Nei giorni scorsi una delegazione dell'European Federation of Journalists (EFJ) si è recata in visita a Belgrado; dispiaciuto per non essere stato invitato, il presidente serbo Aleksandar Vučić ha mosso il suo gabinetto per organizzare un incontro in cui poter illustrare in prima persona lo stato dei media nazionali e della libertà d’espressione nel paese, cogliendo l’occasione per presentarsi ancora una volta come vittima della pressione dei media. Stando a quanto riferito dai membri della delegazione, EFJ non è rimasta particolarmente impressionata dalle affermazioni del Capo dello Stato.
In Serbia le organizzazioni e le associazione giornalistiche, compreso il settore delle ONG, ritengono che per quanto riguarda la libertà dei media e la libertà di parola l'unico obiettivo delle pubbliche autorità sia quello di mostrare a Bruxelles e a Washington che le cose nel paese si stanno aggiustando. Secondo le organizzazioni dei media, il governo usa tutti i mezzi disponibili per screditare o distruggere finanziariamente i media che professionalmente riportano e commentano eventi rilevanti per il paese.
Secondo questo editoriale di “Beta”, i media e i cittadini serbi stanno diventando una specie di megafono che amplifica e ripete i messaggi del leader. L’élite politica si impegna ad espellere i pochi media critici nei confronti del governo e la comunicazione pubblica sta sviluppando nuove tecniche per discreditare i rappresentanti dell’opposizione.
Non soddisfatti dal metodo di redazione della nuova strategia dei media, il cui testo doveva essere completato e posto in discussione pubblica, i rappresentanti delle associazioni dei giornalisti si sono ritirati dal gruppo di lavoro del Ministero della Cultura. Le principali associazioni dei giornalisti chiedono la creazione di un nuovo gruppo di lavoro e l'inclusione di esperti e della società civile.
In questi giorni i media serbi hanno risposto all’esternazione della prima ministra Ana Brnabić - che ha dichiarato che non esiste un giornalismo oggettivo nel paese - definendola infondata, cinica e frivola e richiedendo un dialogo aperto sul giornalismo imparziale. Il deterioramento del panorama dei media serbi sta guadagnando maggiore attenzione all'estero e la Federazione Europea dei Giornalisti (EFJ) ha deciso di inviare una missione internazionale nel paese per contribuire a migliorare la libertà di espressione e le libertà dei media.
Schermi neri contro le tenebre dei media nazionali: le testate giornalistiche che non sono sotto la diretta influenza del governo e numerosi portali e siti web di organizzazioni non governative hanno annerito i loro siti web per un'ora. Obiettivo: attirare l'attenzione del pubblico sullo stato in cui versa la libertà d’informazione in Serbia.
Il discorso d’odio e le minacce sono un avvenimento quotidiano in Serbia, un problema che si è spostato dalla politica ai media, in particolare nei confronti di quelle testate che esercitano il giornalismo investigativo, indagando le irregolarità nell'applicazione delle leggi e le persone che si trovano dietro a simili irregolarità, che di norma rimangono impunite.
Da 7 anni in Montenegro esiste una legge sul libero accesso alle informazioni pubbliche, tuttavia in molto casi le informazioni richieste non vengono concesse e nessuno viene sanzionato.
I rappresentati dell'Associazione dei giornalisti hanno dichiarato il 2 febbraio che le sentenze sui media sono spesso ingiuste, che le procedure sono automatizzate e che i giudici non prendono abbastanza sul serio i casi che riguardano i media.