Da una parte la soddisfazione per avercela finalmente fatta. Dall'altra la consapevolezza che è ancora presto per poter esprimere liberamente in Serbia il proprio orientamento sessuale. Belgrado all'indomani del Gay Pride
A quattro anni dall'assassinio di Anna Politkovskaja, esecutori e mandanti rimangono impuniti. Majnat Kurbanova, collega di Anna alla Novaja Gazeta, la ricorda nel giorno di questo triste anniversario
Il 10 ottobre la popolazione LGBT della Serbia cercherà di organizzare l’ennesimo Gay pride. Quello di nove anni fa fu battezzato “Il massacro pride” per la violenza subita dai manifestanti. Quello dell’anno scorso fu sospeso all’ultimo momento per motivi di sicurezza. Forse quest’anno per Belgrado è la volta buona
Atene. Il luogo di nascita della democrazia, cela un lato oscuro e doloroso. Sono le strade e le piazze in cui i muhajirin vivono nell'illegalità, in attesa di un futuro che non arriva. Un buco nero che inghiotte vite e destini e in cui Mussa Khan sembra essersi perduto
Negli anni '80, Tamara era un'insegnante di lingua e letteratura russa in Cecenia. Negli anni 2000, ha dovuto affrontare la sparizione del marito e un cancro al seno, una malattia che dopo le recenti guerre ha un'incidenza particolarmente alta in Cecenia
Vittime di conflitti che non li riguardano. Come quello annoso tra Grecia e Turchia, che ha lasciato un'eredità mortale di mine lungo il confine dell'Evros. Ma anche una volta arrivati nella sospirata terra ellenica, i muhajirin trovano un paese in piena crisi economica, sempre meno disposto ad offrire loro protezione ed asilo
Anche il Montenegro sloggia i rom. Il comune di Podgorica ha comunicato che verranno demoliti due quartieri alla periferia della città dove vivono circa 2.500 profughi rom provenienti dal Kosovo. Il parallelo con la Francia e le reazioni del Consiglio nazionale dei rom e degli egiziani
Turchia, Bulgaria, Grecia. Tre nazioni separate e unite dall'Evros-Meriç-Maritsa, oggi ultima porta per i muhajirin che tentano di approdare in Europa. Mussa Khan, forse, è passato, ma sono sempre più i suoi compagni di viaggio che perdono la vita nei meandri scuri del fiume
Istanbul, punto di sutura tra due continenti, Asia ed Europa. Passaggio obbligato per i rifugiati come Mussa Khan, soprattutto ora che le rotte dei muhajirin si sono spostate verso nord. Qui il loro destino incrocia le contraddizioni in bilico tra sviluppo economico e diritti negati
La Turchia approva il pacchetto di riforme costituzionali aprendo così una nuova fase negli equilibri di potere del paese. L'Europa accoglie positivamente l'esito ma resta ancora molto da fare per l’allargamento dei diritti e la Corte di Strasburgo condanna la Turchia per non aver protetto la vita di Hrant Dink
La via della Seta del terzo millennio trasporta carne umana. Il suo terminale in terra turca è Izmir: qui arrivano i muhajirin che, come Mussa Khan tentano la via dell’Egeo, per finire troppo spesso in fondo al mare. Per cercarlo, bisogna entrare a Basmane, porta d’Europa degli ultimi
Distanza, viaggio e precarietà non bastano a privare i rifugiati afghani delle proprie radici. Anche a Gaziantep si riunisce la "Jirga", il consiglio degli anziani, che siedono per affrontare il tema doloroso dell'esilio, ma anche i problemi quotidiani di chi vive di in bilico tra presente amaro e futuro incerto
Il fiume Evros, al confine tra Grecia e Turchia è l'ultima porta aperta verso l'Unione Europea per i migranti e richiedenti asilo politico. Una strada rischiosa, segnata da decine di incidenti e vittime. Grecia e Ue, intanto, non riescono ad uscire dalla logica della crisi permanente. Nostro reportage
Dopo la fine della tregua unilaterale dichiarata dal PKK, gli scontri con l’esercito sono ripresi. Un reportage da Diyarbakır, la città principale del Kurdistan turco, dove ai bambini vengono dati i nomi dei martiri
Ancora fermi a Van e di Mussa Khan nessuna notizia. Prosegue il viaggio tra i muhajirin afgani intrappolati nella città turca, nel limbo dell'asilo temporaneo in attesa di proseguire il viaggio, magari anche illegalmente, attraverso Grecia e Italia
"Di notte, a Yuksekova, l’esercito ha l'autorizzazione di sparare a vista. Se vai lassù sii molto, molto prudente". Continua, anche su OBC il viaggio alla ricerca di Mussa Khan, rifugiato afgano in cammino verso un sogno chiamato "Europa". Un sogno che, troppo spesso, si paga con la vita
Mesi, anni, sempre in movimento. Respinti, invisibili, ai margini. E' questo il destino dei muhajirin afgani, alla tenace ricerca del sogno chiamato "Europa". Da oggi, con le puntate del blog "Mussa Khan", raccontiamo la loro odissea, attraverso Turchia, Grecia e Italia, fino alla stazione Ostiense di Roma
Autorità francesi e rumene si incontrano, per discutere la questione del rimpatrio dei rom. Davanti all'intransigenza francese Bucarest non protesta. I voli Francia-Romania continuano e Sarkozy cresce nei sondaggi
Proseguono i rimpatri dalla Francia di cittadini bulgari e rumeni di etnia rom. L'iniziativa del presidente Sarkozy, oltre a mettere in evidenza lo stato di malessere in Europa (e la tentazione dello “zingaro” come capro espiatorio) riporta alla luce tensioni mai sopite all'interno dell'Ue
Nel secondo anniversario della morte, la città di Niš ha ricordato con una statua di bronzo uno dei suoi cittadini più illustri: il musicista rom Šaban Bajramović. L'inaugurazione del monumento avviene nel momento in cui in Europa alcuni Paesi dichiarano i rom cittadini indesiderabili. Le polemiche, la posizione della autorità serbe
La recente visita a Baku del Segretario di Stato Clinton ha mostrato ancora una volta che i vertici degli Stati Uniti sono disposti a chiudere un occhio sul curriculum dell'Azerbaijan in fatto di democrazia e diritti umani. Questo segnala chiaramente che l'Azerbaijan ha acquisito importanza non solo per la ricchezza di gas e petrolio, ma anche per il transito di truppe verso l'Afghanistan
Una minoranza religiosa fragile, quella di Turchia, ridotta a meno dell’1% della popolazione. Con pochi diritti e crescente isolamento. Dopo l’uccisione del vescovo Padovese, parla il vicario di Istanbul: "la Ue cambierebbe la nostra vita"
Dopo anni di tira e molla, in Slovenia sembra essere finalmente in chiusura la dolorosa vicenda dei "cancellati". Lo scorso marzo è stata approvata la normativa, voluta dal ministro degli Interni Katarina Kresal, che dovrebbe regolarizzare la posizione delle migliaia di persone delle ex repubbliche jugoslave cancellate dagli elenchi dei residenti nel 1992
Una serata a Pristina. Un gruppo di persone al bar, durante i recenti mondiali di calcio. Un incontro fra giovani di Bosnia Erzegovina, Kosovo e Serbia. Un seminario sulla memoria e l'elaborazione del conflitto. Riflessioni a margine di un percorso difficile, non solo nei Balcani
In occasione della giornata europea del ricordo delle vittime del genocidio di Srebrenica, pubblichiamo la storia di Hasan Nuhanović, interprete delle Nazioni Unite sopravvissuto alle stragi del luglio 1995
Domenica scorsa a Lubiana si è tenuto il Gay pride. Nessun incidente ma molte polemiche. Intanto il governo sloveno sembra intenzionato a proseguire con la riforma del codice di famiglia, inserendo pari diritti per coppie etero ed omosessuali
Nel quindicesimo anniversario del massacro di Srebrenica, la casa editrice Beit di Trieste pubblica il libro testimonianza di Emir Suljagić “Cartolina dalla fossa”. Un diario sulla vita a Srebrenica prima e durante la tragedia. Una recensione pubblicata dal quotidiano Il Piccolo il 2 luglio scorso
Confini, migrazioni e identità che si intrecciano sui piani nazionali e di genere. OBC vi racconta perché il teatro queer trentino ha messo in scena il Kosovo e perché questo viaggio fisico e simbolico, come uno specchio, ci mette di fronte agli occhi qualcosa dell'Italia
Sono 350mila gli "orfani bianchi" che vivono in Romania senza uno o entrambi i genitori, migrati per garantire ai figli un futuro migliore. Questi i dati presentati dall'Associazione Albero della Vita durante il convegno "Left Behind", tenutosi lo scorso 26 maggio a Milano
Rottura delle relazioni diplomatiche, annullamento di tutti gli accordi economici e militari, riposizionamento di Ankara sullo scacchiere mediorientale. Di questo si parla in Turchia metabolizzando lo shock delle scorse settimane per la morte dei nove volontari turchi durante l'arrembaggio israeliano alla nave Mavi Marmara