"Non rinunceremo alla notte", una dimostrazione a Tbilisi lo scorso 10 dicembre (Mari Nikuradze /OC Media)

"Non rinunceremo alla notte", una dimostrazione a Tbilisi lo scorso 10 dicembre (Mari Nikuradze /OC Media)

Le donne del Caucaso sono spesso costrette a fare i conti con commenti e proposte umilianti da parte di estranei, palpeggiamenti e peggio ancora. E se il problema sembra universale, le tutele giuridiche sono universalmente assenti

(Pubblicato originariamente da OC Media l'8 marzo 2018)

Quando masse di turisti provenienti dai paesi arabi si sono riversate a Baku l'estate scorsa, c'è stato unanime sdegno nella società e nei media dopo che erano emerse notizie di turisti che molestavano le donne per strada. Ma lo stesso non sembra accadere quando a molestare sono gli uomini locali, anche se il problema è ampiamente riportato dalle donne in tutto il Caucaso.

"Ha iniziato a toccarmi da dietro"

Ayla Allahverdiyeva, 30 anni, di Baku, dice che da quando andava a scuola ha iniziato a sentirsi minacciata dagli uomini e sentirsi a rischio ad ogni passo.

"Quando esco, mi vesto volutamente in modo castigato. Ma ricevo comunque commenti osceni. Uomini di tutte le età mi vengono il più vicino possibile per raccontarmi i loro desideri sessuali e cosa vogliono fare con me", ha raccontato Ayla a OC Media.

Uno degli episodi più recenti e gravi è accaduto alcuni mesi fa nella parte più popolosa della città.

"Approfittando del marciapiede molto stretto, un tizio si è avvicinato il più possibile e ha cominciato a toccarmi da dietro. Mi sono girata e gli ho chiesto di fermarsi e di spiegarsi. All'inizio è rimasto interdetto e ha fatto subito un'espressione perplessa, come se non capisse di cosa stessi parlando. Poi ho alzato la voce e ho detto che un tale comportamento era segno di maleducazione, al che lui ha risposto sgarbatamente: "Bada a come parli!" Questi tipi, per qualche motivo, si indignano molto quando vengono accusati di essere maleducati, anche se si comportano in modo assolutamente disgustoso".

Ayla ricorda ancora con un brivido un episodio in cui un uomo l'ha insultata solo per umiliarla. Lei ha rincorso l'aggressore per diversi isolati e lo ha costretto a scusarsi, minacciando di rivolgersi alla polizia. Non si è mai realmente rivolta alla polizia. Come molte altre, Ayla non vuole, ma pensa che la paura della punizione sia l'unica cosa che può fermare le molestie di strada.

Paura di parlare

In Azerbaijan, le donne spesso si vergognano troppo per parlare delle loro esperienze. In una recente intervista al quotidiano ECHO, il direttore del Centro per i diritti umani Eldar Zeynalov ha detto che non ci sono statistiche sul numero di vittime di molestie, sebbene si registrino alcuni casi di molestie sessuali. Ha detto che spesso non c'è nulla da registrare in quanto le vittime di molestie si rivolgono molto raramente alla polizia, perché si vergognano o perché non credono che l'aggressore verrà punito.

Secondo Lika Barabadze, fisioterapista georgiana, gli uomini approfittano del fatto che non è socialmente accettabile che le donne parlino di tali esperienze.

"La reazione di paralisi viene da paura e vergogna. È considerato vergognoso discuterne, inoltre da un'età molto giovane alle donne viene insegnato che se succede una cosa del genere, è colpa loro. Che stiamo stuzzicando o mostrando troppo, che dovremmo avere più controllo in modo che nessuno osi fare nulla".

Nvard Piliposyan, del Sexual Violence Crisis Center, dice che le donne evitano di sporgere denuncia alla polizia, perché si vergognano. "Le donne in Armenia preferiscono tacere".

"Ho paura per mia figlia"

Natalia Viktorovna, 40 anni, si è trasferita da Donetsk a Yerevan un anno fa, dopo che il marito aveva ricevuto un'offerta di lavoro.

"Eravamo appena arrivati ​​a Yerevan e ho deciso di andare a fare una passeggiata. Fin dal primo giorno ho capito che essere una donna dall'aspetto slavo è complicato qui. Per qualche ragione, gli uomini armeni pensano che se sei russa o ucraina devi assolutamente flirtare con loro e gradire i loro complimenti impudenti".

Natalia racconta che è una vera impresa uscire di casa senza il marito. Gli uomini le si avvicinano, fanno proposte indecenti e cercano di toccarla. Dire che è sposata non aiuta.

Natalia ricorda un episodio in cui un uomo l'ha aggredita sessualmente e ha temuto di non sopravvivere. "In quel momento, ho urlato per la strada che avrei chiamato la polizia", ​​racconta. Dice che indossa vestiti che coprono il più possibile il corpo per evitare l'attenzione.

"Posso proteggere me stessa, ma il problema è mia figlia. Ha solo 15 anni, è bellissima, e per strada gli uomini la fissano tutto il tempo. Ho paura per lei".

Nessuna legge contro le molestie sessuali

Non esiste alcuna legge contro le molestie sessuali in nessuna parte del Caucaso meridionale. Mentre lo stupro è un reato penale, al massimo le molestie sono variamente classificate come teppismo, in Azerbaijan, o "insulto all'onore e alla dignità" in Armenia.

Nvard Piliposyan, avvocato del Sexual Violence Crisis Center, afferma che le molestie sessuali sono comuni anche nei luoghi di lavoro in Armenia.

“Ma nessuno viene mai punito perché non abbiamo alcuna legge in merito. Il problema è in qualche modo regolato dal codice civile in base al quale una persona può essere punita per 'aver insultato l'onore e la dignità' di un'altra persona”, ha dichiarato a OC Media.

Un sondaggio condotto nel 2018 dal National Democratic Institute (NDI) mostra che esiste un ampio consenso pubblico per una tale legge in Georgia: il 77% degli intervistati afferma di essere a favore di una legge contro le molestie sessuali.

Nonostante questo, lo scorso anno il parlamento georgiano ha respinto una proposta di legge che prevedeva sanzioni amministrative per le molestie sessuali nei luoghi di lavoro. Da allora il Movimento delle donne, un gruppo di attiviste locali, ha rivolto al parlamento una petizione per introdurre sanzioni nel codice amministrativo per le molestie sessuali in pubblico e negli spazi di lavoro. Il parlamento ha promesso di discutere l'iniziativa, che rimane tuttavia in sospeso.

I gruppi femministi georgiani hanno tenuto diversi raduni chiedendo che le molestie sessuali siano rese punibili. L'ultima manifestazione si è svolta il 10 dicembre, Giornata internazionale per i diritti umani, quando decine di donne sono scese in piazza, cantando “Non rinunceremo alla notte”.

"È tutto nella cultura"

Lika Barabadze, 33 anni, psicoterapeuta di Tbilisi, ricorda le sue prime esperienze di molestie sessuali. Dice che succede ovunque: nelle strade, sui trasporti pubblici e al lavoro.

Ricorda che quando aveva quasi 15 anni, in giro per la strada con le sue amiche, un uomo si è avvicinato annunciando: "Ragazze, è ora che proviate un po' di salsiccia!".

Dice che i molestatori tendono a colpire donne giovani e vulnerabili, che più difficilmente reagiscono. Uno degli episodi più traumatizzanti che ha vissuto personalmente è accaduto quando era una studentessa di vent'anni. Mentre camminava su Varaziskhevi Street, un uomo è comparso improvvisamente e ha mostrato i genitali.

"Da terapeuta incontro spesso donne che hanno subito molestie sessuali. Data la mia esperienza e il mio background professionale, dovrei essere più preparata per questo genere di cose, ma quando accade in modo imprevisto, quando qualcuno mostra i suoi genitali in modo inaspettato, io rimango disorientata e bloccata", ha detto a OC Media.

Molte studentesse percorrono Varaziskhevi Street ogni giorno, perché conduce all'Università statale di Tbilisi. È un luogo famoso per l'uomo famigerato per il suo esibizionismo.

"Sapevamo che era comune, ma non ne abbiamo mai parlato. Una volta una ragazza ci ha detto che gli ha urlato contro. Siamo rimaste sorprese nell'apprendere che è scappato. Ho sempre pensato che mi avrebbe attaccata se avessi reagito".

Dice che le donne si incolpano inconsciamente, anche se razionalmente sanno di non avere fatto nulla.

"È impresso nelle nostre menti e le nostre prime reazioni sono inadeguate perché iniziamo a cercare una spiegazione in noi stesse. Le mie clienti spesso si difendono dicendo che non indossavano niente di volgare. Alla fine arriviamo alla conclusione che non importa cosa stavi indossando o dove eri. È tutto nella cultura e deve cambiare", ha detto a OC Media.

Dalle strade al consiglio comunale

Gli episodi di molestie sono tutt'altro che rari. In Georgia, un sondaggio del 2014 condotto in diverse stazioni della metropolitana dal Women's Information Center, un gruppo per i diritti locale, ha riportato che il 45% delle donne intervistate aveva subito diversi tipi di molestie sessuali in metropolitana. Il 73% ha riferito di essere stata fissata, il 31% di essere stato molestata verbalmente, il 38% di essere stata toccata, il 14% spinta o schiacciata e il 6% toccata con i genitali.

Nara, 26 anni, della provincia di Armavir nell'ovest dell'Armenia, evita di sedersi sugli autobus affollati. Dice che essere donna è particolarmente difficile nella regione.

"Quando un autobus è pieno, alcuni uomini non perdono l'opportunità di avvicinarsi e toccarti 'accidentalmente'. Una volta, un uomo mi ha persino toccato il seno fingendo di cadere".

Tale trattamento delle donne è spesso ignorato o addirittura tollerato dalla società. Quando, il 13 febbraio, due consigliere dell'opposizione di Yerkir Tsirani sono state aggredite fisicamente e sessualmente in consiglio comunale di Yerevan – in pieno giorno e in diretta televisiva nazionale – alcuni hanno comunque incolpato di quanto avvenuto le donne.

"Una consigliera di Yerkir Tsirani ha subito violenza di genere dagli uomini [del partito repubblicano] che si sono comportati in modo indecente, mettendo le mani sul seno e la vita della donna. C'è stata violenza fisica contro la donna. È stata un'umiliazione pubblica. Una cosa del genere non capita mai ad un uomo”, ha dichiarato a OC Media l'attivista per i diritti umani Zara Hovhannisyan, di Violence Against Women Coalition.

L'ex parlamentare Arakel Movsesyan, citato da EVN Report, ha dichiarato che le donne sono state "fortunate" perché lui era assente al momento dell'incidente. "Non entrerò nei dettagli di ciò che farei, ma ciò che hanno fatto gli [uomini del partito repubblicano], hanno fatto bene", ha dichiarato Movsesyan.


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