccare presto anche perché la Serbia punta molto sul turismo, come dimostra l'accordo firmato tra il ministero dell'Economia, Servizi e Turismo (TOS) con la CNN per pubblicizzare la Serbia come nuova meta turistica in uno spot televisivo di 45 secondi. Intanto i primi turisti britannici sbarcheranno sulla montagna di Kopaonik questo inverno grazie alla loro compagnia charter Thomson.

Per adesso il cielo sopra la Serbia rimane senza una compagnia nazionale low cost, con i cosidetti "giambolini" tornati in Inghilterra e con il sito www.centavia.com che da giorni risulta "Under Construction".


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