"Con profonda tristezza informiamo che stanotte [il 28 novembre, ndr] ci ha lasciato Lejla Hairlahović, ricercatrice del Museo dell'infanzia in guerra (War Childhood Museum). Lejla, laureata in cultura antropologica all'Università di Zagabria, docente di inglese e con un master in studi europei, ha dato un contributo immenso alla realizzazione della collezione del nostro Museo".
Ci sono due ordini di problemi in questo momento nei Balcani e non sono sorti adesso, sono solo emersi in tutta la loro gravità per via della pandemia da coronavirus.
Una bozza elaborata dalla coalizione internazionale anti-SLAPP suggerisce strumenti per tutelare le vittime e colpire gli autori di cause pretestuose che hanno l'unico scopo di intimidire e zittire le critiche: una direttiva della Commissione potrebbe arginare il fenomeno tutelando la libertà di espressione
Nonostante gli inviti giunti dalla nuova coalizione di governo, i partiti delle minoranze etniche hanno rifiutato di partecipare alla formazione del nuovo esecutivo per la prima volta dal 1998, evidenziando preoccupazioni riguardo il crescente nazionalismo.
Contro le querele temerarie, che un acronimo inglese definisce SLAPP, a tre anni e un mese dall'uccisione di Daphne Caruana Galizia, i media di tutta Europa pubblicano un appello sottoscritto da 87 organizzazioni e gruppi di pressione tra cui OBC Transeuropa. Un appello che afferma che i diritti umani e la sicurezza del giornalismo devono essere tutelati dalla minaccia delle cause bavaglio.
I primi risultati delle amministrative tenutesi domenica 15 novembre in Bosnia Erzegovina portano - in alcune città - a cambiamenti significativi. Tra queste Banja Luka, Sarajevo e Srebrenica.
Ieri Maia Sandu si è imposta al secondo turno delle elezioni presidenziali in Moldavia, superando nettamente il presidente uscente Igor Dodon. Ha ottenuto il 57,71% dei voti contro il 42,29% di Igor Dodon.
Domenica 15 novembre in Bosnia Erzegovina si andrà alle elezioni locali, dopo che la Commissione elettorale centrale le aveva rimandate di un mese e mezzo a causa della mancanza di fondi. A questa tornata, ma in data diversa, si recheranno finalmente alle urne anche i cittadini di Mostar, che non votavano le proprie rappresentanze comunali da 12 anni.
Lunedì scorso Albania e Serbia hanno sottoscritto un accordo che permetterà ai loro cittadini di entrare nei due paesi con la sola carta di identità. Non avranno quindi più bisogno, come accadeva sino ad ora, del passaporto.
Un poco ambizioso "mercato economico regionale" e un ipotetico "piano verde" per il 2050. Sono gli unici passi in avanti del vertice di Sofia che martedì ha riunito i leader dei Balcani occidentali nell'ambito del Processo di Berlino. Un incontro reso più difficile dai diverbi tra Bulgaria e Macedonia del Nord.