Il logo dell'Organizzazione di Shanghai per la cooperazione

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Il presidente turco Erdoğan minaccia l'abbandono del tormentato percorso di integrazione europea, e l'adesione all'Organizzazione di Shanghai per la cooperazione, guidata da Mosca e Pechino. Francesco Martino (OBCT) per il GR di Radio Capodistria [21 novembre 2016]

Abbandonare definitivamente la prospettiva della membership europea: questa la minaccia inviata nei giorni scorsi all'UE dal presidente turco Recep Tayyp Erdoğan.“L'UE ci tiene alla porta da 53 anni. Come possiamo accettarlo?” ha dichiarato il presidente turco. “Dovremmo considerare strade alternative come lo 'Shanghai 5'”, che ci darebbe maggiore libertà di azione”.

Il riferimento del presidente turco è all' “Organizzazione di Shanghai per la cooperazione”, forum economico e di sicurezza guidato da Russia e Cina: lo stesso Erdoğan ha rivelato di aver già discusso l'idea di col presidente russo Vladimir Putin.

Le parole di Erdoğan arrivano a culmine di un ulteriore inasprimento delle complesse relazioni tra la Turchia - candidata ufficiale alla membership europea dal 1999 - e l'Unione europea, che segue il fallito colpo di stato militare contro Erdoğan del 15 luglio scorso.

Ankara sostiene che i paesi europei non abbiano sostenuto il governo legittimo nelle ore del tentato golpe, Bruxelles a sua volta critica le repressioni seguite al colpo di stato, in violazione a diritti umani e libertà fondamentali perseguite dall'UE.

Erdoğan ha quindi paventato un possibile referendum sul destino europeo della Turchia, intimando all'Ue di decidere “entro la fine del 2016” sulla candidatura di Ankara e sulla richiesta di eliminare i visti d'ingresso per i cittadini turchi. A rischio, c'è il delicato e controverso accordo sul controllo dei flussi migratori, grazie al quale, nel marzo scorso, è stata sbarrata la cosiddetta “rotta balcanica”.

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