Paola Rosà 5 ottobre 2020

Sono 39 le querele per diffamazione che Rok Snežič, consulente fiscale e amico personale del primo ministro Janez Janša, ha depositato ai danni di tre giornalisti del giornale online Necenzurirano, un portale indipendente fondato lo scorso gennaio

In una serie di inchieste giornalistiche, Primož Cirman, Vesna Vuković e Tomaž Modic, avevano rivelato come Snežič fosse implicato nella gestione di un prestito bosniaco di quasi mezzo milione di euro al partito del premier (SDS). E ora i tre giornalisti si trovano a doversi difendere ciascuno da 13 cause per diffamazione. Secondo la legislazione slovena, la diffamazione prevede anche pene carcerarie fino ad un anno di reclusione.

Come riferisce il Consiglio d'Europa sulla piattaforma di monitoraggio delle minacce ai giornalisti, e come riporta anche una dichiarazione del Media Freedom Rapid Response di cui OBCT fa parte, dall'insediamento del governo Janša nel marzo 2020, Snežič ha continuato a minacciare querele, parlando della vicenda su diverse testate legate al partito, alla sua stessa famiglia e a aziende ungheresi connesse con Viktor Orbán.

Succede in tanti altri casi in tutta Europa, e anche in questo caso le querele – in inglese definite dall'acronimo SLAPP - sono un tentativo di intimidire i giornalisti trascinandoli in tribunale dove dovranno spendere soldi e tempo per difendersi; si tratta inoltre di un modo per danneggiarne la reputazione, come è accaduto per i tre giornalisti sloveni che hanno subito anche vere e proprie campagne diffamatorie. In agosto Snežič li ha accusati di “ingannare i contribuenti” e ha fatto commenti sessisti su Vesna Vuković, insinuando che fosse “amica intima” di un ex funzionario governativo dell'allora Repubblica Socialista slovena.

Il consorzio MFRR si dice “estremamente preoccupato” per la mole di cause intentate ai danni dei giornalisti investigativi di Necenzurirano,

Il querelante, che gestisce un'azienda di consulenza fiscale, era già stato condannato per frode, riciclaggio di denaro ed evasione fiscale.

“Crediamo che sia palesemente chiaro come il numero e la natura di queste querele per diffamazione ai danni di Necenzurirano dimostrino che non si tratta di cause intentate per avere giustizia, ma di modi per zittire la testata costringendo i giornalisti a battaglie legali costose ed estenuanti che oltre a prosciugarne le risorse li scoraggeranno dal continuare le inchieste”: secondo il consorzio MFRR il caso sloveno rappresenta uno degli episodi più gravi di SLAPP, fenomeno contro cui l'Unione Europea intende agire al più presto in varie forme.

Auspicando che il tribunale sloveno riconosca le querele per quello che sono, ovvero “un chiaro abuso del sistema legislativo e giuridico per esercitare pressione su una testata appena nata”, il consorzio si augura che le querele vengano archiviate.

Ma un appello va anche al parlamento sloveno, perché riprenda la discussione sulla riforma della diffamazione, e alla Commissione Europea, perché introduca delle salvaguardie procedurali anti-SLAPP nell'ambito del Piano d'Azione sulla Democrazia di prossima elaborazione. Si tratta in pratica di trovare uno standard minimo di tutela a livello europeo, ad esempio introducendo sanzioni per i querelanti in malafede.

Tornando alla Slovenia, quest'ultimo episodio si inserisce in un panorama di rapido declino della libertà di stampa nel paese, dove il premier si è più volte scagliato contro i giornalisti e il partito al governo sta tentando tra le altre cose di depotenziare l'emittente pubblica. Gli attacchi al giornalismo indipendente sembrano sforzi coordinati di un sistema che mira al controllo totale della critica e del dissenso.

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