L'abbattimento dell'aereo della Malaysia Airlines in Ucraina e la rinnovata tensione tra Russia ed Occidente, rendono sempre più difficile la politica di equilibrio tra Bruxelles e Mosca tenuta fino ad oggi dalla Serbia. Il servizio di Francesco Martino per il GR di Radio Capodistria [22 luglio 2014]
“L'obiettivo della Serbia è entrare a far parte dell'Unione europea. Belgrado, però, non vuole danneggiare gli ottimi rapporti con la Russia, soprattutto in questo momento difficile”. Con queste parole, pronunciate durante la sua recente visita a Mosca, il premier serbo Aleksandar Vučić ha riassunto la delicata strategia di equilibrio condotta in questi mesi da Belgrado.
La Serbia, che a inizio 2014 ha iniziato i negoziati di adesione all'UE, continua a vedere l'ingresso nell'Unione come priorità assoluta. D'altra parte, Belgrado non vuole incrinare i rapporti con la Russia, principale sostenitore della Serbia nella disputa sul Kosovo.
Una strategia messa sotto pressione della crescente tensione tra Occidente e Mosca sulla questione ucraina. La Serbia non ha appoggiato le sanzioni UE contro la Russia e più volte ha approvato le posizioni del presidente russo Vladimir Putin. Al tempo stesso, Belgrado ha sostenuto insieme all'Ue l'integrità territoriale dell'Ucraina - inclusa la penisola di Crimea - annessa dalla Russia lo scorso marzo.
Ora con l'abbattimento del volo della Malaysia Airlines, avvenuto lo scorso 17 luglio sui cieli dell'Ucraina orientale, tutto diventa ancora più complicato. La Serbia ha condannato l'incidente e si è unita a chi chiede un'indagine internazionale.
Una posizione che però stavolta potrebbe non essere sufficiente. Sui media serbi si moltiplicano le voci di rinnovate pressioni occidentali su Belgrado perché la Serbia assuma una posizione più rigida verso Mosca. E non sono in pochi a sostenere che il prezzo di ulteriori equilibrismi potrebbe essere un rallentamento, o addirittura l'interruzione, del percorso europeo della Serbia.
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