Domenica 1 novembre si sono svolte in Azerbaijan le elezioni parlamentari. Nuovo Azerbaijan, il partito del presidente Ilham Aliyev, si è aggiudicato la maggioranza dei voti guadagnado 70 seggi su 125.
Erdoğan trionfa, l’AKP riconquista la maggioranza assoluta e potrà governare da solo la prossima legislatura. CHP stabile, perdono voti sia i nazionalisti dell’MHP che il partito filo curdo HDP
Domenica scorsa è stata prolungata di trenta giorni la detenzione provvisoria dell'ex primo ministro moldavo, Vlad Filat, accusato di corruzione e di coinvolgimento nella sparizione di 1 miliardo di dollari dalle tre banche principali del paese.
La duplice esplosione di sabato scorso ad Ankara ha causato la morte di 97 persone. Questo è il bilancio ufficiale comunicato dalle autorità turche nella serata di ieri ma secondo il partito filocurdo HDP, che potrebbe essere stato il principale bersaglio di questo attentato, i morti sarebbero 128. In ogni caso il bilancio non è ancora stabilizzato perché negli ospedali sono ricoverati oltre 500 feriti, alcuni in gravi condizioni.
La nomina a metà settembre del procuratore speciale Katica Janeva per l’indagine sullo scandalo intercettazioni illegali sembrava un passo avanti nella soluzione della crisi politica in Macedonia, con l'emergere di una possibile collaborazione tra governo e opposizione nell'implementare l’accordo politico di giugno, raggiunto con la mediazione dell’Unione europea.
Il 5 ottobre del 2000 cadeva il regime di Slobodan Milošević. Le centinaia di migliaia di manifestanti che allora si riversarono nelle strade della capitale, prendendo parte alla cosiddetta “Rivoluzione democratica” certo non avrebbero immaginato che, a 15 anni di distanza, gli alleati di allora di Milošević sarebbero stati al governo e i principali sostenitori dell'integrazione nell'Ue della Serbia.
Per la quinta volta dagli inizi di settembre il collettivo “Dignità e Verità” ha chiesto ai moldavi, domenica scorsa, di scendere in piazza. E nella capitale Chișinău hanno manifestato decine di migliaia di persone.
Centinaia di persone si sono radunate ieri di fronte al parlamento di Podgorica, capitale del Montenegro, per protestare contro il governo del primo ministro Milo Đukanović, accusandolo di corruzione, pratiche non democratiche e frodi elettorali.