Presidenziali in Turchia, l'opposizione unita sfida Erdoğan
7 marzo 2023
Dopo giorni di accese discussioni, lunedì un blocco costituito da sei partiti in Turchia ha concordato di nominare Kemal Kılıçdaroğlu, leader del principale partito di opposizione nel paese, il Partito popolare repubblicano, CHP, per sfidare il presidente Recep Tayyip Erdoğan alle cruciali elezioni presidenziali previste entro la fine di giugno.
La svolta è arrivata dopo che uno dei partiti, il Buon partito, ha accettato di tornare al tavolo dei negoziati a condizione che i sindaci di Istanbul e Ankara, Ekrem İmamoğlu e Mansur Yavaş, ricoprissero la carica di vicepresidenti in caso di vittoria dell'opposizione.
"Non sono solo io: 84 milioni di persone sono candidate per questa posizione", ha detto il 74enne Kılıçdaroğlu a una grande folla davanti al quartier generale del CHP nella capitale Ankara. "Uniti vinceremo", ha gridato la folla. Dopo l'annuncio, ci sono stati segnali di un crescente slancio dell'opposizione, poiché l'Alleanza di sinistra per il lavoro e la libertà guidata dal filo-curdo Partito democratico del popolo, HDP, ha suggerito che potrebbe astenersi dallo schierare il proprio candidato. "Stiamo aspettando che Kılıçdaroğlu venga a trovarci e ci parli", ha dichiarato il co-presidente dell'HDP Mithat Sancar.
L'opposizione intravede un'opportunità storica per porre fine ai 21 anni di governo di Erdoğan e del suo Partito per la giustizia e lo sviluppo, cogliendo la diffusa frustrazione dei cittadini dopo anni di turbolenze economiche, profonde divisioni sociali e, più recentemente, la risposta del governo ai devastanti terremoti d'inizio febbraio che hanno ucciso più di 46.000 persone e lasciato milioni di senzatetto.
Oltre a concordare su Kılıçdaroğlu come unico candidato, l'Alleanza Nazionale ha anche concordato 12 punti per uno scenario post-elettorale, tra cui l'impegno a eliminare l'attuale sistema presidenziale introdotto da Erdoğan e fare ritorno a una democrazia parlamentare. Se Kılıçdaroğlu vincerà, i leader degli altri cinque partiti oltre al CHP diventeranno vicepresidenti, mentre ogni partito si occuperà di almeno un ministero. Il resto dei posti di gabinetto sarà distribuito in base alla quota di voto popolare di ciascun partito nelle elezioni parlamentari, abbinate alle presidenziali.
İmamoğlu e Yavaş saranno nominati vicepresidenti una volta apportati gli adeguamenti legali per autorizzare la nomina dei sindaci alla carica presidenziale. Alla coppia verranno assegnate ulteriori responsabilità per la ricostruzione post-terremoto.
L'Alleanza Nazionale - così si chiama la coalizione - riunisce il socialdemocratico CHP, il Buon partito, formazione di destra, il conservatore Partito della Felicità, SP, il partito democratico di centrodestra, DP, il Partito liberale DEVA e il Partito islamista del futuro. Per legge, la Turchia deve tenere le elezioni presidenziali e parlamentari entro la fine di giugno, e Erdoğan ha accennato alla data del 14 maggio.
Fonte: BalkanInsight