Gabriele Del Grande - Heinrich-Böll-Stiftung/flickr

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Ancora in stato di fermo in Turchia il reporter Gabriele Del Grande, trattenuto dalle autorità di Ankara e ripetutamente interrogato. Società civile e diplomazia si mobilitano per ottenere la sua liberazione. Francesco Martino (OBCT) per il GR di Radio Capodistria [20 aprile 2017]

 

Cresce, sempre più forte, la mobilitazione per ottenere dalle autorità turche la liberazione del reporter e documentarista italiano Gabriele Del Grande, trattenuto in isolamento dallo scorso 9 aprile.

Del Grande, noto per il suo impegno sul tema delle migrazioni, è stato fermato nella provincia di Hatay, al confine con la Siria, mentre raccoglieva interviste e materiale per il suo nuovo libro, dedicato alla nascita dello Stato Islamico.

Per giorni le autorità turche hanno negato al giornalista ogni contatto col proprio avvocato e con i rappresentanti diplomatici italiani e pur non avendo ricevuto alcuna accusa formale, il reporter resta in isolamento nel centro di detenzione di Muğla.

Dopo nove giorni di silenzio, martedì Del Grande ha potuto almeno contattare telefonicamente la famiglia. Il giornalista ha raccontato di star bene, ma ha denunciato il comportamento delle autorità turche che lo avrebbero interrogato ripetutamente sul contenuto del suo lavoro.

Del Grande ha poi annunciato l'intenzione di cominciare uno sciopero della fame, invitando alla mobilitazione per il rispetto dei suoi diritti e per riottenere la libertà. Appello raccolto immediatamente dalla società civile italiana attraverso una campagna sui social-media ed incontri pubblici a Milano, Torino, Pisa e in numerose altre città.

Per liberare il giornalista si è mossa anche la diplomazia: il ministro degli Esteri jtaliano Angelino Alfano ha chiamato il proprio omologo turco per chiedere il rilascio immediato del reporter, mentre a livello UE un segnale forte ad Ankara è arrivato da Federica Mogherini, Alto rappresentante per la politica estera dell'Unione.

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