In aumento i rapimenti e le azioni intimidatorie verso attivisti per i diritti umani e loro parenti. Sul banco degli accusati le milizie del primo ministro del governo filorusso, Kadyrov. Ancora una volta è drammaticamente urgente l'attenzione internazionale

26/06/2006 -  Maddalena Parolin

Zainap Gashaeva, presidente del Comitato delle donne del Caucaso e nota attivista per i diritti umani, si è rivolta con un appello urgente all'Associazione per i Popoli Minacciati (APM) e alle altre associazioni e persone sensibili sulla questione cecena.

Sabato 17 giugno un suo parente, Timur Gaev di 27 anni, padre di due bambini, è stato rapito a Urus-Martan da forze di sicurezza russe mentre aspettava l'autobus. Gashaeva racconta che l'uomo, accusato di essere "l'emiro della comunità di Grozny", è stato picchiato e torturato, e per paura che morisse subito, è stato portato in ospedale dagli stessi aguzzini, dove ora è piantonato 24 ore su 24. Gashaeva teme che il suo parente venga ucciso.

Sparizioni in aumento

In tutto il paese, nei giorni precedenti e subito dopo l'assassinio del leader ceceno Abdul Chalim Sadulaev, si è registrato un aumento delle cosiddette azioni di "pulizia etnica".

L'attivista per i diritti umani Imran Esciev ha denunciato nei giorni scorsi la sparizione di cinque giovani di Serscen Jurt della regione di Shali: si tratta dei fratelli Ilias (23) e Islam (21) Chartsuev, del cugino Abdul Chartsuev (20), di Asciada Dedigov (20) e di Islam Suleimanov (20). Le unità paramilitari del primo ministro Kadyrov sarebbero entrate in paese con 10 mezzi militari e avrebbero poi picchiato e minacciato le donne che tentavano di nascondere i propri figli.

Da tempo l'APM accusa Kadyrov, figura politica molto discussa e sostenuta dalla Russia, di essere responsabile di molti dei crimini di guerra commessi in Cecenia, attraverso i propri uomini i kadyrovcy, che seminano il terrore nel paese.

Esciev, presidente dell'Associazione di amicizia russo-cecena, negli ultimi anni ha già perso sei tra i suoi parenti e compagni di lavoro, tutti assassinati a causa del loro impegno a favore dei diritti umani. In marzo era stato rapito Artur Eschiev, anch'egli attivista per i diritti umani e nipote di Imran(1).

"Coca", la colomba

Zainap Gashaeva, già a capo dell'Unione delle donne cecene, ha creato l'ong "Eco della guerra" che si occupa di orfani di guerra, pace e diritti umani. E' soprannominata "Coca", che in ceceno significa "colomba". Nel 2005 il regista svizzero Eric Bergkraut ha raccontato la sua storia in un film documentario. L'azione di questi giorni contro un suo parente desta forte preoccupazione, poiché ha un chiaro significato di minaccia contro l'attivista, che vive tra Mosca e Grozny e continua a elevare la propria voce contro le quotidiane violazioni dei diritti umani.

Nel novembre 2005 le è stato conferito a Colonia il premio Lev-Kopelev, dedicato al dissidente russo, poeta e traduttore, emigrato in Germania. L'attivista è stata premiata in particolare per il lavoro di documentazione video e fotografico sugli abusi dei diritti umani perpatrati in Cecenia.

A Strasburgo

Nel frattempo a Strasburgo c'è chi prova con tenacia a risvegliare le istituzioni. Said-Emin Ibragimov, che aveva fatto parlare di sé qualche mese fa con un lungo sciopero della fame (2) torna a rivolgersi al Consiglio d'Europa e in particolare stavolta all'organo esecutivo, il Consiglio dei Ministri, con una lettera aperta.

Mercoledì 28 giugno è in programma un meeting di protesta, che partirà dalla piazza dell'Università alle 14.30 per raggiungere poi l'edificio del Consiglio d'Europa. Lo scopo principale della mobilitazione è protestare contro l'inosservanza da parte del Comitato dei Ministri della risoluzione dell'Assemblea parlamentare del 26 gennaio 2006, della raccomandazione nr. 1733 (2006) e contro l'inazione delle Nazioni Unite in merito alla questione cecena. Dal 19 maggio la Federazione Russa ha assunto, per 6 mesi, la presidenza del Comitato. Inoltre dal 15 al 17 luglio si terrà a San Pietroburgo la riunione del G8.

In occasione di questi appuntamenti attivisti russi di molte ONG, nonostante il duro colpo portato a queste ultime da una nuova legge federale, esprimeranno la loro forte preoccupazione per l'involuzione autoritaria nel Paese, puntando l'indice contro i governi dell'UE, e soprattutto la Francia, per le mancate critiche a Mosca. La direttrice del centro di informazione e ricerca Demos di Mosca, Tania Lokchina, denuncia: "Non abbiamo più stampa, partiti politici, sistema giudiziario indipendenti".

"Servono posizioni critiche nei confronti di Mosca. I valori democratici devono venire prima degli interessi economici", aggiunge Svetlana Gannouchkina, presidente del Comitato assistenza civica.

Di fronte alla disinformazione e al disinteresse dei media e della politica verso la Cecenia, in questi giorni torna l'urgenza dell'azione per attivare tutti i possibili canali affinché le voci politico-istituzionali internazionali si facciano sentire. La speranza è che l'attenzione dall'esterno riesca a salvare la vita di Timur Gaev e quella di molti altri giovani ceceni.

Per informazioni e contatti:
Comitato per la Pace nel Caucaso,cpc_italia@yahoo.it
Associazione per i Popoli Minacciati

Note:
(1) Vedi l'appello dell'Associazione per i Popoli Minacciati del 17 marzo 2006.
(2) Dopo uno sciopero della fame durato oltre un mese Ibragimov, sessantenne presidente dell'associazione Per la pace e i diritti umani ed ex ministro delle comunicazioni nel governo della Repubblica Cecena, aveva sospeso la protesta di fronte agli impegni assunti dal Presidente dell'Assemblea Parlamentare del Consiglio d'Europa.