La Corte ha confermato la pena detentiva per l'insegnante Ayşe Çelik, condannata a 15 mesi di carcere per aver detto “non lasciate che i bambini muoiano” in diretta sul canale televisivo Kanal D. La partecipazione al programma televisivo “Beyaz Şov” era stata via telefono, e il riferimento agli scontri civili nella Turchia sudorientale verificatesi nell’estate del 2016.
In vista della prossima audizione del 25 settembre, la rivista “Leman Humor” e la Journalists Outside Initiative con le loro copertine hanno chiesto di sostenere gli imputati del processo Cumhuriyet, in cui sono coinvolti 20 dipendenti del quotidiano.
Dopo che il suo ultimo articolo non è stato pubblicato, il giornalista Ahmet Taşgetiren ha annunciato le sue dimissioni dal quotidiano "Star". Commentatore e editorialista di un giornale filo-governativo, in questo periodo Taşgetiren stava iniziando a scrivere articoli critici.
Vietato dalla sotto-governatoria di Beyoğlu che ha addotto come motivazione lo stato di emergenza, la cerimonia di conferimento del 25 ° premio "Musa Anter e libera stampa” si è tenuta presso un’associazione per i diritti umani.
Un'analisi dettagliata e unica nel suo genere del diritto di accesso alle informazioni in Turchia, dove non solo il diritto di accedere alle informazioni rimane sulla carta ma anche la libertà d'espressione è duramente violata.
Come parte di tre decreti emessi durante lo stato d'emergenza, 177 canali mediatici sono stati chiusi e solo 11 hanno poi riaperto. Attualmente i disoccupati del settore ammontano a 2500.
250 anni dopo la prima legge sulla trasparenza in Europa, adottata in Svezia nel 1776, i cittadini europei hanno bisogno di accedere alle informazioni nei fatti e non solo sulla carta.
Su 107 giornalisti arrestati, 71 sono della comunità gülenista, mentre gli altri 29 provengono da media curdi. 155 organi della stampa sono stati chiusi, mentre sono stati ritirati 775 tesserini giornalistici e 49 passaporti.