“Georgian Dream” team (?)

18 ottobre 2012

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Il presidente georgiano Mikheil Saakashvili ieri ha ufficialmente dato l’incarico di formare il governo al vincitore delle recenti elezioni parlamentari Bidzina Ivanishvili. Tra i nomi, persone note nel proprio campo che potrebbero fare bene, ma anche qualche figura vicina a Ivanishvili sostanzialmente priva di esperienza rilevante per il nuovo incarico.

Qualche nome. Irakli Alasania, ex-ambasciatore della Georgia alle Nazioni Unite e in seguito una delle figure più note dell’opposizione, è stato nominato vice-premier e ministro della Difesa. Un moderato che non ha mai dato segno di avere tendenze belliciste e che ha dimostrato di sapersi comportare anche in contesti internazionali.

Kakha Kaladze, ex-calciatore (a lungo difensore del Milan e capitano della nazionale georgiana) e in questi ultimi mesi tra i principali alleati di Ivanishvili, è stato nominato vice-premier e ministro per l’Energia e le risorse naturali.

Il ministero dell’Interno è stato affidato a Irakli Garibashvili, trentenne precedentemente a capo della fondazione benefica di Ivanishvili. Garibashvili non ha sostanzialmente alcuna esperienza rilevante per quanto riguarda la gestione di un ministero chiave come quello degli Interni e ha tutto da dimostrare.

Sozar Subari, ex-ombudsman georgiano e ormai da un paio d’anni attivo oppositore di Saakashvili, sarà a capo di un apposito ministero incaricato di occuparsi del sistema penitenziario. Ho incontrato Subari a Tbilisi nel 2009 quando era ancora difensore civico (ombudsman) georgiano, principale figura incaricata di denunciare le violazioni dei diritti umani nel paese. Nei suoi report presentati annualmente al parlamento parlava esplicitamente del carattere sistemico delle violenze nelle carceri georgiane e mentre mi mostrava fotografie sembrava sinceramente indignato per episodi di violenza e abusi commessi dalla polizia. Sulla carta, difficile immaginare una nomina migliore.

Ministro incaricato ad occuparsi di Abkhazia e Ossezia del sud è stato nominato Paata Zakareishvili, conflittologo noto per la sua apertura al dialogo. In un’intervista pubblicata un anno fa, Zakareishvili aveva dichiarato di non escludere per principio nel lungo periodo la possibilità che la Georgia riconosca l’indipendenza dei due territori separatisti, ma che vi sono molte iniziative pratiche che andrebbero intraprese subito: aprire realmente i confini, permettere l’importazione di beni dall’Abkhazia, aprire il traffico automobilistico anche per auto con targhe abkhaze, riconoscere i passaporti abkhazi, ecc. Una strategia di piccoli passi (che tenga conto anche degli sfollati dal conflitto) che secondo Zakareishvili aprirebbe spazi per un reale processo di risoluzione del conflitto. Un approccio più realistico e aperto che potrebbe segnare un cambiamento importante rispetto alla strategia sostanzialmente isolazionista che ha caratterizzato i precedenti governi georgiani e ha portato a una situazione di stallo.

Nella squadra di governo, tre donne su ventuno ministri.

Aria di cambiamento su molti fronti, certo, ma non su tutti.

 

P.S. tutti i materiali dedicati alle elezioni parlamentari in Georgia del primo ottobre 2012 su Osservatorio sono ora raccolti in una dossier: "Elezioni parlamentari in Georgia 2012 - La vittoria di Ivanishvili"