Il premier Boyko Borisov e il suo movimento GERB vincono buona parte dei ballottaggi nel secondo turno delle elezioni amministrative tenutesi ieri, ma l'opposizione dà segni di ripresa. Contestati i risultati finali nella capitale Sofia
E' una vittoria larga nei numeri, ma non priva di qualche ombra. Al secondo turno delle amministrative GERB (Cittadini per uno Sviluppo Europeo della Bulgaria) il movimento di centro-destra del premier Boyko Borisov, ha conquistato al ballottaggio 17 centri regionali (областни градове), perdendone altri sei.
La vittoria più importante riguarda la capitale Sofia, dove la sindaca uscente Yordanka Fandakova, arrivata al quarto mandato consecutivo, ha battuto di misura (con lo 49,98%) la sfidante Maya Manolova (45,13%), ex deputata socialista ed ex ombudsman nazionale.
GERB ha conservato anche le altre due principali città del paese, Varna e Plovdiv: in entrambi i casi, i candidati del movimento di Borisov hanno sconfitto rappresentanti nazionalisti. L'ultimo dei centri maggiori, la città portuale di Burgas, era stata conquistata dal partito di governo direttamente al primo turno.
Rispetto alle amministrative 2015, che avevano rappresentato un vero e proprio trionfo, GERB ha perso sei capoluoghi, andati stavolta all'opposizione: quattro al partito socialista (Blagoevgrad, Pernik, Ruse, Razgrad) uno all'Unione delle forze democratiche (Vidin) e uno ad un candidato indipendente (Yambol).
“Grazie a Dio e al popolo bulgaro per avermi dato ancora una volta la loro fiducia”: così, con evidente sollievo Borisov, ha commentato il successo di ieri. Per la prima volta da anni GERB sembrava in evidente difficoltà, soprattutto a causa dei numerosi e gravi casi di corruzione e cattiva gestione della cosa pubblica che hanno accompagnato l'azione del governo negli ultimi anni.
“Torniamo alla normalità - ha poi aggiunto il premier - non è possibile che un solo partito governi tutte le città del paese. Il quadro politico più variegato che esce dalle urne ci dà la possibilità di una maggiore condivisione delle responsabilità [con l'opposizione]”. Lo stesso Borisov ha poi annunciato il rinnovamento delle strutture di partito nei comuni dove i risultati sono stati scadenti e i dirigenti locali “non hanno amministrato in modo cristallino”.
La battaglia più sentita, naturalmente era quella per la capitale Sofia, dove vive quasi un cittadino bulgaro su quattro. L'insoddisfazione crescente verso l'amministrazione GERB, che controlla la città dal 2005, aveva alimentato le speranze di Maya Manolova di riuscire nell'impresa di far dimenticare il suo passato socialista e conquistare i cuori e i voti di un elettorato, quello di Sofia, tradizionalmente orientato a destra.
Nonostante i molti scandali legati alla gestione degli appalti pubblici, spesso alimentati da fondi europei, la sindaca uscente Yordanka Fandakova è riuscita a prevalere ancora una volta, seppure con un credito politico evidentemente consumato. “Il messaggio dei cittadini è arrivato: vogliono impegno, ma anche cambiamento. Rispetterò le promesse fatte”, ha dichiarato la Fandakova dopo aver ringraziato gli elettori.
Il comitato che ha sostenuto la candidatura della Manolova, ufficialmente indipendente, ha però contestato duramente i risultati finali. “Chiederemo l'annullamento del voto”, ha dichiarato il presidente del comitato Nikola Vaptsarov. Lo stesso Vaptsarov ha denunciato di non essere stato ammesso all'interno del palazzetto dello sport di Sofia, dove si teneva il conteggio delle schede
Dubbi sulla regolarità del voto sono arrivati anche dal presidente Rumen Radev. “Il numero enorme di voti annullati al primo turno, e le voci insistenti di voto di scambio compromettono la fiducia nel processo elettorale”, ha dichiarato ieri Radev. Tutte le critiche, però, sono state respinte al mittente da GERB.
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