Dopo le accuse di “associazione criminale”, il parlamento greco ha sospeso stamattina il finanziamento pubblico ad Alba dorata, movimento neo-nazista cresciuto al''ombra della lunga crisi economica nel paese. Alba dorata non sembra però sul punto di scomparire dalla scena politica ellenica. Il servizio di Francesco Martino per il GR di Radio Capodistria [23 ottobre 2013]
E' stato un raro esempio di convergenza politica quella con cui, nelle prime ore dell'alba di stamani i deputati greci hanno votato a larghissima maggioranza un emendamento che di fatto sospende il finanziamento pubblico per il movimento neo-nazista Alba dorata, entrato nel parlamento di Atene dopo le elezioni parlamentari del giugno 2012.
Il provvedimento, supportato da 235 deputati su 300, prevede la sospensione dei fondi nel caso in cui la leadership politica di un partito venga accusata di “associazione criminale” e “atti di terrorismo”: proprio le imputazioni mosse contro il segretario di Alba dorata Nikolaos Mihaloliakos, al momento in custodia cautelare, e altri cinque parlamentari del movimento. Pur continuando ad essere rappresentata in parlamento, Alba dorata non riceverà quindi i circa 900mila euro di finanziamento pubblico previsti per il 2013.
Il giro di vite contro Alba dorata, partito dalla dichiarata ideologia di estrema destra, ed accusato in questi anni di frequenti e violenti attacchi contro stranieri e militanti di sinistra, è arrivato dopo l'omicidio del rapper anti-fascista Pavlos Fyssas, ucciso lo scorso 18 settembre da un attivista di Alba dorata.
Mihaloliakos e gli altri imputati hanno negato qualsiasi legame con l'omicida, sostenendo che le accuse sono basate su motivazioni politiche. Se trovati colpevoli, i parlamentari di Alba dorata rischiano fino a dieci anni di reclusione.
Pur costretto sulla difensiva e in calo di consensi, il fenomeno “Alba dorata” non sembra però sul punto di scomparire dalla scena politica ellenica. Un recente sondaggio ha registrato una sostanziale tenuta in aree strategiche del paese, come la capitale Atene, evidenziando che alla base del sostegno al movimento resta il voto di protesta contro il sistema politico corrotto che ha portato la Grecia allo sfascio.