In vista dell’incontro dei capi di Stato e governi dell’UE con la Turchia di oggi 7 marzo a Bruxelles, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati ha rilasciato una serie di raccomandazioni volte ad aiutare gli Stati a risolvere la situazione dei rifugiati in Europa
Fonte: AISE
“Il tempo a nostra disposizione si sta esaurendo, ai capi di Stato europei si richiede urgentemente forte leadership e visione per far fronte a quella che è, ai nostri occhi, una situazione che può ancora essere gestita, se affrontata adeguatamente”, ha dichiarato l’Alto Commissario per i Rifugiati Filippo Grandi. “Questa è una crisi di solidarietà europea, tanto quanto è una crisi di rifugiati. È stato il fallimento collettivo nell’implementare le misure concordate in passato dagli Stati membri dell’UE che ha portato all’attuale aggravarsi della crisi”.
La situazione si sta velocemente deteriorando, con oltre 30.000 persone che si trovano ora in Grecia, di cui quasi la metà a Eidomeni, vicino al confine con l’ex Repubblica Jugoslava di Macedonia. Nonostante le autorità e le forze militari greche abbiano intensificato la propria risposta, migliaia di persone continuano a dormire all’aperto senza ricevere adeguata accoglienza, servizi, assistenza o informazione. In un contesto di crescenti tensioni, secondo l’UNHCR “la situazione potrebbe velocemente degenerare in una vera e propria crisi”. Per questo, l’Agenzia sta sostenendo gli sforzi del Governo greco dispiegando personale, aiutando a coordinare la risposta e fornendo ripari di emergenza, supporto tecnico e informazione a rifugiati e migranti.
“Affinché questa crisi sia gestita in modo efficiente è essenziale la partecipazione di tutti gli Stati membri dell’UE ad un’unica soluzione”, ha aggiunto Grandi. “Non deve essere lasciata solo nelle mani di Grecia e Italia, paesi di ingresso, e di paesi come Austria, Germania e Svezia che accolgono il maggior numero di persone”.
L’Alto Commissario Grandi ha proposto agli Stati membri dell’UE un piano per gestire e stabilizzare la situazione dei rifugiati. Il piano prevede sei punti chiave, che sono da intendersi come guida generale.
1) Implementare appieno il cosiddetto approccio “hot spot” e il ricollocamento dei richiedenti asilo dalla Grecia e dall’Italia e, allo stesso tempo, rimpatriare le persone che non hanno bisogno di protezione internazionale, anche attraverso gli esistenti accordi di riammissione.
2) Rafforzare il supporto alla Grecia per gestire l’emergenza umanitaria, incluso la determinazione dello status di rifugiato, il ricollocamento, e il ritorno o la riammissione.
3) Garantire il rispetto di tutte le leggi e direttive dell’Unione Europea riguardo all’asilo negli Stati membri.
4) Rendere disponibili vie legali sicure affinché i rifugiati arrivino in Europa attraverso programmi stabiliti e ordinati - per esempio, programmi di ammissione per motivi umanitari, sponsorizzazioni private, ricongiungimenti familiari, borse di studio e programmi di mobilità lavorativa, in modo tale che i rifugiati non siano costretti a rivolgersi ai trafficanti per cercare sicurezza.
5) Salvaguardare le persone a rischio, attraverso: programmi di protezione specifici rivolti a minori non accompagnati o separati, misure per prevenire e rispondere alla violenza sessuale e di genere, rafforzando le operazioni di ricerca e salvataggio in mare, salvando vite umane anche ponendo fine al traffico di persone, e contrastando xenofobia e razzismo nei confronti di rifugiati e migranti.
6) Sviluppare ampi sistemi europei di responsabilità condivisa nei confronti dei richiedenti asilo, che includano la creazione di centri di registrazione nei principali paesi di arrivo, e di un sistema tale che ogni Stato membro si faccia carico di una percentuale stabilita di richieste d’asilo.
Le proposte dell’UNHCR, sottolinea l’Agenzia, “mostrano chiaramente che la condivisione equa delle responsabilità è essenziale per individuare e implementare una soluzione gestita ed ordinata, e mostrano che gli Stati membri dell’UE dovrebbero raggiungere un accordo su un sistema di percentuali di richiedenti asilo che ogni Stato membro debba ricevere”. “In passato, l’Europa ha affrontato con successo movimenti di rifugiati su grande scala, per esempio durante le guerre nei Balcani, e può affrontare anche questa situazione se agisce con spirito di solidarietà e di condivisione della responsabilità”, ha ricordato Grandi. “Non c’è in realtà nessun’altra alternativa se non quella di lavorare insieme per risolvere questa situazione”.
Secondo un recente sondaggio dell’UNHCR sui rifugiati siriani ed afghani che arrivano in Grecia, la grande maggioranza di loro ha menzionato il conflitto o la violenza come la principale ragione che li ha spinti a fuggire dal proprio paese. L’UNHCR continua a fare appello ai governi più influenti “perché affrontino alla radice le cause che spingono molte persone a fuggire dalle proprie case”.