Baku (foto Fabio Della Piazza)

Secondo l'opposizione, gli emendamenti alle leggi elettorali proposti dal governo sono volti ad impedire una corretta e leale competizione. Lo scontro con Aliev in vista delle presidenziali di ottobre

24/06/2008 -  Anonymous User

Di Emil Guliev*, Baku, 5 giugno 2008, IWPR (titolo orig.: «Azerbaijan: Election Changes Spark Anger»)
Traduzione per Osservatorio Caucaso: Carlo Dall'Asta

In Azerbaijan le diverse forze politiche hanno aperto le ostilità in vista delle elezioni presidenziali del prossimo ottobre, e oggetto dell'aspro contendere sono le leggi che definiranno come dovrà essere condotta la campagna elettorale.

Nelle sue ultime due sessioni plenarie il Milli Mejlis, il parlamento azero, ha adottato per due atti legislativi degli emendamenti che avranno dirette conseguenze sulla campagna elettorale e su come si terranno le consultazioni di voto.

L'opposizione già vede prospettarsi un dura lotta contro l'attuale presidente Ilham Aliev, di cui si prevede in queste elezioni la riconferma in carica per un secondo mandato, e sostiene che i cambiamenti mineranno ogni possibilità che le elezioni siano imparziali. I leader dell'opposizione hanno dichiarato che stanno prendendo in considerazione la possibilità di un boicottaggio.

"Talvolta si applicano dei cattivi emendamenti ad una buona legge, ma nel nostro caso ad una legge già cattiva sono stati apportati emendamenti anche peggiori", ha detto Panah Husein, un parlamentare del partito d'opposizione Musavat.

La prima serie di cambiamenti concerne la legge sulla libertà di riunione. Essa è stata modificata in modo che: i minori di 18 anni possono partecipare ad una manifestazione solo col permesso dei propri genitori; un incontro non si può tenere senza la presenza di chi l'ha organizzato; agli stranieri residenti in Azerbaijan è permesso tenere manifestazioni di piazza.

L'emendamento più controverso è quello che non permette raduni "in vista di" incontri internazionali in Azerbaijan.

Gudrat Hasanguliev, capo del partito d'opposizione Fronte popolare unito, dice che la frase "in vista di" è ambigua in modo preoccupante, dato che non è chiaro se intenda un giorno, una settimana, un mese o un anno prima della riunione internazionale.

"Magari io potrei voler dimostrare contro questo evento internazionale", ha detto. "Perché dovrei perdere il diritto di farlo? Perfino durante i summit del G8 la gente ha la possibilità di esprimere il proprio punto di vista sulle sue politiche".

Un altro parlamentare membro dell'opposizione, Fazil Gazanfaroglu, ha espresso la preoccupazione che le autorità potrebbero impedire agli organizzatori di una manifestazione di prendervi parte, trovando così un pretesto legale per dichiararla illegale.

Non è solo l'opposizione ad essere scontenta. Il rappresentante del parlamento Fazail Agamali, capo del partito filogovernativo Ana Veten, non è d'accordo con l'emendamento che permette agli stranieri di tenere manifestazioni, poiché ciò potrebbe essere sfruttato dai nemici dell'Azerbaijan.

"Per esempio il regime iraniano, che non è molto ben disposto verso l'Azerbaijan, potrebbe mandare 200 suoi cittadini nel nostro Paese e fornirli di grandi quantità di denaro", ha detto Agamali. "Questi potrebbero a loro volta trovare dei sostenitori e tenere una dimostrazione di protesta per chiedere l'instaurazione in Azerbaijan di uno Stato islamico.

"Malauguratamente, dopo le modifiche alla legge, essi avranno l'opportunità di farlo".

Il parlamentare filogovernativo Ali Ahmedov ha replicato che scopo dei cambiamenti è quello di rendere l'Azerbaijan più democratico, e che l'opposizione è irritata solo perché sta perdendo sostegno.

"Negli anni dal 2003 al 2005 l'Azerbaijan ha avuto più dimostrazioni di massa degli altri Paesi", ha detto Ahmedov. "Ora la situazione è cambiata e l'opposizione non riesce a raccogliere abbastanza gente per organizzare delle manifestazioni. La gente ha da lavorare, e non ha motivo di andare a manifestare".

L'opposizione è ancora più indignata per i cambiamenti al regolamento elettorale che sono passati in parlamento. La durata della campagna elettorale è stata ridotta da 120 a 75 giorni e ai candidati alla presidenza o al parlamento ora sono negati quegli spazi gratuiti che prima erano loro riservati, per la campagna elettorale, nelle trasmissioni della radio e della televisione di Stato - anche se li mantengono sulla televisione pubblica, e gli sarà permesso di comprare spazi sui canali privati, alle tariffe commerciali.

Arzu Samedbeili, del Musavat, è preoccupata in particolare dalla composizione delle commissioni elettorali che sovraintenderanno al voto nel giorno delle elezioni. Sostiene che una maggioranza governativa nelle commissioni porterebbe sicuramente a risultati falsati, e che in esse ci dovrebbe essere una rappresentanza paritetica tra governo e opposizione.

"Questo è necessario per mantenere l'equilibrio tra le forze politiche e la fiducia del pubblico nei risultati elettorali", ha affermato. "Se nelle commissioni c'è una maggioranza del governo, la pubblica fiducia nei risultati diminuisce. Di per sé, il rifiuto delle autorità di formare commissioni elettorali su una base di parità dà motivo alla gente di trarre conclusioni negative su tutti i cambiamenti proposti".

Il vicepresidente del parlamento Ziyafet Askerov ha detto che nel 2000, su richiesta dell'Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE), le commissioni erano state formate con un numero uguale di membri di governo e opposizione, ma che gli effetti erano stati disastrosi.

"L'opposizione aveva deciso di paralizzare l'attività della commissione elettorale centrale ed iniziò a boicottare le sue sessioni. Perfino i rappresentanti dell'OSCE si appellarono affinché essa presenziasse alle sessioni delle commissioni elettorali, ma senza esito. Alla fine si dovette ritornare al vecchio metodo".

Diversamente da ciò che vale in alcuni Paesi - come la confinante Georgia - la legge non prevede che il capo dello Stato si ritiri dall'incarico durante la campagna elettorale.

Daniel Blessington, capo della Fondazione internazionale per i sistemi elettorali, una delle organizzazioni internazionali consultate sugli emendamenti, ha sensazioni contrastanti riguardo all'esito finale.

"Nell'insieme, i cambiamenti nel regolamento elettorale hanno rafforzato la legislazione", ha affermato. "Ci sono alcuni punti su cui il codice elettorale è stato migliorato. Ma io sono critico su molti degli emendamenti che sono stati apportati e non arriverei ad affermare che ognuno degli emendamenti abbia migliorato l'apparato legislativo".

Il deputato dell'opposizione Panah Husein ha detto che fino ad ora egli aveva appoggiato l'idea che l'opposizione avrebbe dovuto contestare le elezioni, qualunque cosa accadesse, ma che ora non ne era più così sicuro.

"I cambiamenti proposti stanno spingendo persone come me ad un ripensamento, a fornire degli argomenti ulteriori a chi vorrebbe boicottare le elezioni. Tenuto conto dei cambiamenti, l'opposizione dovrà rivedere il suo approccio e le sue tattiche per le elezioni", ha dichiarato.

*Emil Guliev è corrispondente per l'agenzia di stampa Day.Az