La bozza di Vilnius
5 novembre 2013
Radio Free Europe è riuscita a visionare una bozza della dichiarazione finale del summit di Vilnius, previsto per i prossimi 28 e 29 novembre, il terzo promosso dall'Unione europea all'interno della cosiddetta Eastern partnership, con la quale l'Unione governa le relazioni con l'area ex-sovietica ai suoi confini.
Nel testo della bozza si riconoscono le “aspirazioni” europee dei sei paesi coinvolti, si includono riferimenti alla società civile bielorussa (Minsk ha già dichiarato di volerli togliere dalla dichiarazione) e si è lasciato uno spazio bianco relativamente alle relazioni UE-Armenia.
Il testo finale della dichiarazione dovrà essere approvato dai capi di stato dei paesi membri UE e da quelli di Armenia, Azerbaijan, Bielorussia, Georgia, Moldavia e Ucraina al summit che si terrà a fine mese nella capitale lituana.
Secondo Radio Free Europe il paragrafo più dibattuto della bozza ha riguardato lo status della relazione tra l'UE e i sei paesi partner. Nell'attuale bozza si afferma che “il summit riconosce il diritto sovrano di ogni stato di scegliere ciò a cui ambisce e i suoi obiettivi finali per quanto riguarda le relazioni con l'Unione europea” e di decidere “se rimanere partner in accordo con l'articolo 8 del Trattato sull'Unione europea oppure se seguire le proprie aspirazioni europee in accordo con l'articolo 49”.
L'articolo 8 è quello che definisce la strategia dell'Unione rispetto ai propri vicini, mentre il 49 definisce il percorso per divenire membri dell'UE.
Le parole sulle “aspirazioni europee” sono simili a quelle presenti nel documento finale del summit sulla Eastern Partneship tenutosi a Varsavia nel 2011 e sono più annacquate rispetto a quelle che - secondo Radio Free Europe - alcuni dei paesi membri UE avrebbero voluto. Questi ultimi avrebbero desiderato fosse inserita la dicitura “prospettiva europea”, la stessa utilizzata per i Balcani Occidentali.
In ogni caso questa parte della bozza è possibile muti radicalmente dato che, nota sempre Radio free Europe, paesi come la Francia non sono disposti a concedere alcun appiglio all'idea che questi paesi possano in futuro richiedere la membership UE.
Nella bozza è inoltre riportato un paragrafo tra parentesi dove ci si felicita con l'Ucraina per la firma dell'Accordo di associazione e del patto DCFTA (Deep and Comprehensive Free Trade Areas) e per la finalizzazione di accordi simili con Georgia e Moldavia.
Vengono inoltre riconosciuti i passi avanti fatti nelle negoziazioni per un Accordo di associazione con l'Azerbaijan, con Bruxelles che si dice pronta ad iniziare a discutere del DCFTA. Nessuna parola invece sull'Armenia dopo che Yerevan si è dichiarata pronta ad entrare nell'Unione doganale promossa dalla Russia.
Per quanto riguarda invece i visti vi è uno spazio bianco nel documento lasciato a favore della Moldavia, e questo potrebbe significare che l'Unione europea potrebbe essere pronta a concedere una qualche forma di liberalizzazione, magari per studenti e uomini d'affari, ma non la completa liberalizzazione a cui aspira Chisinau.
Poco si dice invece dei vari “conflitti congelati” nei paesi partner. Al capitolo Georgia vi è inserita una riga dove si dice che i “partecipanti enfatizzano la necessità della piena implementazione del mandato dell'EUMM (European Union Monitoring Mission in Georgia) sull'intero territorio della Georgia e il suo futuro rafforzamento e reiterano il loro sostegno alle discussioni internazionali di Ginevra”.
E' inoltre probabile che la Moldavia insista per l'inserimento di qualcosa di simile sulla Transnistria mentre non è ancora chiaro se Armenia e Azerbaijan desiderino menzionare il conflitto “congelato” che le coinvolge sul Nagorno-Karabakh.
La bozza viene ora discussa tra i diplomatici UE e i rappresentanti dei 6 stati partner e prima di approdare a Vilnius dovrà superare, a metà novembre, l'esame degli ambasciatori UE.
LINK: Radio Free Europe