È trascorso ormai più di un anno dall'avvio della pandemia da Covid-19 e molto è cambiato tanto nelle nostre vite quanto nelle dinamiche globali. Ma – si chiede la ricercatrice Senada Šelo Šabić in un paper pubblicato per la Friedrich-Ebert-Stiftung nel gennaio 2021 – ha impattato in qualche modo sulla politica estera degli stati del sud-est Europa?
Sono numerose le reazioni indignate in Montenegro rispetto all'abbattimento di un orso, la settimana scorsa, da parte di bracconieri. Il grave fatto è avvenuto a Rovca, un villaggio non lontano da Berane, nel nord del paese.
Nei giorni scorsi Alexander Langer (1946 -1995) è stato proclamato "post mortem" cittadino onorario di Sarajevo per il suo impegno profuso nella promozione della pace e della riconciliazione in Bosnia Erzegovina.
Una certificazione europea, un vero e proprio “passaporto vaccinale” con cui poter tornare a viaggiare all'interno dell'UE. È questa la proposta discussa ieri dai leader dell'Unione senza però raggiungere un consenso generale.
In Turchia continuano le proteste degli studenti e docenti della prestigiosa università Boğaziçi di Istanbul contro la nomina del nuovo rettore Melih Bulu, membro del Partito per la giustizia e lo sviluppo (AKP) al governo. Secondo la Boğaziçi Solidarity Platform sono stati arrestati sino ad oggi 500 studenti. Il mondo universitario rimane almeno in parte un anticorpo alle derive autoritarie nel paese.
Predeal, località montana non lontano da Brașov, nella Transilvania rumena. Uno sciatore isolato plana nervosamente lungo la pista innevata. C'è una massa bruna che lo insegue da vicino: è un orso, lanciato a tutta velocità alle sue spalle lungo il pendio.
In molti paesi ad alto reddito, i lavoratori immigrati, uomini e donne, rappresentano una quota significativa della forza lavoro e contribuiscono in modo importante alla società e all’economia, tuttavia guadagnano quasi il 13% in meno rispetto ai lavoratori nazionali e questo divario si sta allargando.
Il 4 febbraio scorso, all'alba, sono stati arrestati dalla polizia numerosi membri di un gruppo ultras del Partizan Belgrado, tra cui Veljko Belivuk, che ne era a capo. Il giorno successivo è stata formalmente avviata un'inchiesta nei loro confronti: sono accusati di essere coinvolti in numerose attività criminali tra cui perlomeno tre omicidi.
Le violenze della polizia croata al confine tra Bosnia Erzegovina e Croazia nei confronti dei migranti, più volte denunciate da numerose organizzazioni internazionali, sembrano aver sortito il loro drammatico effetto ed aver mutato la rotta balcanica.
Un grande giornalista, ma prima ancora una grande persona. All’inizio degli anni ‘90, non condividendo la politica nazionalista di Milošević, assieme ad altri colleghi è stato obbligato a lasciare Radio Beograd per cui lavorava. Per 30 anni corrispondente Ansa da Belgrado, collaboratore di Radio Popolare. È morto sabato 30 gennaio