tratta da www.nosadelladue.com

La mobilità artistica a sostegno di scambio e dialogo per rilanciare la convivenza nello spazio europeo. Un'iniziativa bolognese ma di respiro internazionale, che coinvolge alcuni paesi dei Balcani. Nostra intervista

13/02/2009 -  Nicole Corritore

La residenza per artisti e critici internazionali Nosadella.due si propone come progetto culturale a lungo termine in cui trovino spazio le espressioni più innovative dell'arte e della cultura contemporanea e che vede il coinvolgimento di artisti del sud-est europeo. Intervista a Giusi Checola, curatrice e responsabile dello sviluppo del progetto.

In che cosa consiste il vostro progetto "Nosadella-due PASS - Produce Art (as) Social Strategy"?

Nosadella è un'associazione culturale nata a Bologna per promuovere la mobilità artistica, la ricerca e la circolazione di idee nel panorama dell'arte contemporanea internazionale. L'iniziativa è nata due anni fa per iniziativa di Elisa Del Prete, ideatrice del progetto e direttrice artistica, la quale ha creato uno spazio di residenza artistica dalle spoglie di un monastero settecentesco nel pieno centro di Bologna e approfittando anche della posizione strategica - dal punto di vista geografico e artistico - della città.

Per realizzare progetti di alto livello, non solo in campo artistico, la ricerca è fondamentale e in questo ambito altri paesi stanno investendo da tempo, mentre in Italia si assiste ad un vuoto. Oltre a colmare questa mancanza, il nostro intento è quello di realizzare un progetto con il quale indagare l'attuale processo di innovazione e trasformazione dei Paesi del Mediterraneo e dei Balcani in rapporto all'Italia - "terra di passaggio" per l'Europa, "terra promessa" d'approdo - grazie al soggiorno di artisti e curatori, alla realizzazione di nuovi progetti artistici, all'organizzazione di conferenze, proiezioni e workshop.

Esistono in Italia altre iniziative di questo tipo?

Ci sono, ad esempio a Milano e a Napoli, però sono poche e costituite prettamente da spazi espositivi, archivi di esperienze creative. Il nostro progetto nasce invece come residenza per artisti e come spazio di sviluppo del pensiero di ricerca e di lavoro. In questo senso siamo in stretta relazione con alltri centri residenziali stranieri - europei ed extraeuropei - e con piattaforme internazionali quali ad esempio Transartist e Ritz Community - piattaforama dell' European Cultural Fondation.

Il concetto da cui siamo partiti è che le trasformazioni della geografia europea con la crisi dell'eurocentrismo hanno apportato cambiamenti territoriali, urbani, sociali, economici, giuridici che stanno mutando la nostra dimensione quotidiana introducendo un nuovo modello di condivisione e scambio con popolazioni molto vicine geograficamente ma meno culturalmente. Ciò che vorremmo indagare è cosa significa oggi per l'Italia essere un paese del Mediterraneo e cosa rappresenta per i paesi vicini, alcuni dei quali al centro di dibattiti internazionali per il loro ingresso nell'Unione Europea.

Per sviluppare questo confronto Nosadella.due, proponendo un programma biennale 2009-2010, ha avviato collaborazioni con paesi come Bulgaria, Turchia, Romania, Serbia, Grecia, Egitto, Croazia, ma anche Belgio, Portogallo, Germania e Regno Unito.

Da dove nasce l'idea di coinvolgere paesi del sud-est Europa?

L'Italia, dal punto di vista geografico, è un punto di osservazione privilegiato per la vicinanza con questi paesi ma anche perché possiede diverse identità culturali sul proprio territorio che sono il risultato dell'intreccio con questi vicini. Io ad esempio provengo da una regione del Sud, la Puglia, che subisce una forte influenza da parte dei paesi del Mediterraneo. Nel nord della Puglia, poi, la cultura è più influenzata dalla cultura albanese, sia per questioni storiche sia geografiche.

Il senso del progetto è dare un ruolo al linguaggio artistico in senso sociale e far sì che sia terreno per la costruzione di un dialogo. Per questo motivo nel nostro progetto si parla di valorizzazione e conoscenza delle diversità culturali che spesso conosciamo solo superficialmente, così come ci arrivano, attraverso i flussi migratori. Le diversità culturali sono invece forme privilegiate di dialogo, di comprensione, e così anche le forme sperimentali di arte che sono sempre state alla base di ogni innovazione culturale e sociale e che Nosadella.due ha voluto sostenere. Perché nell'arte sperimentale si usano linguaggi comuni che hanno la capacità di creare, anche con modalità slegate da quelle istituzionali, un rapporto diretto e stretto sia col contesto locale, sia con quello nazionale e anche con quello internazionale.

Ovviamente non pensiamo che un progetto di questo tipo possa risolvere le problematiche relative ai rapporti tra l'Italia e questi paesi, però crediamo nella capacità del linguaggio artistico di stimolare delle riflessioni e di creare un vero processo di integrazione tra culture e tradizioni diverse.

Questi concetti in quali azioni concrete si traducono?

Proprio lo scorso 4 febbraio abbiamo presentato al pubblico l'avvio della prima fase di progetto, che prevede la permanenza in Italia di Vessela Nozharova, curatrice indipendente di Sofia nonché curatrice del padiglione bulgaro all'ultima Biennale di Venezia e Oyku Ozsoy, curatrice del Platform Garanti di Istanbul. Li mettiamo in contatto con la scena artistica nazionale attraverso un percorso di incontri con altri artisti, curatori, direttori di musei, tutto naturalmente sulla base delle loro ricerche e dei loro progetti. Siamo già state a Bolzano e a breve partiremo per Torino, Milano e la Toscana.

Durante il periodo di residenza delle due curatrici si avvierà una ricerca volta ad indagare gli aspetti comuni e le diversità culturali di Italia, Bulgaria e Turchia, attraverso l'esplorazione della loro dimensione urbana: dalla costruzione di nuove strutture abitative, alla gestione degli spazi pubblici; dalla questione della segregazione, alla paura della diversità; dal rapporto con la legalità e la criminalità in una società in cui vige la paura e la diffidenza verso l'altro, alla necessità di risolvere un passato ancora difficile che comporta l'impossibilità a pensare la nostra vita in chiave contemporanea.

Sottolineo che durante il mese di permanenza a Nosadella.due di Oyku Ozsoy e Vessela Nozharova sarà possibile, per chi lo desiderasse, richiedere incontri con le curatrici per approfondire la conoscenza della scena artistica dei loro paesi e partecipare alle varie fasi di questa ricerca, in residenza e non, con proposte o semplici adesioni.

A proposito del coinvolgimento del vostro territorio al progetto, in quale misura avete il sostegno delle istituzioni?

Abbiamo collaborato, tramite patrocini piuttosto che sostegno in piccola parte economico, con il comune di Bologna, la Regione Emilia Romagna e l'Accademia delle Belle Arti. Infatti, dato che nel nostro programma prevediamo anche iniziative di formazione con le quali ci rivolgiamo a studenti e insegnanti, il prossimo 20 febbraio faremo una tavola rotonda proprio presso l'Accademia. In passato anche il Mambo - Museo d'arte moderna di Bologna ha ospitato alcune nostre tavole rotonde. Il Comune sosterrà in particolare la mobilità di alcuni artisti e curatori in termini di rimborsi di viaggi, ma ci sostengono anche con permessi, spazi per esibire lavori che produrremo nei periodi di residenza.

Cosa ritorna invece ai paesi di origine dei curatori e degli artisti che coinvolgete?

Alla prima fase bolognese seguirà il progetto di scambio con i due paesi coinvolti, che si svilupperà in un periodo di residenza e di ricerca di Elisa Del Prete e mio presso il Platform Garanti di Istanbul tra marzo e aprile 2009 e di visita alle realtà culturali e artistiche di Sofia. Potremo così approfondire la conoscenza dei contesti sociali e culturali in Bulgaria e Turchia, della loro scena artistica, degli spazi e dei protagonisti che operano in ambito nazionale e internazionale dai due paesi. Potremo così scegliere i due artisti che saranno ospitati a Bologna in autunno. Ovviamente essi arriveranno già con un'idea ma la svilupperanno e ci lavoreranno relazionandosi con il contesto locale, come ad esempio con alcune aree o quartieri di Bologna.

Inoltre la nostra visita a Sofia e Istanbul servirà ad avviare una più concreta collaborazione con quelle strutture culturali in loco con le quali Nosadella.due intende elaborare un progetto espositivo di arte italiana all'estero previsto per il 2010, in cui confluiranno anche gli approfondimenti emersi dalla residenza bolognese di Oyku Ozsoy e Vessela Nozharova sulla scena artistico-culturale del nostro paese.

Ma in contemporanea, quest'anno inaugureremo la piattaforma SPIA - Sguardo su Progetti Internazionali Altri. L'intento è quello di ospitare nel 2009, nell'ambito appunto di SPIA, una serie di progetti internazionali che offrano la possibilità di uno sguardo sull'attività di altre realtà culturali che operano all'estero e di una concreta reciprocità con loro. Abbiamo invitato curatori e artisti di progetti diversi e di respiro internazionale, un programma ampio che a breve pubblicheremo sul nostro sito.