Dopo il “no” dell'UNESCO alla domanda di ammissione del Kosovo, a Pristina la Corte costituzionale congela la creazione dell'Associazione delle municipalità serbe. Negative le reazioni a Belgrado. Il servizio di Francesco Martino (OBC) per il GR di Radio Capodistria [11 novembre 2015]
Dopo il recente “no” dell'UNESCO all'ammissione del Kosovo come nuovo stato membro, arrivato lunedì scorso anche grazie al forte ostruzionismo serbo, ecco emergere nuove pesanti polemiche tra Pristina e Belgrado.
A provocarle una decisione della Corte costituzionale kosovara, che ha ordinato di congelare la creazione dell'Associazione delle municipalità serbein Kosovo. Il prossimo gennaio, la stessa corte dovrebbe pronunciarsi in modo conlusivo sull'ammissibilità della nuova istituzione.
La futura Associazione assicura alla comunità serba in Kosovo un alto grado di autonomia. Proprio per questo è fortemente osteggiata dall'opposizione kosovara, che la vede come una minaccia all'integrità territoriale del Kosovo e che, nei mesi scorsi, ha bloccato con violenza i lavori del parlamento di Pristina per impedirne l'implementazione.
La nascita dell'Associazione rappresenta il punto centrale degli accordi Bruxelles - sottoscritti nell'aprile 2013 tra Serbia e Kosovo per normalizzare le proprie relazioni bilaterali - e ritenuti di fondamentale importanza per sbloccare l'avvicinamento all'Unione europea di entrambe le parti.
La reazione di Belgrado non si è fatta attendere: il ministro degli Esteri Ivica Dačić ha definito la decisione della corte kosovara come “una grave minaccia alla stabilità regionale”, aggiungendo che senza l'Associazione “gli accordi di Bruxelles perdono ogni senso”.
Dačić ha quindi invocato l'intervento di Stati Uniti ed Unione europea. “Se a sospendere gli accordi fosse stata la Serbia”, ha poi commentato Dačić, “le reazioni sarebbero state immediate e pesanti”.
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