Dopo l'inaugurazione del gasdotto Iran-Armenia, anche la Georgia mostra interesse per il gas di Teheran. Le diplomazie caucasiche alle grandi manovre nel mercato dell'energia
Di: Marianna Grigoryan, per Eurasianet, 12 aprile 2007
Traduzione per Osservatorio sui Balcani: Maddalena Parolin
Il gasdotto Iran-Armenia, inaugurato ufficialmente il 19 marzo scorso dai presidenti iraniano Mahmoud Ahmadinejad e armeno Robert Kocharian, è divenuto presto fonte di speculazioni sulle alleanze energetiche regionali. Un viaggio in Armenia del presidente georgiano Mikheil Saakashvili, due giorni dopo l'apertura del gasdotto, ha stimolato ulteriormente le congetture.
Secondo il portavoce della presidenza armena, Viktor Soghomonian, la trasferta di Saakashvili del 21-24 marzo sarebbe stata un viaggio "privato, solo per sciare". Il presidente georgiano si è recato nella stazione sciistica di Tsaghkadzor, a circa 55 chilometri da Yerevan, dove si è incontrato con il presidente armeno Robert Kocharian. In seguito si sono uniti all'incontro anche i ministri degli Esteri georgiano e armeno, Gela Bezhuashvili e Vardan Oskanian.
Né le autorità georgiane né quelle armene hanno rilasciato dichiarazioni ufficiali sulla natura dei colloqui. Tuttavia vari analisti politici armeni e membri dell'opposizione rifiutano la spiegazione che si trattasse unicamente di un viaggio di relax. Collegano invece la visita di Saakashvili - perlomeno indirettamente - all'apertura del gasdotto Iran-Armenia.
"E' vero, l'ufficio della presidenza non ha spiegato il motivo della visita in Armenia di Saakashvili, ma è chiaro che c'era un tema serio da discutere, e il tema più urgente nella regione è il gasdotto Iran-Armenia", afferma il parlamentare Shavarsh Kocharian, a capo del Partito Nazionale Democratico. "Se i capi dei due Paesi si sono incontrati, è impossibile che non abbiano toccato un argomento così importante come il gasdotto".
La conduttura di 140 chilometri è progettata per fornire all'Armenia fino ad 1,1 miliardi di metri cubi di gas all'anno fino al 2019, quando il livello dovrebbe salire a 2,3 miliardi all'anno.
L'economista Eduard Aghajanov osserva che il desiderio della Georgia di ridurre la sua dipendenza di gas dalla Russia potrebbe aver spinto Saakashvili ad esaminare le possibilità di importazione con le autorità armene, così come ha già fatto con le autorità del vicino dell'Armenia, l'Azerbaijan.
Il prezzo di 235 dollari per 1.000 metri cubi che la Georgia paga al gigante dell'energia russo, Gazprom è il tasso più alto tra i membri della Comunità degli Stati Indipendenti.
"Se c'è la possibilità di ricevere gas da una terza fonte, allora un politico accorto non si lascerebbe certo sfuggire l'opportunità, così da non continuare a dipendere dal gas russo", afferma Aghajanov.
Secondo quanto riferito in marzo dal ministro dell'Energia Nika Gilauri alla stampa, attualmente la Georgia riceve circa 2,3 milioni di metri cubi al giorno dall'Azerbaijan, compreso un milione di metri cubi dal nuovo gasdotto Saha-Deniz. La Russia provvede invece con circa 3,3 milioni di metri cubi al giorno, sia attraverso le forniture di Gazprom, che come tassa di transito per l'esportazione del gas russo verso l'Armenia via Georgia.
A Tbilisi rimangono dei dubbi rispetto alla possibilità di una effettiva riduzione della dipendenza energetica dalla Russia grazie al rubinetto del gasdotto Iran-Armenia. Nel giugno 2006 infatti, Gazprom ha segnalato chiaramente la propria intenzione di acquisire la partecipazione armena al gasdotto, ed ha pubblicato un comunicato stampa sul proprio sito web annunciando di aver già proceduto all'acquisto. Le autorità armene non hanno negato né confermato la notizia della vendita, dicendo che si tratta di discussioni premature.
Al di là delle considerazioni geopolitiche, degli ostacoli tecnici paiono diminuire le possibilità che la Georgia possa beneficiare presto del gasdotto Iran-Armenia. L'attuale capacità della linea ammonta a circa 300-400 milioni di metri cubi di gas, secondo quanto riferisce l'agenzia stampa russa Regnum. Il diametro di 770 millimetri - metà della dimensione originale - non sarebbe sufficiente ad esportare gas verso la Georgia o altri mercati.
"Senza dubbio, il governo georgiano sa che al momento l'Armenia non potrebbe esportare il gas iraniano" ha commentato l'analista politico indipendente Sevak Sarukhanian. Ma tale capacità potrebbe cambiare, ha aggiunto. "Se l'Armenia al momento non può assumersi le funzioni di paese-transito esportando il gas iraniano verso la Georgia, sarà però possibile in futuro. E la Georgia vorrebbe sfruttare l'opportunità a tutti i costi."
L'idea dell'importazione del gas iraniano attraverso il gasdotto Iran-Armenia non è nuova in Georgia. L'ex ministro degli esteri Salome Zourabichvili aveva già sollevato la questione durante una visita ufficiale a Yerevan nel 2004; ci sarebbero anche stati colloqui a riguardo tra varie autorità governative georgiane e armene, compreso l'ex primo ministro Andranik Markarian.
Le autorità georgiane avevano precedentemente dichiarato che la Georgia non avrà bisogno di importare gas dall'Iran se le forniture dalla linea Saha-Deniz di Baku, che attraversa la Georgia verso la Turchia, resteranno adeguate. La Repubblica Islamica ha garantito forniture di emergenza durante la crisi del gas della Georgia nel gennaio 2006. Al tempo, gli Stati Uniti avevano reagito cautamente alla prospettiva di vedere il loro principale alleato caucasico, la Georgia, stringere un qualche tipo di relazione energetica durevole con l'Iran.
Marianna Grigoryan* è una reporter per il settimanale ArmeniaNow Online a Yerevan