La Serbia punta a rafforzare la propria aviazione attraverso l'acquisto di caccia dalla Russia, dopo l'arrivo di elicotteri NATO nella vicina Croazia. Francesco Martino (OBCT) per il GR di Radio Capodistria [21 dicembre 2016]
Finalizzare l'acquisto di sei caccia Mig 29, oltre ad armamenti ancora non specificati. Questo l'obiettivo della visita a Mosca del premier serbo Aleksandar Vučić, che incontra oggi il ministro della Difesa russo Sergey Shoigu.
Nelle intenzioni di Belgrado i nuovi aerei, attesi in Serbia entro il prossimo marzo, dovrebbero rafforzare notevolmente le capacità belliche del paese. “La Serbia non ha nessuna intenzione di attaccare i propri vicini, ma vuole essere pronta a difendere la propria libertà e sovranità”, ha affermato Vučić alla vigilia dell'incontro.
Alcune settimane fa il governo serbo aveva annunciato che i Mig sarebbero arrivati come “donazione” da parte della Russia. Nei giorni scorsi Vučić ha invece affermato che i velivoli saranno pagati, seppure a condizioni privilegiate, e garantiranno le capacità operative dell'aviazione almeno per i prossimi dieci anni.
L'accordo sancisce ancora una volta gli stretti legami di Belgrado con Mosca, nonostante gli sforzi della Serbia per essere ammessa a pieno titolo nell'Unione europea. A giustificazione del riarmo, Vučić ha fatto riferimento più volte alla presunta minaccia proveniente dal potenziamento dell'aviazione croata. Nei mesi scorsi, infatti, Zagabria ha ricevuto a costi ridotti dagli Stati Uniti 16 elicotteri “Kiowa”, utilizzati per operazioni di ricognizione e supporto delle truppe a terra.
Secondo il ministero della Difesa serbo, nonostante i velivoli siano di seconda mano, i caccia avranno a disposizione strumenti ed armamenti all'avanguardia, e dovrebbero assicurare alla Serbia una posizione di primato militare nella regione balcanica.
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