Le elezioni europee in Grecia segnano la prima storica vittoria della sinistra radicale, guidata da Alexis Tsipras. SYRIZA ha reclamato a gran voce elezioni anticipate, richiesta però rigettata dal premier conservatore Antonis Samaras. Il servizio di Francesco Martino per il GR di Radio Capodistria (26 maggio 2014)
Tutti i sondaggi preannunciavano un testa a testa ma, a spoglio praticamente ultimato, SYRIZA - il partito della sinistra radicale – emerge dall'eurovoto come prima forza politica in Grecia superando nettamente i conservatori di Nuova democrazia del premier Antonis Samaras.
Il partito guidato dal giovane Alexis Tsipras, candidato dalla sinistra europea a prossimo presidente della Commisione, ha conquistato ieri il 26,5% dei voti e sei seggi al parlamento di Bruxelles, contro il 22,7% delle preferenze e i cinque eurodeputati ottenuti da Nuova democrazia.
Un risultato che Tsipras non ha esitato a definire “storico”, chiedendo poi di portare la Grecia al voto anticipato “il prima possibile”. Per Tsipras, l'attuale esecutivo ha perso ogni legittimità di imporre ulteriori politiche di austerità ai cittadini ellenici, misure che – come dimostrano i risultati del voto - sarebbero state rigettate dall'elettorato.
Pur ammettendo una parziale sconfitta, Samaras ha però respinto ogni ipotesi di voto anticipato, anche grazie alla provvidenziale tenuta degli alleati del partito socialista, (PASOK) capaci di ottenere un inaspettato 8%.
Ad emergere come terza forza dalle europee sono i neo-nazisti di Alba dorata, che ha confermato la crescita nonostante buona parte della leadership del partito sia in oggi prigione, accusata di reati violenti ed associazione a delinquere. Col 9% dei voti, Alba dorata manderà tre suoi rappresentanti all'europarlamento, ingrossando così le fila dei movimenti estremisti ed euro-scettici in forte crescita in tutto il Vecchio continente.
Questa pubblicazione è stata prodotta con il contributo dell'Unione Europea, nel quadro dei programmi di comunicazione del Parlamento Europeo. La responsabilità sui contenuti di questa pubblicazione è di Osservatorio Balcani e Caucaso e non riflette in alcun modo l'opinione dell'Unione Europea. Vai alla pagina del progetto BeEU - 8 Media outlets for 1 Parliament.
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