Più degli articoli scritti, la fotografia può contribuire a creare e diffondere una “falsa realtà”. Qual è il potere della fotografia nel giornalismo? In questo articolo scritto per Media Centar, Saida Mustajbegovic analizza i pericoli della “fake photography” e come questa possa indurre i lettori a fraintendimenti e interpretazioni errate.
In Bosnia Erzegovina il numero di donne che guidano i media, sia come redattori che come manager è ben lungi dall'essere soddisfacente. Stiamo parlando del 30% delle posizioni di leadership disponibili...
Le statistiche sulla violenza contro le donne che sono nate dalla campagna #MeToo mostrano dati chiari, ma quale è la reazione dei media in Bosnia-Erzegovina e nel mondo? Alan Pejković analizza l'approccio giornalistico e mediatico a questo argomento in diverse società.
Negli ultimi due anni le restrizioni alla libertà dei media in Turchia sono state allarmanti: le autorità hanno chiuso centinaia di media e molti giornalisti sono stati licenziati o sono finiti in prigione. In Bosnia Erzegovina non c'è molta discussione sul ruolo di Erdogan nel distruggere la stampa libera in Turchia, anche perché il leader turco e il suo capitale politico svolgono un ruolo considerevole nel nazionalismo dei bosgnacchi (i cosiddetti "bosniaci musulmani").
Il Centro investigativo di Sarajevo (CIN ) celebra 13 anni di lavoro. Nel corso della sua lunga attività, il CIN ha pubblicato oltre 500 articoli investigativi, 14 database online e diversi film e documentari. In occasione del compleanno, Media Centar ha intervistato il capo redattore Aladin Abdagic: sull'evoluzione e le sfide del giornalismo investigativo in Bosnia-Erzegovina e le minacce cui i giornalisti sono ancora sottoposti.
L'intervista a Sebija Izetbegovic, direttrice del Centro Clinico Universitario di Sarajevo, venne annunciata per la prima volta il 25 ottobre, ma improvvisamente e senza alcuna spiegazione è stata rimossa dal palinsesto della Radio e Televisione della Bosnia-Erzegovina (BHRT). La produzione e la trasmissione dell'intervista hanno sollevato molte preoccupazioni e domande tra i cittadini e gli esperti dei media in Bosnia-Erzegovina, domande sulla reale indipendenza dell'emittente statale dall'influenza esterna.
In Bosnia, una delle ragioni alla base dell’incapacità di raccontare la vita e la situazione delle persone con disabilità è l'ignoranza di una terminologia adeguata. Solo i media specializzati sanno usare il vocabolario corretto quando si scrive su questo tema. L'attivista e giornalista Ana Kotur cerca di spiegare perché l'uso di una corretta terminologia non minaccia la libertà d’espressione dei giornalisti.
Venticinque anni dopo la guerra, il corrispondente di guerra tedesco Erich Rathfelder continua a rimanere in Bosnia Erzegovina. Perché? Perché ci sono molti argomenti di cui sente il bisogno di riferire. Rathfelder scrive anche per Mediacentar: sulla sua esperienza come corrispondente, ma soprattutto su come le ideologie di oggi si confrontino con la politica, le scuole e i media.
I media bosniaci concentrano la loro attenzione su quegli stati che sono considerati élite, sugli individui che sono accettati come i più importanti individui della nostra società e sugli eventi che riguardano queste persone e nazioni. Dall’altra parte, un gran numero di coloro che non sono grandi, ricchi e "importanti" sono lasciati dietro alle porte chiuse che conducono allo spazio dei media.
In Bosnia Erzegovina ricorrono i 110 anni dalla prima legge sulla stampa: correva l’anno 1907. Boro Kontic di Mediacentar analizza la legge di allora e la compara con il panorama mediatico odierno.