Con la guerra in Ucraina alle porte, la Romania è particolarmente interessata a capire quale sarà il corso politico che intraprenderà la nuova amministrazione Trump. Nel frattempo, Bucarest aumenta le proprie spese militari
La vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali negli Stati Uniti ha portato a dibattiti preoccupati in Romania per via di futuri scenari che potrebbero riguardare una riconfigurazione geostrategica nell’Europa orientale.
Mentre le autorità di Bucarest si congratulavano con Trump per il suo successo, sulla stampa e nei talk show romeni si cercava di capire quali saranno le conseguenze per la Romania della futura politica di Washington.
Almeno per il momento la politica estera di Donald Trump per l’Europa in generale - e per l’Europa orientale in particolare - non appare facilmente prevedibile. Nel frattempo, però, la vittoria di Trump è stata salutata dalle autorità di Bucarest.
Entusiasmo
Il presidente romeno Klaus Iohannis ha scritto sulla rete x: ”Congratulazioni al presidente eletto Donald Trump per la sua vittoria! La Romania è un alleato strategico forte e devoto degli Stati Uniti. Attraverso i nostri sforzi congiunti, porteremo la pace e la prosperità in entrambi i nostri paesi, difendendo al tempo stesso gli interessi comuni”.
Entusiasmo anche da parte del premier romeno Marcel Ciolacu: "Congratulazioni al presidente Donald Trump per questa vittoria storica! La Romania è pronta a lavorare insieme per rafforzare il nostro partenariato strategico”. Ciolacu ha poi aggiunto: “sotto la guida della nuova amministrazione, speriamo nella pace e nella prosperità per tutti i nostri cittadini! Ci auguriamo che possa iniziare una proficua collaborazione!”
Commenti euforici anche da parte dell’Alleanza AUR (Alleanza per l’Unità dei Romeni), partito della destra nazionalista che ha a cuore il fenomeno “Make America Great Again” (MAGA), in una forma adattata ai propri interessi politici.
E preoccupazioni
Entusiasmo a parte, la vittoria di Trump ha provocato anche una certa preoccupazione in Romania, soprattutto a causa delle possibili aperture del neoeletto presidente USA nei confronti del Cremlino.
Con la guerra in Ucraina ai propri confini, la Romania ha dovuto investire massicciamente nella difesa e ha ricevuto sul suo territorio nuovi contingenti militari NATO. La posizione di Mosca è chiara: prima di invadere l’Ucraina, la Russia ha insistito affinché gli stati ex sovietici rimanessero nella sua sfera di influenza e si è opposta alla loro adesione alla NATO o all’UE. Al momento non è chiaro in che modo e a favore di chi sarebbe l’imposizione di un cessate il fuoco in Ucraina, obiettivo a cui Trump ha più volte fatto riferimento in passato.
Gli inviati delle principali tv romene approdati negli Stati Uniti per seguire le elezioni americane hanno raccolto le dichiarazioni dell’ambasciatore romeno a Washington Andrei Muraru, che si è mostrato fiducioso che la nuova amministrazione della Casa Bianca apprezzerà gli investimenti realizzati dalla Romania nella regione del Mar Nero negli ultimi 27 anni. Nel quadro del partenariato strategico, Muraru ha menzionato l'integrazione della Romania nel sistema antimissile NATO, la base di Mihail Kogălniceanu, attualmente in costruzione, e destinata a divenire la più grande base NATO in Europa, che ospiterà permanentemente 10mila soldati.
“Credo che l’investimento che la Romania ha fatto negli ultimi 27 anni con una base già integrata, il sistema antimissile della NATO, la creazione della ‘Mihail Kogălniceanu’, nella quale sono stati investiti più di due miliardi di euro, sarà visto molto favorevolmente dalla nuova amministrazione. Non penso che Trump si permetterà di abbandonare gli interessi strategici americani nel Mar Nero. Per quanto riguarda la Romania, sono molto ottimista", ha dichiarato Muraru.
Per l’ambasciatore da parte americana si dovrebbe aprire un dialogo molto serio “sull'estrazione di minerali critici, perché questa amministrazione è interessata a garantire catene di produzione, principalmente per la produzione di microchip”.
Ma mentre il prezzo di una tonnellata di rame raggiunge livelli storici, in Romania l'unico produttore romeno il cui oggetto principale di attività è l'estrazione di minerali non ferrosi, la società statale Cupru Min, registra perdite. Per questo, la gestione finanziaria dell'azienda è ora controllata dal Ministero dell’Economia.
Più soldi per la difesa
È noto l’appello di Trump affinché tutti gli stati membri della NATO allochino almeno il 2% del proprio PIL per la difesa. Nel 2023 la Romania ha stanziato il 2,5%, ma è riuscita a spendere solo l’1,6%, secondo un’analisi della NATO citata della tv pubblica TVR.
Con questa soglia, la Romania si colloca appena al di sotto della media dell'Alleanza Alantica, pari all'1,73%.
Nel 2022, al vertice della NATO di Madrid, Klaus Iohannis aveva annunciato che la Romania avrebbe aumentato il proprio bilancio per la difesa al 2,5%.
La Romania e gli altri stati membri dell'Unione Europea potrebbero invece utilizzare le risorse dei fondi di coesione per la difesa e la sicurezza. Si tratta di decine di miliardi di euro che l’UE vorrebbe reindirizzare nel contesto della guerra in Ucraina e del ritorno di Trump alla Casa Bianca, scrive il Financial Times.
Secondo le norme in vigore, questi fondi non possono essere utilizzati per l’acquisto di attrezzature per la difesa o per il finanziamento diretto dell’esercito, ma si presuppongono investimenti in tecnologie come i droni.
Funzionari dell'Unione Europea - citati dal Financial Times - affermano che nelle prossime settimane gli Stati membri avranno maggiore flessibilità nello stanziamento dei fondi di coesione, e potranno stanziare fondi per rafforzare strade e ponti per consentire il passaggio sicuro dei carri armati.
Il presidente eletto Trump ha messo in guardia contro possibili minacce da parte della Russia se i membri della NATO non dovessero raggiungere gli obiettivi di spesa per la difesa. Trump tornerà alla Casa Bianca il prossimo 20 gennaio: nel frattempo i romeni sceglieranno il loro nuovo presidente nelle elezioni del 24 novembre.
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