Insieme ai partner del Media Freedom Rapid Response, pubblichiamo un appello in difesa dei giornalisti e delle giornaliste in Ucraina in occasione della giornata dell’indipendenza e a sei mesi esatti dall’inizio dell’aggressione russa
Il 24 agosto segna l’anniversario dell’indipendenza dell’Ucraina dall’Unione Sovietica, ma anche i sei mesi dall’inizio dell’aggressione russa. In questa giornata, i membri del consorzio Media Freedom Rapid Response ribadiscono la loro continua solidarietà con i giornalisti e le giornaliste che stanno rischiando la loro vita e la loro sicurezza per riportare informazioni indipendenti, imparziali ed accurate dai luoghi del conflitto.
Chiediamo la cessazione delle uccisioni, i sequestri e gli altri attacchi nei confronti dei giornalisti, e che i responsabili vengano processati secondo il diritto interno e internazionale. La sicurezza dei giornalisti è fondamentale per assicurare che circolino informazioni sulla realtà della guerra e le sue conseguenze umanitarie, oltre che per accertare le responsabilità.
In questi sei mesi di guerra, la piattaforma Mapping Media Freedom ha registrato più di 100 violazioni della libertà di stampa in Ucraina. Reporter ucraini e provenienti da altri paesi sono stati intenzionalmente attaccati e uccisi dalle truppe russe. Il consorzio Media Freedom Rapid Response ha verificato l’uccisione di otto giornalisti e giornaliste: Yevheniy Sakun, Brent Renaud, Pierre Zakrzewski, Oleksandra Kuvshynova, Oksana Baulina, Maks Levin, Mantas Kvedaravičius e Frédéric Leclerc-Imhoff. Altre organizzazioni hanno accertato numeri di vittime più alti. Cinque reporter sono stati uccisi da armi da fuoco, mentre altri tre sono stati vittime di bombardamenti.
Ci sono prove che dimostrano l’uccisione di almeno altri cinque giornalisti ucraini da parte delle truppe russe nei territori occupati, ma i fatti non sono ancora stati accertati e le motivazioni rimangono poco chiare. Dall’inizio della guerra, sono emersi documenti che provano l’intenzionalità dell’esercito russo nell’attaccare le infrastrutture di comunicazione, mentre molti giornalisti sono stati inseriti nelle “liste dei ricercati”. La sicurezza dei giornalisti e degli altri lavoratori dei media è di fondamentale importanza e deve essere rispettata.
A causa dell’invasione si è anche verificato il collasso del mercato pubblicitario che consente la sopravvivenza delle testate giornalistiche. Senza questa fonte di reddito, la loro sostenibilità finanziaria è gravemente minacciata. Sono numerose le testate che sono state costrette a chiudere, così come sono molti i giornalisti che si sono ritrovati in aspettativa non retribuita. L’assenza di fonti di finanziamento sostenibili nel lungo periodo, insieme all’impossibilità di costruire piani concreti per il futuro nell’incertezza della guerra, indebolisce fortemente il mondo dell’informazione. In questo contesto, i cittadini diventano ancora più suscettibili ad operazioni concertate di disinformazione, e l’opinione pubblica rischia di essere sempre più lontana dai fatti e dalla realtà.
Dall’inizio dell’aggressione, i partner del Media Freedom Rapid Response stanno contribuendo agli sforzi internazionali per offrire sostegno e hanno ampliato il mandato del progetto per essere in grado di rispondere ai bisogni dei giornalisti e delle giornaliste in Ucraina. Supporto pratico è stato offerto per assicurare una risposta alle necessità immediate dei giornalisti. Nuovi programmi di residenza protetta per giornalisti sono stati avviati in Germania e in Kosovo con il sostegno delle autorità locali.
Nonostante gli impegni internazionali a favore dei media in Ucraina stiano andando avanti, c’è ancora bisogno di supporto per i giornalisti impegnati al fronte, per le redazioni che hanno perso la stabilità economica, e per tutti quei reporter che sono stati costretti a lasciare il paese a causa dell’aggressione. Ribadiamo dunque il nostro supporto a tutte le voci indipendenti della regione e al loro impegno affinché il giornalismo indipendente continui ad informare il mondo su quanto sta accadendo in Ucraina.
Firmato:
ARTICLE 19 Europe
European Centre for Press and Media Freedom (ECPMF)
European Federation of Journalists (EFJ)
International Press Institute (IPI)
OBC Transeuropa (OBCT)
Free Press Unlimited (FPU)
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