Il 19 maggio a Venezia, si tiene l'incontro di dibattito "Italia Balcani" organizzato dall'Archivio SCritture Scrittrici migranti in collaborazione con il Comune di Venezia e in Centro Donna. Tra le relatrici Melita Richter, sociologa traduttrice e saggista, Azra Nuhefendić, giornalista e scrittirice bosniaca, Eugenia Bulat, scrittrice moldava di lingua romena, Valentina Pellizzer
Fonte: Comune di Venezia
Elaborazione di Osservatorio Balcani e Caucaso
L'Archivio Scritture Scrittrici migranti, costituitosi presso l’Università Ca’ Foscari, prosegue la sua attività con l'evento dal titolo “Italia Balcani” che si terrà il 19 maggio a Venezia, presso la Biblioteca di Servizio didattico alle Zattere con inizio alle ore 15.30. L'evento è centrato sulle scrittrici e sulle esperienze di migrazione tra Italia e Balcani. L'iniziativa è stata resa possibile grazie alla collaborazione con Tiziana Agostini, assessora alla cultura e alla cittadinanza delle donne del Comune di Venezia e con il Centro Donna.
Nella consapevolezza dell’importanza di un ambito geopolitico vitale come quello dei Balcani e dei fenomeni culturali prodotti dalla migrazione, particolarmente consistente, di donne verso l'Italia, si è inteso proporre un’occasione di conoscenza e approfondimento, grazie alle voci di scrittrici che consentiranno di riflettere su un’ampia panoramica di problematiche ed esperienze. Interverranno infatti autrici di diversa provenienza e formazione intellettuale.
Tra le relatrici Melita Richter Malabotta, sociologa, traduttrice, saggista e mediatrice culturale. Nata a Zagabria, dal 1980 vive a Trieste dove lavora come docente di sociologia alla SSiSS, Università di Trieste. Autrice di diverse ricerche, partecipa attivamente al dibattito internazionale sulla questione balcanica, sull'integrazione europea, sulla scrittura migrante e sulla posizione della donna nella società contemporanea. Tra i suoi lavori ricordiamo che è curatrice del libro l'Altra Serbia, gli intellettuali e la guerra (Selene 1996) e, insieme a Maria Bacchi, di Le guerre cominciano a primavera. Soggetti e genere nel conflitto jugoslavo (Rubbettino 2003).
A seguire Azra Nuhefendić, giornalista bosniaca che dal 1995, anno in cui ha dovuto lasciare il suo paese, vive a Trieste. Collabora con varie testate ed è corrispondente di Osservatorio Balcani e Caucaso. E' stata premiata più volte in Italia e all'estero per la sua attività di giornalista, tra i quali il prestigioso premio giornalistico internazionale "Writing for Central and Eastern Europe" 2010 per il suo articolo “Il treno” scritto per Osservatorio Balcani e Caucaso. Ha appena pubblicato Le stelle che stanno giù. Cronache dalla Jugoslavia e dalla Bosnia Erzegovina (Spartaco 2011).
Parleranno poi la scrittrice Eugenia Bulat, rappresentante della cultura romena nella Repubblica Moldova, e Valentina Pellizzer, responsabile della sede di Sarajevo della ong "Oneworld Platform for Southeast Europe".
Eugenia Bulat è nata a Sadova – distretto di Călăraşi - e si è laureata presso la Facoltà di Filologia (1982). Dopo aver lavorato come professoressa, nell’ambiente esplosivo degli anni ’90 è stata il primo sindaco eletto in modo democratico. Giunta a Chişinău, lavora in diverse istituzioni e dal 1991 fonda e dirige il cenacolo letterario "Iulia Hasdeu" , poi la rivista “Clipa siderală” (L’attimo siderale) un vivaio di coscienze, di notevoli intelligenze e di giovani speranze letterarie. Dal 2007 vive a Venezia.
Eugenia Bulat, nata a Sadova in Moldavia, ha studiato presso l'Università di Stato di Chişinău e presso l'Università Pedagogica "Ion Creangă". Primo sindaco democraticamente eletto nel suo villaggio natìo dopo il 1989, ha lavorato come professoressa, giornalista (Agenzia Nazionale Moldpres) ed editore. È stata fondatrice e conduttrice del cenacolo letterario Iulia Hasdeu (1991) e della rivista letteraria Clipa siderală (L'attimo Siderale) (1995). Tra le opere di Eugenia Bulat, la raccolta poetica Venezia ti fu data. Diario di una latitante dell’Est (Ed. Cartier, Chişinău, 2008) e Nello sgabuzzino. Secondo diario di una latitante dell'Est. Dal 2007 vive a Venezia.
Infine Valentina Pellizzer, di origini calabresi, vive a Sarajevo. Coordina la Fondazione Oneworld South East Europe, piattaforma di informazione multilingue per il sud-est Europa con sede a Sarajevo e si occupa di formazione su questioni di genere e uso delle nuove tecnologie, in particolare internet e Software open source. Di organizzazioni non governative ha grandi conoscenza ed esperienza e ha lavorato per svilupparne le capacità di operare in modo costruttivo con le forze governative. Autrice di racconti, poesie e articoli, ha fondato il giornale femminista «Tempo di Marea, Periodico di pratiche politiche femminili. E' membro della Association for Progressive communication e della Association Akcija Gradjana.
Sarà un pomeriggio ricco di interventi e riflessioni sulle scrittici e sulle esperienze di migrazione tra Italia e Balcani: a concluderlo, la proiezione di un racconto digitale prodotto dal Laboratorio del Centro Donna Multiculturale, frutto di un’interessante e innovativa esperienza didattica, il Digital Storytelling è una storia personale. Due, tre minuti che uniscono la voce alle immagini scelte e montate dalla narratrice. Sono storie in prima persona che scelgono di un’intera vita un momento e alla fine la storia raccontata diventa esperienza collettiva e memoria. Questa volta il tema del viaggio racconta esperienze e casi reali, all’interno di un percorso di insegnamento della lingua italiana alle migranti.