Dopo più di un mese di resistenza alla censura imposta in Russia sul conflitto in corso in Ucraina, il caporedattore del quotidiano indipendente russo Novaya Gazeta, Dmitrij Muratov, è stato obbligato a fermare le pubblicazioni.
Con la solita e travolgente ironia di cui i bosniaci sono capaci, anche nei momenti più bui, è stata accolta la notizia che il governo della Federazione sta considerando di imporre un limite di produzione domestica di 20 litri all'anno per i superalcolici, tra cui l'amata rakija.
Hajra Ćatić, presidentessa dell'associazione "Žene Srebrenice" (Donne di Srebrenica) è deceduta ieri all'ospedale di Sarajevo. Donna coraggio, che non ha mai smesso di cercare giustizia per vittime e superstiti del genocidio. Come suo figlio Nino, reporter che da Srebrenica sotto assedio inviava notizie via radio, scomparso all'arrivo delle truppe di Ratko Mladić.
L'organizzazione femminista e antimilitarista "Donne in Nero" di Belgrado, dall'inizio dei conflitti di dissoluzione della Jugoslavia rappresenta una delle più coraggiose e importanti voci della società civile della Serbia. Con un comunicato stampa denuncia l'ennesimo attacco subito pochi giorni fa per mano di ignoti.
Moby Dick, spettacolo della compagnia modenese "Teatro dei Venti" è finalmente in tournée in Europa sud-orientale. In Romania, Bosnia Erzegovina, Montenegro e Croazia, sta portando il messaggio del romanzo di Melville, che Cesare Pavese aveva definito "allegoria della spasmodica ricerca, della sete di conoscenza e di vendetta, del rapporto tra bene e male, della ferocia e forza devastante della natura e dell’uomo".
“Sono arrivati stamattina alle sette i primi cittadini afghani che attendevamo da giorni. Sono 121 e li abbiamo trasferiti in strutture alberghiere a Durazzo”. Così ci informa Bruno Prifti, coordinatore in Albania dell’organizzazione italiana Vento di Terra, dopo giorni di attesa snervante.
La pandemia ha obbligato il MICT - Meccanismo residuale del Tribunale penale internazionale dell'Aja per i crimini nella ex Jugoslavia a rinviare, oltre al processo a Ratko Mladić, anche il processo ereditato nel 2017 dal TPI a carico dei due ex funzionari dei servizi segreti della Serbia, Jovica Stanišić e Franko Simatović. Ieri, 30 giugno, la sentenza di primo grado con la condanna a 12 anni di carcere ciascuno.
Saltano, cantano, si abbracciano, urlano e ballano mettendosi in cerchio. Questa la reazione delle giocatrici della nazionale di basket della Bosnia Erzegovina che ieri sera, per la prima volta dalla sua indipendenza nel 1992, è riuscita a vincere e superare gli ottavi di finale degli europei.
Ci sono voluti vent’anni dal suo ritorno a casa, da cui era dovuta scappare nel 1992. Finalmente, venerdì scorso l’anziana signora Fata Orlović ha visto dalla finestra le ruspe che abbattevano la chiesa ortodossa costruita illegalmente nel suo giardino nel 1996. Grazie alla sentenza della CEDU che le ha dato ragione, dopo 25 anni di battaglie.
Il 22 marzo, alle 3 del mattino, un camion con targa della Serbia si è ribaltato sull’autostrada A3 Belgrado-Zagabria nei pressi di Okučani in Croazia. Nel tir vi erano nascosti 24 cittadini siriani, tra i quali anche dei minori. Quattro sono morti, 19 sono rimasti feriti, sei sono in gravi condizioni.