Dopo anni di attesa, è iniziata martedì al confine tra Serbia e Bosnia Erzegovina la costruzione dell'autostrada Belgrado-Sarajevo, finanziata col contributo fondamentale della Turchia, che rafforza il proprio ruolo nella regione. Francesco Martino (OBCT) per il GR di Radio Capodistria [9 ottobre 2019]
È partita con la posa della prima pietra a Sremska Rača, sulle rive della Sava al confine serbo-bosniaco la costruzione dell'attesa autostrada tra Belgrado e Sarajevo. Protagonisti della cerimonia, in presenza di migliaia di persone, il presidente serbo Aleksandar Vučić, i membri della presidenza tripartita di Bosnia Erzegovina e, ospite d'onore, il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan.
È la Turchia, infatti, il motore in grado di avviare la costruzione di un'opera attesa da lungo tempo, vista la pessima qualità delle infrastrutture tra Serbia e Bosnia Erzegovina. Sarà Ankara, infatti a provvedere ad un sostanzioso prestito a Belgrado per finanziare l'opera, che in Serbia verrà costruita dalla società turca “Taşyapı”. La Turchia ha anche reso nota la sua disponibilità a supportare i lavori sul territorio bosniaco, ancora in cerca di finanziamento.
I lavori partono con l'innalzamento di un ponte di quasi un chilometro e mezzo sulla Sava, che collegherà fisicamente le due sponde. Per anni, la progettazione e realizzazione del collegamento tra le due capitali era stato bloccato dal muro contro muro tra le due entità bosniache, la Republika Srpska e la Federazione di Bosnia Erzegovina, discordi sul tracciato da seguire.
Durante al cerimonia, sia il presidente serbo Vučić che i rappresentanti della presidenza bosniaca hanno ringraziato più volte Erdoğan, sottolineando così il ruolo sempre più attivo che la Turchia si è ritagliata in questi anni nei Balcani, sia dal punto di vista politico che economico.
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