Un blitz di Angelina Jolie, regista di “In the Land of Blood and Honey”, e l’attesa anteprima di “Djeca – Buon anno, Sarajevo” di Aida Begić. È iniziato all’insegna delle donne il 18° Sarajevo Film Festival

10/07/2012 -  Nicola Falcinella

La manifestazione che si è affermata come il più importante evento internazionale della capitale bosniaca, indispensabile punto di riferimento per chi fa, vuole fare o vuole vedere cinema nell’area sud-est europea, ha compiuto la maggiore età. Meno sostegno da parte della città, in termini di spazi e finanziamenti, non hanno condizionato un programma sempre ricco e articolato su molte sezioni. Il festival è stato aperto da “Djeca”, secondo film della Begić, menzione speciale a Cannes (Un certain regard) e una settimana fa dominatore alla Mostra del nuovo cinema di Pesaro: miglior film, premio della giuria giovani e di “cinema e diritti umani”. La pellicola arriverà nelle sale italiane a fine anno.

La Jolie ha mantenuto la promessa di tornare a Sarajevo e ha confermato il legame speciale che ha stabilito con la Bosnia anche con il suo film da regista “In the Land of Blood and Honey” (che non ha ancora una distribuzione italiana). L’attrice è intervenuta all’inaugurazione del Talent Campus, l’iniziativa che riunisce i giovani talenti da tutti i Balcani.

Klip - Clip

La serba Maja Miloš, già vincitrice a Rotterdam, ha presentato nella sezione “In Focus” la sua opera prima: "Klip - Clip". Un moderno melodramma adolescenziale a colpi di cellulare. Protagonista Jasna, una ragazza di periferia che filma tutto con il suo telefono. Le amiche, la famiglia, la scuola (studia per diventare maestra d’asilo). Ma soprattutto sesso, cocaina e alcol. La storia di provocazioni e trasgressioni con Djordje, di pochi anni più grande, fatta di incontri nei bagni o alle feste, e di un bacio che arriva quando tutto il resto è già stato fatto. Ci sono anche la malattia del padre, l’irruzione notturna nella scuola (distruzione compresa) e tutto quello che non si dovrebbe fare ma che si vuol provare. Ci sono brevi scene esplicite ma il tono non è per niente morboso, in fondo il film ha una sua tenerezza e un sorprendente lieto fine. La Miloš sta lontana dalle tentazioni sociologiche, cambia più volte la piega della storia, filma molto da vicino (usando anche le riprese con i telefonini) e utilizzando il punto di vista dei ragazzi, valorizza l’interpretazione della giovanissima Isidora Simijonović. Una ricerca di senso, di crescita e di amore che passa anche per il vuoto o per comportamenti discutibili. Non è un caso che uno dei bambini della materna visitata dalla protagonista si chiami Romeo, che sia dispettoso e dolce insieme. Un debutto consapevole e carico di energia, prodotto dalla belgradese Bascelik di Srdan Golubović.

In Focus ha presentato anche il sopravvalutato “Alps – Alpeis” del greco Yorgos Lathimos, premiato a Venezia lo scorso anno, e “Hungary 2011”, prodotto dal grande Bela Tarr (ospite del festival). Un film a episodi che ha coinvolto i maggiori cineasti magiari, una dichiarazione di politica e poetica contro il governo Orban che dal 2010 sta “cercando di cambiare la cultura ungherese” come ha denunciato il cineasta. Al progetto hanno partecipato tra gli altri Agnes Kocsis, Georgi Palfi e Bence Fliegauf e i grandi Marta Meszaros e Miklos Jancso. Quest’ultimo filma un test video in una fabbrica abbandonata con una ballerina che, al termine di un carrello avanti mozzafiato chiede al regista “giriamo qui?”. “No, qui gridiamo” risponde Jancso. Ed è il grido che il cinema ungherese, una storia gloriosa e un presente difficile di ottimi talenti e sempre più difficoltà a realizzare film, cerca di far sentire.

Il programma dell'edizione 2012

Per la prima volta nella sua storia, cominciata circa un mese dopo il massacro di Srebrenica, il Sarajevo Film Festival (www.sff.ba )  ha tra le sue date l’11 luglio. Così, nel giorno in cui la Bosnia ricorda il più grande masacro in Europa dopo la Seconda Guerra mondiale, l’Sff ha preparato una giornata speciale, con programma ridotto e rigorosamente a tema. Niente film in concorso mercoledì e niente tappeti rossi (ormai un must, a Sarajevo ancor più che in altri festival). Per “In Focus” sarà presentato “Just the Wind” dell’ungherese Bence Fliegauf, già Orso d’argento a Berlino (l’Orso d’oro “Cesare deve morire” dei fratelli Taviani è in calendario venerdì sera nell’arena all’aperto), storia di discriminazioni contro i rom. L’arena aperto !Hej ospiterà il breve “Day on Drina” di Ines Tanović (la giornata di un gruppo di persone che cercano resti di persone scomparse durante la guerra nell’alveo del fiume) e “Football Rebels” di Gilles Rof e Gilles Perz su calciatori fuori dagli schemi, talentuosi sul campo e impegnati nel sociale, da Socrates a Didier Drogba a Eric Cantona, che sarà a Sarajevo. Nell’arena Vatrogasac sarà programmato il bel “Land of Oblivion” di Michale Boganim sul disastro nucleare di Chernobyl.

In concorso in questa settimana ci saranno l’austriaco “Crossing Boundaries – Grenzgänger” di Florian Flicker, i turchi “Present Tense - Simdiki Zaman” di Belmin Söylemez, “Voice Of My Father - Babamin Sesi” di Orhan Eskiköy e Zeynel Doğan e “Beyond The Hill - Tepenin Ardi” di Emin Alper, il serbo “Redemption Street - Ustanička Ulica” di Miroslav Terzić (con Uliks Fehmiu e Rade Šerbedžija) e il romeno “Everybody in Our Family - Toată lumea din familia noastră” di Radu Jude.

Importante il concorso documentari, con oltre venti titoli molto interessanti da tutta l’area, il festival del cinema bosniaco che presenta tra gli altri “Belvedere” di Ahmet Imamović e “Mirza Delibasić – Legenda” sull’ex campione di basket. Ancora la Palma d’oro di Cannes “Amour” dell’austriaco Michael Haneke, “Beyond the Hills” del romeno Cristian Mungiu (due premi a Cannes per sceneggiatura e attrici) e “Paradise: Love” di Ulrich Seidl.

Nell’Arena martedì ci sarà il successo francese “Quasi amici” di Olivier Nakache ed Eric Toledano, giovedì “I, Anna” di Barnaby Southcombe con Charlotte Rampling di nuovo in Bosnia, sabato il divertente “The Angel’s Share” di Ken Loach, premio della giuria a Cannes.

Ospite a Sarajevo è anche Todd Solondz, uno dei cineasti americani più importanti, cui è dedicata una retrospettiva omaggio con “Happiness”, “Life During Wartime”, “Welcome to the Dollhouse”, “Palindromes”, “Storytelling”, “Dark Horse” e alcuni cortometraggi.


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