Il 30 ottobre, presso la Vijećnica a Sarajevo, si è svolta la conferenza “A Vision Becomes Reality”, organizzata dall’Ambasciata d’Italia dedicata al progetto del Museo di arte contemporanea “Ars Aevi”. In questa cornice è stato presentato lo studio di progettazione esecutiva del museo, finanziato dall’AICS e realizzato in stretto coordinamento con la Renzo Piano Building Workshop
Fonte: Ambasciata d'Italia a Sarajevo
In un clima di palpabile emozione, si è svolta a Sarajevo lo scorso 30 ottobre, presso il prestigioso edificio della Vijećnica, sede della municipalità cittadina, la seconda conferenza “A Vision Becomes Reality”, organizzata dall’Ambasciata d’Italia in collaborazione con il competente Ufficio dell’Agenzia italiana per la Cooperazione allo Sviluppo-AICS e dedicata al progetto del Museo di arte contemporanea “Ars Aevi”. Precipua finalità dell’iniziativa era presentare lo studio di progettazione esecutiva del Museo – snodo fondamentale per la futura cantierizzazione dell’opera – che è stato finanziato dall’AICS e realizzato dalla società di architettura “NonStop” in stretto coordinamento con la Renzo Piano Building Workshop. Al contempo, in occasione dell’incontro e’ stata lanciato – a cura di UNESCO – un fondo fiduciario multi-donatori allo scopo di favorire la raccolta delle risorse necessarie alla realizzazione dell’edificio museale e alla manutenzione delle opere della collezione. Come affermato dal rappresentante UNESCO in Bosnia Erzegovina, Siniša Šešum, i sostegni finanziari già prospettati dall’Unione Europea, dal Cantone di Sarajevo e da parte italiana, attraverso la stessa AICS, già consentono la copertura di circa il 75% del complessivo fabbisogno.
Disegnato dall’architetto Renzo Piano, nella sua qualità di “Goodwill Ambassador” dell’UNESCO, il progetto del Museo di Arte contemporanea Ars Aevi era stato concepito per ospitare le opere d’arte dell’omonima collezione, donate a Sarajevo durante la guerra da prestigiosi artisti internazionali (tra i quali Michelangelo Pistoletto, Jannis Kounellis, Marina Abramović, Joseph Kosuth, Maja Bajević e molti altri) in una suggestiva gara di solidarietà che voleva sostenere la città stretta dall’assedio ed accompagnarne la rinascita civile, etica e culturale. La collezione Ars Aevi – in parte anagramma della parola “Sarajevo” e in latino “arte dell’epoca” – comprende oggi circa 150 opere d’arte, in maggioranza provvisoriamente esposte presso le sale della medesima Vijećnica. Oltre a curare il disegno del Museo, Renzo Piano – in collaborazione con altri partner italiani – aveva finanziato la costruzione di un ponte pedonale sul fiume Miljacka nelle immediate vicinanze dell’area che avrebbe dovuto ospitare la struttura museale. Da quel momento l’iniziativa e’ rimasta a lungo bloccata a causa del mancato accordo tra le Autorità locali, finalmente maturato nel novembre 2021 grazie al Protocollo d’intesa firmato dall’allora Primo Ministro del Cantone Edin Forto e dalla Sindaca di Sarajevo Benjamina Karić, per la realizzazione dell’impianto museale.
La conferenza ha voluto testimoniare una volta di più il definitivo rilancio del progetto, propiziato anche dalla costante azione di stimolo ed impulso svolta dall’Ambasciata italiana verso le Autorità locali e la comunità internazionale. Tra le personalità intervenute alla conferenza – moderata da Senka Ibrišimbegović, Direttrice dell’ente Ars Aevi e del sistema museale sarajevese – si segnalano la Sindaca di Sarajevo Benjamina Karić, il Primo Ministro del Cantone Nihad Uk, il Sindaco del Comune di Novo Sarajevo, Hasan Tanović, il Capo del dipartimento cooperazione della Delegazione Europea, Stefano Ellero, il predetto rappresentante UNESCO, e lo storico ideatore della collezione Ars Aevi, Enver Hadziomerspahić. È stata inoltre data lettura di un messaggio di saluto inviato da Emanuela Baglietto a nome dello studio di architettura Renzo Piano Building Workshop (RPBW).
In apertura di conferenza, l’Ambasciatore Marco Di Ruzza ha voluto ricordare la forte componente idealistica – di qui il titolo della conferenza – che ha ispirato l’azione dell’Italia nel continuare a credere ad Ars Aevi anche quando il progetto sembrava su un binario morto. “Ars Aevi non è solo una grande opportunità per rafforzare ulteriormente le relazioni culturali tra i due Paesi – così Di Ruzza – ma anche un efficace strumento per portare avanti i processi di riconciliazione nel Paese grazie al potere unificante dell’arte e della cultura. Auspichiamo che Ars Aevi diventi uno spazio museale aperto, dinamico ed inclusivo, e il simbolo di una Bosnia-Erzegovina cosmopolita, multi-etnica e proiettata verso quel percorso di integrazione europea di cui l’Italia è e vuole continuare ad essere un costante punto di riferimento”.
L’importanza della cultura anche come strumento di turismo sostenibile per promuovere la crescita della regione balcanica è stata sottolineata dalla Direttrice della sede regionale AICS di Tirana, Stefania Vizzaccaro, di cui è stato letto un messaggio di saluto, con il quale ha confermato il convinto supporto della Cooperazione allo Sviluppo italiana alla realizzazione del progetto Ars Aevi.
Un lungo e caloroso applauso ha accompagnato lo svelamento del plastico del Museo, realizzato dalla società “NonStop”, da parte delle personalità istituzionali intervenute all’evento, anche a testimoniare l’ottimo gioco di squadra tra le Autorità locali e la comunità internazionale che sta favorendo il rapido avanzamento del progetto.