La Moldavia ha il triste primato di essere il paese più povero e meno conosciuto di tutta Europa. Ex Repubblica dell'Urss, divenuta indipendente nel 1990, incarna oggi la coabitazione di realtà profondamente diverse fra loro. Rumeni, bulgari, russi, tartari, cosacchi, turchi, ebrei si sono insediati in questa regione nel corso dei secoli. Un terzo della sua popolazione vive però ora all'estero e le rimesse degli emigranti sono il cardine della sua economia.
Alcuni quartieri di Istanbul sono come un polmone. Si riempiono nella loro pienezza e poi, quotidianamente, raggiungono una calma impensabile solo qualche ora prima. Una giornata ad Istanbul. D'inverno. Le foto sono di Giulia Mirandola.
Ai funerali di Ibrahim Rugova hanno partecipato migliaia di persone, provenienti da tutto il Kosovo. Un momento drammatico per la piccola provincia che ha perso il leader che la ha guidata in questi ultimi difficili anni. Gli scatti sono del fotografo Alem, per qualsiasi loro utilizzo è necessario richiedere l'autorizzazione - alememail@gmail.com
Shushi ha un ruolo fortemente simbolico nella storia recente del Nagorno-Karabakh. E' la città dalla quale l'Armata Rossa e l'esercito azero bombardarono per cinque lunghi anni la capitale della regione, Stepanakaert, roccaforte dei separatisti armeni. Poi gli armeni l'espugnarono nella notte tra il 9 e il 10 maggio 1993. Fu la svolta del conflitto: comportò l'esodo di 500.000 musulmani del Karabakh che seguirono così i 150.000 azeri già scappati dall'Armenia verso l'Azerbaijan. Gli scatti di Nicola Lott
Alcune foto dell'Azerbaijan scattate durante l'osservazione OSCE delle elezioni parlamentari del novembre 2005. In quelle a colori, immagini della Repubblica Autonoma di Nakhchivan e delle sue vallate al confine con l'Armenia. La serie in bianco e nero presenta invece luci ed ombre della Baku moderna e della sua periferia deturpata dalla corsa all'oro nero di inizio novecento e del periodo sovietico.
Queste immagini sono state scattate nell'aprile del 2005 in Georgia. Un reportage su alcune famiglie di profughi della città di Rustavi - 30 kilometri dalla capitale Tbilisi - una ex città fabbrica di stampo sovietico, dove negli ormai fatiscenti palazzi, vivono centinaia di famiglie di origine armena e azera. E di alcune scuole e orfanatrofi di Tbilisi. L'autore è Alessandro Franzetti
Alcuni scatti dei funerali di Slobodan Milosevic. Immagini della polarizzazione sociale della Serbia di oggi. Il contromeeting organizzato dagli oppositori all'ex uomo forte di Belgrado e la folla dei fedeli che hanno seguito la cerimonia funebre a Belgrado
Una città affascinante, circondata da confini, che sembra lasciare i suoi problemi al passare del tempo: i profughi, i poveri, le infrastrutture cadenti. Un reportage fotografico di Maurizio Gjivovich in collaborazione con Alisei ONG nell'ambito del progetto "Rehabilitation and Training to provide dignified living conditions to vulnerable children in Tbilisi and IDPs families in Rustavi" finanziato da ECHO
In Serbia ogni famiglia di confessione ortodossa, commemora, in un giorno dell'anno prefissato e che varia da famiglia a famiglia, un proprio santo protettore. E anche le città celebrano il proprio santo protettore. A Belgrado il giorno dedicato ai rituali propiziatori coincide, nel calendario ortodosso, con l'Ascensione, "Spasovdan". Gli scatti sono di Mario Salzano
21 maggio 2006. L'ultimo addio alla Jugoslavia. Anche il Montenegro ha scelto, con un referendum, per l'indipendenza. A Podgorica la festa del DA, sì, con le due dita alzate al cielo