Moria, fallimento europeo
10 settembre 2020
L'incendio che ha devastato il campo migranti di Moria, sull'isola di Lesbo, nella notte tra lunedì e martedì, ha riportato drammaticamente alla luce il fallimento della politica migratoria dell'Unione europea.
Le fiamme hanno lasciato senza alloggio 12.000 persone che, già traumatizzate da conflitti e situazione precarie, hanno perso quel poco che avevano ancora con loro. Nell'incendio non vi sarebbero stai morti anche se alcune testimonianze – raccolte ad esempio da Euobserver - riportano che alcuni migranti avrebbero perso la vita tra le fiamme.
Politico.eu , in un suo pezzo di approfondimento, riporta come il campo di Moria fosse da anni sovraffollato e, nonostante una riduzione dei numeri negli ultimi sei mesi, al momento dell'incendio ospitasse quattro volte il numero di persone per cui era stato pensato. E questo – sottolinea Politico.eu – ha spinto molti ad affermare che le drammatiche condizioni di vita fossero appositamente mantenute per scoraggiare altri arrivi nell'isola di Lesbo, situata a soli 10 km dalla costa turca.
“L'incendio a Moria è causato dalle politiche europee” ha dichiarato a Politico.eu Apostolos Veizis, direttore dell'Unità medica di supporto in Grecia di Medici senza frontiere.
Da Bruxelles si è annunciato l'immediato invio di aiuti per superare l'emergenza e la vice-presidente della Commissione Margaritis Schinas dovrebbe arrivare oggi in Grecia. Ylva Johansson, Commissaria europea per Affari interni ha sottolineato tramite Twitter che è stato già concordato il sostegno finanziario per il ricollocamento di 400 minori non accompagnati.
Ma, sottolinea Politico.eu, anche se l'Ue sta rispondendo all'emergenza vi è anche consapevolezza che una soluzione di lungo periodo deve andare oltre alla Grecia. “È una questione europea perché i migranti non vogliono starsene a Lesbo, non vogliono stare in Grecia - ha dichiarato un diplomatico europeo al portale che si occupa di affari europei - vogliono andare in Germania. È una questione europea. La Grecia non può gestirla da sola. Serve una soluzione europea”.
La Commissaria Johansson entro il 30 settembre dovrebbe presentare una nuova proposta della Commissione sulla questione migratoria. Non è detto però, sottolinea Politico.eu, che effettivamente si rispetti quella data visto che in primavera la Presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen aveva promesso una nuova proposta sul tema migrazioni "poco dopo Pasqua " e non è mai arrivata.
La Grecia, l'Italia ed altri stati membri del sud del continente insistono su un sistema obbligatorio di redistribuzione dei richiedenti asilo tra i paesi Ue ma molti paesi dell'Europa centrale e orientale si sono detti fortemente contrari a ricollocamenti. “E il Covid può essere una straordinaria scusa per chi vuole rimanere nello status quo”, ha sottolineato un diplomatico europeo a Politico.eu.