Le esperienze dei giornalisti che lavorano nelle redazioni in Bosnia Eerzegovina indicano che le politiche editoriali dei media, sotto l'indiretta pressione di élite politiche ed economiche, creano un'atmosfera in cui è lampante quali siano i temi dei quali i giornalisti non dovrebbero occuparsi.
La street art è un mezzo d'espressione estremamente efficace, che riflette e si confronta con le politiche che riguardano lo spazio pubblico e le caratteristiche specifiche del contesto nel quale quello spazio si colloca. Nella Mostar frammentata del dopoguerra bosniaco, la street art contribuisce al cambiamento, dando visibilità a questioni pressanti, così come al potenziale di trasformazione. E lo fa servendosi dei muri.
In Serbia è sempre più frequente l'uso della retorica nazionalista per denigrare e minacciare i giornalisti che esprimono una posizione critica nei confronti del governo e del partito di maggioranza. Dino Jahić analizza il caso delle recenti minacce ricevute dai colleghi Dinko Gruhonjić e del presidente dell'Associazione indipendente dei giornalisti della Vojvodina, Nedim Sejdinović.
Il tentato golpe del 15 luglio, le ripercussioni sui media e giornalisti turchi. L'editoriale di Bülent Mumay, uno dei giornalisti arrestati in quei giorni.
La Finlandia può contare su uno spazio mediatico florido, leggi avanzate a tutela della libertà di stampa, una governance trasparente e una forte indipendenza della categoria dei giornalisti. La giornalista Lidija Pisker si confronta con alcuni colleghi finlandesi, per capire cosa significhi esercitare il mestiere di giornalista nel paese numero uno al mondo nel World Press Freedom Index.
La riforma della regolamentazione del settore audiovisivo in Moldavia, in discussione in queste settimane, mette a rischio il pluralismo del media nel paese.
E' difficile parlare di libertà di stampa quando molti giornalisti non osano fare domande durante le conferenze stampa. Quelli che sono abbastanza coraggiosi da indagare e pubblicare informazioni a proposito di uomini influenti, in Serbia finiscono spesso in prima pagina e sono considerati nemici pubblici.
Il governo ultraconservatore croato, insediatosi da poco, percepisce la libertà di pensiero come una gang ribelle che dovrebbe essere pacificata attraverso l'eliminazione del suo "quartiere generale" – i media. Ne è prova il fatto che Mirjana Rakic, presidente del Consiglio dei Media Elettronici, ha dato le sue dimissioni.
Gli attacchi ai giornalisti di N1 e FTV sono solo gli ultimi esempi di minacce alla libertà dei media. Ancora una volta questi attacchi testimoniano l'inadeguatezza degli sforzi compiuti dalla polizia e dalle autorità giudiziarie a protezione dei lavoratori dei media.
Il numero di persone interessate a contenuti satirici sta crescendo. Se la libertà e la professionalità dei media giornalistici è in pericolo, in tanti credono che le notizie satiriche potrebbero rappresentare una soluzione.