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Albania - Articoli

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27/06/2001 -  Anonymous User

VOA: allora cominciamo. Buonasera sig. Nano, buonasera sig. Berisha.
Nano: Buonasera sig. Elez, buonasera dottore.
Berisha: Buonasera.
VOA: Sig. Nano, in quanto partito al potere, ritenete di aver adottato tutti i provvedimenti necessari ad un corretto processo elettorale? Avete creato per gli altri partiti politici le condizioni per una concorrenza uguale?
Nano: penso che questo problema sia stato risolto. Abbiamo dato a tutti un'opportunità per un libero, corretto processo elettorale. Questa volta abbiamo il vantaggio del Codice Elettorale che si adegua agli standard europei. Abbiamo delle istituzioni e una credibile gestione delle elezioni, che non sono oggetto di contestazioni, abbiamo un registro con le liste degli elettori, realizzato con il contributo di tutti, inclusa l'opposizione, e penso che avremo un normale e tranquillo processo elettorale.
VOA: Dottor Berisha, quale sono le sue preoccupazioni per il processo elettorale e qual è il suo ruolo per garantire un normale processo elettorale? Siete stati accusati di voler creare problemi?
Berisha: i maggiori problemi delle elezioni di oggi sono: innanzi tutto, l'articolo 66 del codice elettorale, (denunciato anche dagli osservatori internazionali e da 10 partiti politici); stilato e difeso solo dai socialisti, che vogliono rubare il voto dei candidati indipendenti e turbare la rappresentatività dei voti dei cittadini albanesi, violando un principio molto importante. Mi auguro che la Commissione Elettorale trovi la forza per decidere oggi e per salvare il processo elettorale. Secondo, le liste sono un vero caos, e voglio ripetere quanto ho già detto alla comunità internazionale: nella circoscrizione 84, a Pogradec sono state registrate dodicimila persone, che non risiedono in questa zona, ma per la maggior parte sono militanti del PS. Io vi assicuro che stiamo facendo di tutto per risolvere questa anomalia, in modo che gli albanesi abbiano un corretto e libero processo elettorale.
VOA: sig. Nano, se confrontata al '97, l'Albania ha fatto dei progressi ma affronta ancora seri problemi, che secondo i vostri avversari, sono il risultato del mal governo socialista. La trasparenza con il pubblico non è stata assoluta e qualificante. Perché pensate che gli albanesi debbano darvi un secondo mandato di quattro anni?
Nano: Io penso che la trasparenza sia sempre esistita, non soltanto adesso in campagna elettorale. Dovunque vada, prima o dopo il dottore, i cittadini comprendono che noi abbiamo trovato un'inflazione al 43% e l'abbiamo ridotta al 4%. Abbiamo aumentato gli stipendi del 100% e le pensioni del 60%. Abbiamo assunto circa 150mila persone, abbiamo speso circa 1.5 miliardi di dollari per coprire il debito pubblico lasciatoci da Berisha, abbiamo costruito 150 km di autostrade e superstrade e abbiamo riparato 1500 km di strade rurali. Il problema è che, per quanto dice Berisha, vedo che è preparato a perdere le elezioni.
VOA: sig. Berisha, l'Albania sta affrontando ancora i problemi della crisi del '97. Come potete convincere gli elettori che il PD merita di ritornare al potere? Perché pensate che la vostra alternativa e quella di "Unione per la Vittoria" siano le migliori?
Berisha: penso che la nostra alternativa sia senz'altro la migliore. Oggi la disoccupazione in Albania è del 50%, su due albanesi uno è disoccupato: noi abbiamo un piano straordinario per l'occupazione degli albanesi. Penso che la riduzione delle tasse, che sono state raddoppiate, darà maggiore spazio e incentivi alla libera impresa in Albania. Noi abbiamo un programma che mira alla lotta alla povertà. Oggi l'Albania è uno tra i tre o quattro paesi più poveri del mondo, il cui reddito è un dollaro pro-capite, secondo la Banca Mondiale. Pretendere di aver aumentato gli stipendi e le pensioni è soltanto un' illusione. Per la verità i prezzi sono aumentati del 150%. Il nostro programma garantisce agli agricoltori l'esenzione dalle tasse, e i prodotti agricoli saranno protetti dal contrabbando. Nel nostro programma economico prevediamo la ristrutturazione dello Stato, degli investimenti stranieri. Noi non arricchiremo gli albanesi, saranno loro da soli ad arricchirsi, se noi riusciremo a lottare contro la povertà. Essi stanno aspettando con ansia il 24 giugno per esprimere il loro verdetto.
VOA: sig. Nano, lei e il sig. Berisha siete le due figure principali della politica albanese. I vostri avversari vi accusano di essere i fautori della tensione politica. Come si difende lei personalmente da queste accuse?
Nano: io non credo che a me sia rimasto altro da aggiungere sul mio ruolo di moderatore della politica albanese, sul mio ruolo nella moderazione delle tensioni tra la maggioranza e l'opposizione, anche quando ero in prigione a causa di Berisha, sul mio ruolo nella democratizzazione del PS e nella costruzione di una coalizione progressista orientata ai valori euroatlantici, a ciò che l'opinione pubblica dei Balcani e internazionale riconosce. I miei inviti e le possibilità di collaborazione non hanno ricevuto risposta, infatti i posti dell'opposizione nelle tavole di lavoro nazionali per l'integrazione euroatlantica sono rimasti vacanti fino ad oggi. Siamo decisi, anche dopo il 24 giugno quando Berisha sarà di nuovo all'opposizione, a continuare a lavorare con lui perché è veramente una delle maggiori personalità del paese.
VOA: Proseguiamo con la stessa domanda sig. Berisha, si dice che lei e Nano stiate tenendo in ostaggio l'Albania essendo il maggiore ostacolo ad una svolta. Di lei personalmente si dice che siate un politico che ama le proteste estreme e non accetta oppure non rispetta le forme istituzionali? Come risponde alle accuse e come dobbiamo intendere l'appello ad un "nuovo inizio"?
Berisha: sarò molto breve poiché ho stabilito una regola, una mia decisione, in questa campagna: di occuparmi del mio programma e non dei miei avversari. Nel caso in cui essi vogliano leggere in stile cinese dieci oppure quindici punti contro Berisha, io rido nel sentirli e mi occupo del mio programma. Per quanto riguarda la questione che Nano ha menzionato, non ha fatto bene a ricordare la prigione perché il perdono è sacro. Io ho perdonato il compagno Fatos Nano e l'ho perdonato davvero....
Nano: dopo quattro anni, compagno Sali
VOA: Proseguiamo con un'altra domanda. Sig. Nano, l'Albania è considerato un paese ad alto rischio per gli investimenti stranieri. Addirittura si dice che diversi clan e gruppi del crimine organizzato siano riusciti a controllare diversi settori dell'economia e più del 60% delle attività economiche sono illegali e irregolari. Come pensate di risolvere questi problemi?
Nano: ho capito. Noi siamo impegnati a collaborare con le istituzioni finanziarie internazionali e con le istituzioni specializzate dell'UE, dei governi occidentali che operano in Albania, al fine di realizzare quei programmi che permettano al paese, all'economia, alle istituzioni, all'amministrazione pubblica, di raggiungere i criteri richiesti per l'adesione all'Accordo dell'Associazione-Stabilizzazione e poi per realizzare le condizioni per l'integrazione europea. Queste attività sono pubbliche, trasparenti ed efficaci, tanto che sono aumentati gli investimenti stranieri. Solo nel corso del 2000 sono stati investiti 200 milioni di dollari. Per il 2001 si prevedono circa 240 milioni di dollari in investimenti stranieri, e circa un miliardo di dollari sono stati stanziati per interventi sulle finanze pubbliche nei prossimi quattro anni. Da questo punto di vista la guerra contro la corruzione sta dando dei risultati, la guerra contro i traffici illegali altrettanto. Ormai il progresso in tutti i campi ha indotto l'UE al Consiglio di Goteborg a sostenere l'avvio dei negoziati per l'Accordo dell'Associazione e Stabilizzazione.
VOA: le leggi per la lotta al crimine organizzato e la corruzione ormai esistono. Se il suo partito prende il potere quali sono i provvedimenti che intraprendete? Pensate che avrete la volontà di risolvere questi problemi?
Berisha: senza dubbio che la corruzione è il cancro vero di una società. La guerra contro la corruzione è una delle nostre priorità. Durante i quattro anni del nostro governo abbiamo lottato contro la corruzione, una guerra forte, abbiamo condannato i colpevoli, licenziato ministri e vice ministri, governatori e deputati del PD. Il Partito socialista ha sfruttato le privatizzazioni per pagare i debiti dei suoi governanti, e non c'è stato nessun investimento straniero. Il dicastero che affideremmo all'opposizione è il controllo dello stato.
VOA: sig. Nano, le previsioni indicano che i piccoli partiti non riusciranno ad ottenere buone percentuali nelle elezioni del 24 giugno. Quindi o il PS o il PD domineranno. Se il suo partito vince che cosa farete per intraprendere e per assicurare un nuovo inizio, perché anche l'opposizione sia inclusa nel governo del paese e non ne rimanga esclusa?
Nano: io riinvito Berisha, che se dopo il 24 giugno continuerà ad essere all'opposizione, continuerà lo stesso ad avere il Controllo sullo Stato, a collaborare con più amor patrio alla realizzazione di una strategia nazionale di alternanza, che permetta il passaggio di potere senza grosse fratture, per il progresso del paese.
VOA: sig. Berisha, la stessa domanda anche per lei?
Berisha: prima di tutto ci sarà un governo di dieci partiti. Oggi ho dichiarato che nel governo ci saranno anche il PAD, il PDU, e il partito democristiano. Questa divisione del potere implicherà un ridimensionamento della posizione dell'opposizione. Dai contatti con Bruxelles e Goteborg io ho constatato che loro non hanno dato a questo governo il privilegio della firma per tre motivi principali: il traffico degli schiavi del sesso, nel quale sono implicati direttamente dei governanti albanesi, la corruzione e le elezioni amministrative. Siccome in quattro anni questi compagni non ne hanno realizzato le condizioni, le speranze sono davvero poche, ma io non voglio occuparmi di questo, loro se ne stanno andando via...Io garantisco ai cittadini albanesi che noi realizzeremo tutte le condizioni e che il due gennaio l'Albania firmerà l'apertura dei negoziati.


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27/06/2001 -  Anonymous User

Il rapporto descrive la situazione attuale dell'Albania, con particolare attenzione alle relazioni con i paesi vicini dei Balcani: Kosovo, Montenegro, Macedonia e Grecia. La recente ondata di combattimenti nella Valle di Presevo e in Macedonia ha danneggiato la reputazione di tutti gli Albanesi ed ha ancora una volta alimentato lo spettro della Grande Albania. Conseguentemente il governo albanese si e' impegnato con ogni mezzo nel sottolineare di non appoggiare assolutamente i ribelli albanesi e di desiderare il mantenimento dell'integrita' territoriale della Macedonia. A questo proposito Tirana ha richiesto l'assistenza della NATO per il controllo del confine fra Albania e Macedonia, e ha rivolto un appello per una soluzione politica, tramite il dialogo, della crisi.
Il governo di Tirana a guida socialista ha il difficile compito di convincere la comunita' internazionale di non alimentare in nessun modo l'irredentismo panalbanese e nello stesso tempo di non essere visto dagli stessi Albanesi come un governo che mette a rischio gli interessi nazionali nell'area balcanica. Alla fine del 2000 il premier Ilir Meta ha condotto una storica visita in Kosovo per promuovere lo sviluppo degli interessi socio-economici nella provincia e per rafforzare i legami fra Tirana e la leadership albanese del Kosovo. Nel Gennaio 2001 sono state inoltre ripristinate le relazioni diplomatiche fra l'Albania e la Repubblica Federale di Jugoslavia. Questa mossa e' stata criticata da molti albanesi kosovari come prematura; infatti ha rafforzato la loro percezione secondo la quale l'impegno del governo di Tirana per la cosiddetta "questione nazionale" sia debole.

Questo rapporto si concentra in particolare sulle relazioni con la Grecia e sulla delicata posizione della minoranza greca - l'unica minoranza sinigificativa in Albania. I tentativi della Grecia di disegnare un ruolo di ponte fra i due paesi per la minoranza greca si stanno dimostrando molto problematici. Alcuni albanesi sono preoccupati che la Grecia utilizzi la minoranza per dare incremento all'ellenizzazione del sud dell'Albania, mentre alcuni elementi all'interno della minoranza accusano Tirana di ignorare le istanze della minoranza, cercando di appropriarsi delle terre della minoranza, e tentando di forzarle a diventare albanesi.
La politica interna e' dominata dai preparativi per le imminenti elezioni del 24 giugno. Il Partito Socialista al governo si trova ad affrontare le pericolose lacerazioni all'interno della sua coalizione, e il maggiore partito di opposizione, il Partito Democratico, sta cercando di reinventare se stesso per sopravvivere. Mentre la sicurezza interna e' stata notevolmente migliorata, il crimine organizzato internazionale e' notevolmente peggiorato negli ultimi anni. E' diventato infatti molto piu' sofisticato e difficile da identificare, e dunque l'Albania ha bisogno di una maggiore assistenza internazionale per combatterlo.


a cura di Claudio Bazzocchi
© ICS - Osservatorio sui Balcani


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27/06/2001 -  Anonymous User

Pubblichiamo un commento di Ernesto Bafile, coordinatore ICS per l'Albania a Tirana, sulla situazione nel paese, due giorni dopo la tornata elettorale del 24 giugno scorso.


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25/06/2001 -  Anonymous User

Con un'affluenza alle urne di circa il 60% degli aventi diritto si sono concluse ieri le elezioni in Albania.
Nonostante l'incertezza dei risultati preliminari, sembrerebbe che il Partito Socialista di Gramoz Ruci, sia riuscito a conquistare la maggioranza dei seggi nel paese. Il segretario generale del partito ha ammesso di aver perso 17 zone elettorali, ma di averne vinte 45 su 100, mentre le restanti andranno al ballottaggio fra due settimane. Il centro destra di Berisha ha protestato duramente per lo svolgimento irregolare delle elezioni, durante le quali - sempre secondo il Partito Democratico di Berisha - molti cittadini non avrebbero potuto votare perché i loro nomi non erano presenti nelle liste degli elettori. Ad ogni modo le operazioni elettorali sono state monitorate sia da osservatori internazionali che locali e nei prossimi giorni verranno pubblicate le valutazioni sul corretto svolgimento delle elezioni.


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23/06/2001 -  Anonymous User

(23.06.2001)
Giornata elettorale domani in Albania. Tutto sembra procedere tranquillamente e ciò è una buona notizia per la popolazione che ricorda le violenze che hanno accompagnato le elezioni del 1997. Per buona parte delle scorse quattro settimane gli albanesi hanno tenuto le dita incrociate, nella speranza che questa tornata elettorale passasse senza violenza.
I due maggiori partiti albanesi (SPA del primo ministro Fatos Nano e il DPA di Sali Berisha) hanno organizzato degli incontri tranquilli in differenti zone di Tirana. Tuttavia non sembra che la popolazione badi molto agli appuntamenti organizzati dai vari partiti: "C'è un raduno? E chi ci bada? Per la popolazione è più importante il bel tempo delle elezioni", commenta un negoziante di Tirana.
I partiti politici hanno prestato maggior attenzione alla qualità dello stile delle loro campagne elettorali, mettendo più soldi e sforzi nella presentazione della linea politica.
Gli slogan dei partiti, in particolare i manifesti della campagna elettorale, sono stati stimati in un costo che, per entrambi i partiti, si aggira sui sette milioni di dollari. "Se il tuo cuore va a Sinistra, vota per SPA" dichiara un manifesto e "Bush, Berlusconi e Berisha uguale l'Unione per la Vittoria" dice un altro.
Le elezioni verranno monitorate da una commissione dell'OSCE.


La pressione internazionale riattiva il dialogo

22/06/2001 -  Anonymous User

Sono ripresi a fatica i colloqui tra i partiti macedoni e quelli albanesi, dopo la brusca interruzione causata dalle forti divergenze interne. La fugace visita di Solana a Skopje, sembra aver riaperto la possibilità di una speranza d'intesa tra le due parti in conflitto. Solana ha fatto sapere che ritornerà nel fine settimana a Skopje e che entro il prossimo lunedì dovranno esserci dei "risultati concreti".
Su informazioni dell'agenzia Sense, Solana ha informato il consiglio dei ministri degli esteri del Parlamento europeo, circa le possibilità di cambiamento della costituzione macedone. L'Alto rappresentante europeo ha detto che "Il sentimento tra gli appartenenti alla minoranza albanese della FYROM è quello di appartenenza a questo paese. Non desiderano essere cacciati, ma desiderano esserne parte. Per ciò è così importante considerare un cambio della Costituzione. In tutti le costituzioni della regione è mantenuta la filosofia dell'inizio degli anni '90. Il cambiamento dei preamboli della Costituzione è, in questo senso, la base perché lo stato sia non solo degli Slavi, ma formato anche dai cittadini albanesi". " Per questo - prosegue Solana - siamo così interessati al cambiamento della Costituzione, in modo che gli uni e gli altri possano sentirsi bene nel paese, ciò è particolarmente importante con una Costituzione che riconosca che gli elementi fondatori del paese, siano sia gli uni che gli altri e non solo gli uni" (Sense).
Tuttavia le pressioni internazionali non sono gradite al premier macedone Georgievski che ha detto di non poter accettare "pressioni dalla comunità internazionale per cedere alle richieste degli albanesi e non devono porci limiti di tempo perché sono in discussione questioni di eccezionale importanza" (Ansa). Georgievski si riferisce alla data entro la quale dovranno essere presentate le decisioni che usciranno dai colloqui di questi giorni, ovvero lunedì 25 giugno presso la riunione europea in Lussemburgo. Il leader del PDP (Partito per la prosperità democratica albanese) Imer Imeri ha fatto sapere che i colloqui riprenderanno dalle questioni meno difficili per poi proseguire sui punti dove c'è maggior divergenza (AP).
In questo bailamme generale di accuse reciproche, tra albanesi e macedoni, circa il fallimento dei negoziati, si fa sentire anche la voce della NATO, pronta per un intervento di breve durata e con una forza minima necessaria a garantire il disarmo dei guerriglieri, ma tuttavia in attesa di un esito positivo delle trattative. A proposito dell'incontro tra Powell e Robertson - scrive la Reuters - il segretario di stato americano ha dichiarato: "abbiamo parlato della Macedonia. Siamo speranzosi che il processo politico ripartirà velocemente e che avrà una spinta in avanti". Ma - ha aggiunto Powell - non abbiamo fatto il punto sulla partecipazione degli USA. Ci sono molti modi in cui possiamo contribuire" (Reuters, Ansa).
Nel frattempo alcuni scontri tra le forze macedoni e i guerriglieri albanesi si sono verificati la notte scorsa nei presi dei villaggi di Rasce e Radusa, quest'ultima localizzata tra Blace e Jezince, punto di attraversamento della frontiera verso il Kosovo, dove mercoledì sono transitate circa mille profughi. L'UNCHR fa sapere, inoltre, che il numero dei rifugiati macedoni è salito a circa 50.000 persone. Sembra che i macedoni si siano rifugiati in Serbia e in Kosovo, mentre gli abitanti albano-macedoni lasciano il paese per dirigersi in Turchia, in Albania o in altri paesi occidentali (Tanjug).


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18/06/2001 -  Anonymous User

Domenica prossima in Albania si terranno le elezioni politiche. Elidon Lamani commenta l'imminente tornata elettorale, nella quale i due più grandi partiti, il PS e il PD, premono per la transizione verso un parlamento bipolare.


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18/06/2001 -  Anonymous User

L'8 giugno, mentre a Valona si stava svolgendo una conferenza importante con un nome altrettanto significativo, "Valona, la porta dei Balcani", organizzata dall'Associazione degli imprenditori italiani in Albania, dalla magistratura italiana viene emesso un ordine internazionale d'arresto per la presidentessa di questa associazione, Cristina Busi. La Busi, oltre ad avere questo incarico, e' anche la principale azionista di Coca Cola Bottling Enterprise Tirana, uno dei primi investimenti stranieri in Albania. Lei viene accusata di evasione fiscale tramite l'emissione di fatture false di un valore estimabile in circa 40 miliardi di lire, fatta ad aziende di Catania. Alla conferenza partecipava tra gli altri anche l'Ambasciatore italiano in Albania, Mario Bova. Dopo essere stati informati sull'ordine d'arresto, l'Ambasciatore e i rappresentanti della Guardia di Finanza Italiana in Albania si sono allontanati dalla Conferenza. L'imprenditrice Busi ha rilasciato una dichiarazione pubblica, nella quale affermava che si sarebbe presentata al tribunale di Catania il giorno dopo. Invece e' stata arrestata l'indomani dalla polizia Albanese mentre stava cercando di andare in Montenegro.
Se questo avvenimento sta creando notevoli problemi ai latitanti italiani che non vedono più l'Albania come un rifugio sicuro, andando quindi a spostare le proprie basi verso il Montenegro, c'e' anche il rovescio della medaglia, ovvero il fatto che 3 milioni di albanesi hanno visto crollare davanti ai loro occhi il mito della Coca Cola e quello dell'imprenditoria italiana. Ora c'e' quindi il rischio che, con Cristina Busi, si impersonifichino tutti gli investitori stranieri che intervengono in Albania e tra gli albanesi tira aria di sfiducia. Questo sconforto e' stato accelerato anche dal fatto che nello stesso tempo della notizia dell'arresto, il nuovo vice premier italiano, Gianfranco Fini, ha dichiarato che se non viene fermato il flusso degli scafisti, l'Italia bloccherà i rapporti diplomatici con l'Albania, e che solo due giorni dopo sono stati espulsi 60 immigranti clandestini albanesi residenti in Italia. E' risaputo che le rimesse degli emigranti e purtroppo anche i traffici illeciti sono le maggiori voci di entrata dell'economia nazionale, per cui gli albanesi vivono con una certa apprensione il nuovo corso delle vicende italiane.