Una veduta di un ponte antico a Scutari, Albania - © Guzel Gashigullina/Shutterstock

Una veduta di un ponte antico a Scutari, Albania - © Guzel Gashigullina/Shutterstock

Come può la strategia macroregionale per la Regione Adriatico e Ionica (EUSAIR) facilitare l’allargamento ai Balcani occidentali? Se ne è discusso in un recente webinar

20/12/2021 -  Serena Epis

“EUSAIR è l’unica tra le strategie macro-regionali dell’Ue a coinvolgere più paesi non membri che paesi membri; l’allargamento rappresenta dunque un elemento centrale per il suo lavoro”, ha sottolineato Giuseppe Di Paola, coordinatore e direttore del programma della DG REGIO, in apertura del workshop EUSAIR facilitating the enlargement process in the environmental sector  co-organizzato da OBCT e la DG REGIO all’interno della  settimana europea delle regioni e delle città tenutasi lo scorso ottobre.

EUSAIR è la strategia macro-regionale elaborata dalla Commissione Europea e dai 9 paesi della regione Adriatico-Ionica  adottata dal nel 2014 con l’obiettivo di promuovere lo sviluppo socio-economico dell’area. La strategia riunisce 4 membri dell’Ue (Croazia, Grecia, Italia e Slovenia) e 5 paesi dei Balcani occidentali (Albania, Bosnia Erzegovina, Macedonia del Nord, Montenegro e Serbia). 

Il seminario è stato promosso per discutere le potenzialità della cooperazione tra i territori dell’Adriatico nel favorire il percorso europeo dei Balcani occidentali nel settore delle politiche ambientali. Potenzialità già esaminate in uno studio realizzato da OBCT in collaborazione con il CeSPI.

La strategia europea per la regione Adriatico-Ionica offre, secondo lo studio, diversi vantaggi per la politica di allargamento ai Balcani occidentali. “Oltre ad incentivare la cooperazione orizzontale e a rafforzare l’identità regionale dei paesi coinvolti, EUSAIR stimola maggiori contatti e scambi di buone prassi tra i paesi membri dell’Ue e i Balcani occidentali, facilitando così l’adozione delle norme e degli standard europei da parte di quest’ultimi”, chiarisce Luisa Chiodi, direttrice scientifica di OBCT e tra le autrici dell’analisi aggiungendo che “la convergenza di processi, strategie e fondi (europei e non) contribuisce a migliorare la capacità amministrativa dei Balcani, essenziale per portare avanti con successo il processo di integrazione”. 

Inoltre, come ha spiegato durante il workshop dello scorso ottobre Gilles Kittel, team manager di EUSAIR della DG REGIO, “grazie alla sua natura ‘bottom-up’ e alla sua flessibilità, EUSAIR può integrare l’approccio tipicamente ‘top-down’ dei negoziati di adesione, facilitando un accesso più rapido dei Balcani occidentali ad alcune politiche e strumenti dell’Ue”. 

L’esempio dal settore ambientale 

La protezione dell'ambiente è diventata una priorità politica e sociale nella regione balcanica, dove nell’ultimo anno sono emersi movimenti e iniziative ambientaliste sempre più critiche nei confronti delle politiche di sviluppo dei governi nazionali. 

Come evidenzia lo studio OBCT/CeSPI anche in questo specifico settore l’elevato livello di coerenza tra gli obiettivi e le attività del terzo asse prioritario di EUSAIR dedicato alla qualità dell’ambiente e il capitolo 27 dell’acquis comunitario conferma che la strategia macroregionale e i negoziati per l’allargamento sono processi in grado di rafforzarsi a vicenda. 

La maggior parte dei paesi dei Balcani occidentali ha già raggiunto un buon livello di allineamento con le normative ambientali europee. Due sono però i fattori principali che ne ostacolano l’attuazione: i notevoli costi connessi alla transizione verde e la complessa relazione tra protezione ambientale e sviluppo economico. 

Finora solo il Montenegro ha aperto i negoziati sul capitolo 27. La Serbia, il cui governo ha presentato la propria posizione negoziale nel gennaio del 2020, ha ricevuto semaforo verde dal Consiglio proprio questi giorni,  mentre Albania e Macedonia del Nord si trovano nella fase preparatoria dello screening, ovvero della valutazione del livello di allineamento dell’ordinamento nazionale con le normative europee. La situazione resta invece più complicata in Bosnia Erzegovina e Kosovo, i quali a differenza degli altri paesi sono ancora solo potenziali candidati all’adesione. 

“La società civile ‘verde’ in Serbia è molto attiva sia a livello regionale che a livello nazionale, in particolare nel monitoraggio del processo di integrazione e di adozione delle normative europee; tuttavia, ciò che spesso manca è la volontà politica di attuare le disposizioni”, ha sottolineato Milka Gvozdenović, coordinatrice del settore ambientale dell'ONG Young Researchers of Serbia,  partecipando al workshop dello scorso ottobre .

E per implementare la normativa ambientale in modo adeguato serve una forte spinta politica e risorse adeguate. Lo ha spiegato durante il seminario Madalina Ivanica, coordinatrice per il settore dell’allargamento, delle relazioni bilaterali, regionali e internazionali presso la DG ENV della Commissione europea: “l'Agenda Verde per i Balcani occidentali - strumento che da poco si è aggiunto agli altri documenti elaborati dalla Commissione Europea per favorire l’integrazione europea dei Balcani in campo ambientale - è importante per aiutare i paesi ad avvicinarsi agli obiettivi europei in termini di lotta al cambiamento climatico e protezione ambientale. Tuttavia il capitolo 27 resta uno dei più costosi di tutto l’acquis e necessita dunque di finanziamenti adeguati”. 

A questo proposito, un vantaggio di EUSAIR è quello di contribuire a massimizzare l'utilizzo dei diversi fondi europei - e non - destinati alla protezione ambientale. Come suggerisce lo studio di OBCT/CeSPI, la strategia europea può inoltre stimolare il principio del "più per più", vale a dire incentivare l’attuazione delle disposizioni ambientali ed evidenziare i risultati raggiunti al fine di ottenere maggiori risorse finanziarie per i paesi che compiono progressi nel processo di riforma. 

La creazione di comunità di lavoro transnazionali 

Uno dei contributi che EUSAIR può offrire all’allargamento è infine il fatto di essere un catalizzatore per la creazione di quelle che possono essere definite “comunità di lavoro” tra i diversi  portatori di interesse coinvolti in progetti a livello territoriale. Tali comunità di lavoro sono emerse ad esempio tra i soggetti coinvolti in progetti di cooperazione territoriale dedicati alla qualità ambientale, tra cui enti locali, università, centri di ricerca e organizzazioni della società civile.  

Ad esempio dal 2014 diversi progetti finanziati attraverso il programma Interreg Adrion hanno contribuito ad avvicinare i Balcani occidentali alle direttive ambientali dell’Ue. Alcuni di questi hanno ad esempio permesso una migliore gestione delle zone marine protette in linea con il quadro europeo per la pianificazione dello spazio marino o l’attuazione della strategia europea per la tutela della biodiversità. Per sfruttare i vantaggi delle cosiddette comunità di lavoro è però necessario creare un ponte tra il livello progettuale e quello politico, trasformando le esperienze e le competenze acquisite “sul campo” in un patrimonio comune condiviso tra tutti i soggetti coinvolti a livello territoriale e i decisori politici. Il contributo di EUSAIR in questo caso è stato e potrebbe essere quello di “scalare in alto” l’esperienza del singolo progetto.

“EUSAIR ha promosso con successo la crescita sostenibile nella regione, incentivando il dialogo tra le istituzioni e i portatori di interesse e contribuendo a rafforzare il livello amministrativo nei paesi della coinvolti”, ha spiegato Mitja Bricelj, coordinatore del terzo asse prioritario di EUSAIR dedicato all’ambiente nel suo intervento al workshop di ottobre. 

Questo approccio inclusivo e l’emergere di processi decisionali partecipativi è particolarmente utile ai Balcani occidentali in quanto aumenta la responsabilità democratica dei governi e aiuta a consolidarne i principi democratici. 

Come hanno osservato Di Paola e Kittel, “nonostante non possa influenzare l’impegno politico dei paesi membri - il quale resta essenziale affinché il potenziale di EUSAIR abbia una ricaduta positiva sul processo di allargamento - EUSAIR offre comunque una piattaforma utile a stimolare lo scambio di esperienze e di buone pratiche su questioni concrete come la protezione ambientale, aiutando così i paesi dei Balcani occidentali ad allinearsi alle norme e alle politiche dell’UE”.

Ora lo studio realizzato da OBCT e CeSPI rappresenta un punto di partenza dal quale la DG REGIO della Commissione europea  intende iniziare una revisione della strategia EUSAIR e della sua governance allo scopo di renderla una piattaforma in grado rafforzare le sinergie tra i paesi partecipanti per il raggiungimento di obiettivi comuni.

 

Questo materiale è pubblicato nel contesto del progetto "Work4Future" cofinanziato dall’Unione europea (UE). L’Ue non è in alcun modo responsabile delle informazioni o dei punti di vista espressi nel quadro del progetto. La responsabilità sui contenuti è unicamente di OBC Transeuropa. Vai alla pagina "Work4Future"

 


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