Rotta balcanica, corsa nel gelo

22 gennaio 2016

bubble icon

Nonostante le proibitive condizioni meterologiche, con temperature che da giorni restano di molti gradi sotto lo zero, migliaia di migranti, rifugiati e richiedenti asilo continuano a percorrere la cosiddetta “rotta balcanica” che corre attraverso la penisola, nel tentativo di raggiungere l'Europa centro-settentrionale.

Leggi tutto su Serbia

Il freddo intenso e il vento gelido rendono il cammino diffile soprattutto al confine tra Macedonia e Serbia (chiusa temporaneamente e poi riaperta dalle autorità di Skopje nei giorni scorsi), in un'area coperta di neve e di ghiaccio. Molte tra le circa mille persone che ogni giorno arrivano al centro di accoglienza di Preševo, in Serbia meridionale, sono quindi costrette a ricorrere alle cure del personale medico presente.

Particolarmente preoccupante la situazione per i tanti bambini in viaggio. L'UNICEF ha denunciato condizioni di alto rischio per i minori che arrivano infreddoliti nei centri di accoglienza.

Una preoccupazione ribadita dall'ONG “Save the Children”, che parla di una situazione grave. “Molti bambini sono a rischio di congelamento e polmonite”, ha dichiarato la portavoce dell'organizzazione Valentina Bollenback.

A spingere migliaia di persone a rischiare il viaggio, nonostante le temperature polari di questo inverno balcanico, è il timore che le frontiere – oggi ancora transitabili – possano presto divenire invalicabili, dopo i forti segnali che i principali paesi di destinazione, come Svezia, Germania e Austria intendono restringere fortemente le procedure di ingresso.

Da venerdì scorso, secondo i dati dell'Alto commissariato Onu per i rifugiati, sono circa 7mila i nuovi migranti il cui ingresso è stato registrato in Serbia. Da Preševo – in autobus - si prosegue quindi verso il campo di Slavonski Brod, in Croazia.

Ma le ultime disposizioni, annunciate dal ministro serbo al Lavoro e Politiche Sociali Aleksandar Vulin lo scorso 20 gennaio, preannunciano un primo giro di vite. “I migranti che non hanno espresso la volontà di chiedere asilo in Austria o Germania”, ha dichiarato Vulin, “non potranno più proseguire il loro viaggio attraverso il territorio serbo”.