Istanbul - Pixabay

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Incontro ieri a Istanbul tra i presidenti di Turchia e Serbia e il membro musulmano della presidenza di Bosnia-Erzegovina. Al centro del summit l'autostrada Belgrado-Sarajevo e la stabilità nei Balcani occidentali. Francesco Martino (OCBT) per il GR di Radio Capodistria [30 gennaio 2018]

Infrastrutture e stabilità: queste le parole d'ordine con cui la Turchia rilancia la propria presenza nei Balcani occidentali, soprattutto nei confronti di Serbia e Bosnia-Erzegovina. Ieri il presidente turco Recep Tayyp Erdoğan ha incontrato ad Istanbul il proprio omologo serbo Aleksandar Vučić, insieme a Bakir Izetbegović, rappresentante bosgnacco alla presidenza tripartita della Bosnia.

Al centro dei colloqui trilaterali, tenuti a porte chiuse, il rilancio dell'autostrada tra Belgrado e Sarajevo, progettata da tempo ma fin qui bloccata dalle forti divergenze sul percorso espresse dalle due entità bosniache, la Federazione e la Republika Srpska.

In una dichiarazione ai media, Izetbegović ha definito i risultati dell'incontro “potenzialmente storici”, ribadendo poi la fiducia nell'apporto decisivo di Ankara per finalizzare il progetto.

Al termine dell'incontro il presidente serbo Vučić ha riaffermato l'impegno di Belgrado a rispettare l'integrità territoriale della Bosnia, chiedendo però “sicurezza per i serbi che vivono nel paese”. Vučić ha poi espresso la speranza che, grazie alla mediazione turca, si possa finalmente concludere la demarcazione del confine tra i due paesi, questione che rimane ancora aperta. “La cosa importante è riuscire ad assicurare una pace duratura per il popolo serbo, ma anche per i bosgnacchi e i croati che vivono in Bosnia”, ha commentato infine il presidente serbo.

Nel corso dei colloqui, sono state esplorate anche nuove possibilità di investimenti turchi nei Balcani occidentali, oggi in crescita sia in Bosnia che in Serbia.