Clara Guibourg, data journalist presso Journalism ++/Newsworthy, ha contribuito alla copertura giornalistica di EDJNet della pandemia da COVID-19 con un'indagine sulle morti in eccesso in Europa . In questo video racconta di come si è avvicinata all'argomento a partire dall'estate 2020, focalizzandosi sulle diverse tipologie di fonti e i loro limiti. Ci parla inoltre di alcune delle scoperte più interessanti del proprio lavoro, degno di nota sia per la sua portata (in quanto include la maggior parte del territorio europeo) sia per la sua scala (i dati sulle morti in eccesso si riferiscono alle regioni).
Le giornaliste e i giornalisti del portale investigativo KRIK sono sotto attacco. I tabloid di regime - per bloccarne le inchieste - li stanno rendendo bersagli nella guerra tra bande criminali che si sta verificando per le strade di Belgrado. "La situazione più pericolosa che abbiamo mai dovuto affrontare”, denuncia il direttore di KRIK Stevan Dojčinović
Da un lato la presenza femminile negli organi legislativi dei paesi Ue è aumentata negli anni. Dall’altro, l’accesso alle posizioni chiave del potere politico risulta ancora limitato per le donne, in alcuni stati membri più che in altri
Lo scorso 6 marzo la giornalista bosniaca Nidžara Ahmetašević è stata posta in stato di fermo da parte della polizia di Sarajevo per aver filmato dei poliziotti che assegnavano una multa per divieto di sosta. Il dibattito nel paese
Depressione e ansia si possono curare nel sistema sanitario nazionale? In tanti paesi europei il servizio pubblico è purtroppo inadeguato, se non addirittura inesistente. Lunghe liste di attesa, ticket o risorse limitate spingono i pazienti verso il privato. Ma in quanti se lo possono permettere?
Benché in Kosovo la legislazione garantisca pari diritti e libertà a uomini e donne, spesso queste ultime sono private della loro parte di eredità. Ed anche in caso di divorzio, raramente riescono a ottenere la restituzione dei loro beni
Ángela Bernardo, giornalista di dati di Civio, ha coordinato l’inchiesta di EDJNet sull’accesso alle cure per la salute mentale in Europa. In questo video presenta il modo in cui il gruppo di giornalisti, designer e analisti di dati ha approcciato il tema e segnala alcuni dei risultati più interessanti del loro lavoro. La cura della salute mentale, che include sia le cure psicologiche che quelle psichiatriche, è fondamentale per il benessere di moltissime persone, soprattutto dopo lo scoppio della pandemia di COVID-19. Tuttavia per chi soffre non è sempre facile accedere alle cure, soprattutto all’interno della sanità pubblica.
Le donne non sono solo vittime dei conflitti, ma anche della discriminazione di genere, che si accentua in tempo di guerra. Ne parlano attiviste per la pace di Armenia e Azerbaijan
Negli ultimi sei anni, la comunità lesbica, gay, bisessuale e trans dell'Azerbaijan ha dedicato la giornata del 22 gennaio al combattere l'odio omofobo. Una data scelta dopo che, proprio quel giorno, nel 2014, un noto attivista per i diritti queer si tolse la vita
Lo scorso gennaio, con l'inizio della sua demolizione, è stata posta fine alla Rog. L'ex fabbrica di biciclette venne chiusa nel 1991 e i suoi spazi furono poi occupati nel 2006. Offriva spazio a oltre 500 gruppi creativi. Abbiamo incontrato Zana Fabjan Blažič, una delle animatrici di quest'esperienza
5 mila euro per compensare i traumi psicologici per aver assistito al massacro. A beneficiarne i militari olandesi che indossavano i caschi blu dell'Onu in quel luglio del 1995. I Paesi Bassi e le responsabilità del genocidio
In molti paesi ad alto reddito, i lavoratori immigrati, uomini e donne, rappresentano una quota significativa della forza lavoro e contribuiscono in modo importante alla società e all’economia, tuttavia guadagnano quasi il 13% in meno rispetto ai lavoratori nazionali e questo divario si sta allargando.
Sabato 30 gennaio al confine tra Croazia e Bosnia Erzegovina la polizia croata ha bloccato un gruppo di eurodeputati italiani. Una vicenda che mette in rilievo quanto la situazione sia esplosiva e quanto la soluzione non possa che essere europea
Una delegazione di europarlamentari italiani sarà in missione tra oggi e lunedì 1° febbraio sul confine italo-sloveno, in Croazia e Bosnia Erzegovina, per incontrare autorità locali e realtà della società civile che opera sul campo in azioni a sostegno di migranti e rifugiati
L'Armenia non fa purtroppo eccezione. Anche lì, come in molti altri paesi al mondo, il lockdown ha portato ad un incremento di casi di violenza domestica. La storia di Anna
Dopo la guerra per il Nagorno Karabakh il presidente dell'Azerbaijan Ilham Aliyev è più forte che mai. L'opposizione è stata quasi interamente assorbita nella nuova retorica associata alla vittoria bellica sul campo. Ma non tutto è perduto, il dissenso è ancora possibile
Era il 1991 e Mira Furlan fu costretta, per il suo cosmopolitismo e per il rifiuto della guerra e della violenza, all'esilio. Prima di lasciare il suo paese scrisse però una lettera ai propri concittadini. Che ora riproponiamo, ricordando così la recente scomparsa dell'attrice
Con l’attenzione focalizzata sulla pandemia, rifugiati e migranti senza documenti sono scomparsi dai radar. Ma l’emergenza che li ha cancellati dall’agenda politica li ha colpiti in modo sproporzionato: scarso, se non inesistente accesso alle cure e rallentamenti delle procedure di richiesta di asilo. Un'analisi basata sui dati di un’inchiesta dell’OMS
L'applicazione dell'Accordo di riammissione tra Italia e Slovenia è illegittimo. Lo ha sancito il Tribunale di Roma riconoscendo il ricorso di un cittadino pakistano, arrivato a Trieste attraverso la rotta balcanica e poi respinto sino in Bosnia Erzegovina
Con grande coraggio e determinazione l’attrice serba Milena Radulović ha denunciato pubblicamente le violenze subite quando era bambina dall’allora insegnante di recitazione Miroslav Mika Aleksić. Il suo gesto ha incoraggiato altre testimonianze e Aleksić è finito sotto inchiesta
In Banovina, regione della Croazia orientale, alcune famiglie non hanno ancora il collegamento alla rete elettrica. Grazie a una campagna di donazioni lanciata dalla ong Zelena Akcija, sei case hanno potuto beneficiare dei pannelli solari. Reportage
Qual è la situazione dei campi per migranti in Bosnia Erzegovina? E perché in Republika Srpska non ci sono campi per migranti? Ne parlano in questa doppia intervista, condotta da Omer Karabeg, due giornalisti: Nidžara Ahmetašević da Sarajevo e Dragan Bursać da Banja Luka
Per sferrare un attacco politico a Vjosa Osmani, presidente ad interim del Kosovo, il ministro degli Interni Agim Veliu non ha lesinato insulti sul suo aspetto fisico. È accaduto in questi primi giorni di campagna elettorale in vista delle legislative anticipate previste per il prossimo 14 febbraio.
Domani, 16 gennaio, dal ponte della nave di soccorso Mar Jonio, la rete RiVolti ai Balcani e Mediterranea Saving Humans presentano il dossier “La rotta balcanica. I migranti senza diritti nel cuore dell’Europa”. Intervento di Alessandro Metz, armatore sociale di Mediterranea e di diversi rappresentanti della rete RiVolti ai Balcani, in diretta Facebook
Non tutti i comuni del Kosovo hanno una propria scuola dell’infanzia e le risorse pubbliche investite nel settore sono minime. Ma alla Facoltà di Scienze della formazione di Pristina si lavora per formare insegnanti che mettano al centro le esigenze dei bambini. Un’intervista
La rete “RiVolti ai Balcani”, di cui fa parte anche OBCT, chiede l’immediato e urgente intervento di istituzioni europee, internazionali e locali nell’area di Bihać, e una soluzione di sistema a lungo termine che assicuri a migranti, richiedenti asilo e rifugiati il rispetto dei diritti umani fondamentali. Un appello e una petizione da firmare
Il 23 dicembre è stata chiusa la tendopoli di Lipa a 30 km da Bihać e centinaia di migranti sono qui rimasti sotto la neve, altre centinaia vagano nei boschi. Cosa sta accadendo in Bosnia e lungo la rotta balcanica per voce di Silvia Maraone della Ong Ipsia che opera sul campo, della collaboratrice di OBCT Azra Nuhefendić e di Nello Scavo, giornalista di Avvenire (29 dicembre 2020)
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Sono due le modalità prevalenti con cui si parla di rifugiati siriani sui media in Turchia: li si raffigura come "ospiti da aiutare" - sottolineando così la superiorità morale sull'Europa - oppure come una "minaccia", sottolineandone l'estraneità dall’identità socio-culturale del paese. In ogni caso alto è il livello di disinformazione
Crisi umanitaria nel Cantone di Una Sana senza soluzione. Centinaia di migranti vengono sfollati dall’accampamento di Lipa, a 30 km da Bihać, e mentre bruciano le tende alcuni gruppi di cittadini stanno preparando presidi per evitarne l’arrivo in città.