Nicole Corritore 20 novembre 2024
Persone accolte presso Bona Fide, Pljevlja - Montenegro

Avviata di recente una raccolta fondi per riparare l'impianto elettrico di "Bona Fide", una casa sicura a Pljevlja in Montenegro, aperta alle persone in transito lungo la rotta balcanica, dove poter dormire o riprendersi dal lungo viaggio. Al momento nella casa non c'è corrente, né riscaldamento e possibilità di cucinare i pasti

La sede dell'associazione "Bona Fide" a Pljevlja nel nord del Montenegro, a pochi chilometri dai confini con Serbia e Bosnia Erzegovina, è diventata negli ultimi anni anche rifugio sicuro per le persone in movimento lungo la rotta balcanica. Associazione fondata nel 1999 dall'attivista Sabina Talović, attuale presidente, è nata per dare assistenza e accogliere donne vittime di violenza. Un attivismo, come ha raccontato in un'intervista , che ha radici nella sua storia famigliare: "Se devo pensare a qualcosa che ha caratterizzato la mia famiglia e che mi ha trasmesso, certamente è il senso di giustizia, in tutti i suoi significati."

Decisione che è seguita una volta entrata in contatto con le Donne in Nero (Žene u crnom ) di Belgrado, organizzazione femminista e antimilitarista che dall’inizio dei conflitti di dissoluzione della Jugoslavia rappresenta una delle voci più importanti della società civile serba. Così fin dal 1992, Sabina, con familiari e amici, ha cominciato ad aiutare chi non voleva combattere quella guerra e intere famiglie di profughi. L'esperienza con le Donne in Nero, "che mi hanno formata e rafforzato i principi che già erano di famiglia, solidarietà e attivismo per la pace", la spinge a fondare "Bona Fide" a sostegno di donne e bambini vittime di violenza. "Molti uomini di questa città sono stati in guerra ma, finita la guerra, sono ritornati dal fronte ancora più violenti. Così abbiamo iniziato a sostenere le loro famiglie, le mogli, i bambini. Loro sono stati le prime vittime della violenza di quegli uomini", prosegue a raccontare Sabina. Il numero di telefono a cui queste vittime di violenza possono chiedere aiuto, è attivo tutt'oggi.

Ma con il sensibile aumento delle persone in transito lungo la rotta balcanica della migrazione, dalla Turchia e Grecia verso i paesi del nord Europa, Sabina ha deciso di aprire le porte di "Bona Fide" anche a loro. Dopo aver fatto volontariato in altre zone come Belgrado e Preševo, in aiuto ai tanti migranti in transito a partire dal 2015, una sera gelida del 2017 alla stazione degli autobus ha visto una ventina di persone, chiaramente straniere e in sofferenza, e ha deciso di aiutarle. "Quello è stato il primo gruppo di profughi che abbiamo ospitato. Fra di loro c’erano anche minori non accompagnati."

Da allora, la sede dell'associazione è l'unico rifugio sicuro per persone in movimento, dove assiste famiglie e minori non accompagnati fornendo accoglienza e beni di prima necessità, dove poter dormire o riprendersi dal lungo viaggio.

L'associazione non riceve alcun tipo di fondi pubblici e si regge solo sulla partecipazione di singoli o donazioni private. Pochi giorni fa è stata lanciata una raccolta fondi per coprire i costi (1.000 sterline) di riparazione dell'impianto elettrico della casa e rendere lo spazio nuovamente vivibile. Al momento non c'è corrente, e quindi è senza luce, riscaldamento e possibilità di cucinare i pasti. Nelle montagne del Montenegro non c'è nessun altro posto dove le persone in movimento possano alloggiare.